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MAESTRA DI VITA E DI STORIA
A TRE GENERAZIONI
EBBE IN CRISTO LA SUA FEDE
NELLA PATRIA IL SUO IDEALE.
DELL’ITALIA ROMANA
INTERPRETÒ SEMPRE LO SPIRITO,
NE CANTÒ LE GLORIE, NE PREDISSE IL TRIONFO
BRESCIANA D’ORIGINE, FU BOLOGNESE
PER CONSUETUDINE DI VITA, INSEGNAMENTO,
D’APOSTOLATO.
OGNI MOTO DEL CUORE, OGNI IMPULSO DI BENE
EBBE SEMPRE PER CHI SOFFRIVA E COMBATTEVA
NEL NOME SACRO D’ITALIA.
PER I MUTILATI FU MADRE E SORELLA
SU QUESTA PIETRA IL COMUNE DI BOLOGNA
VOLLE IMPRESSO IL SEGNO
DELLA RICONOSCENZA E DEL RICORDO.
1862-1938
La lapide in marmo reca al di sopra dello specchio epigrafico una scultura a rilievo in bronzo raffigurante il Cristo, realizzata dall’artista Leonardo Bistolfi. Nello stesso giorno della morte di Brigida – detta «Gida» – Rossi, il podestà di Bologna scriveva una lettera di condoglianze alla sorella della defunta in cui ne ricordava le virtù. Il giorno dopo su «Il Resto del Carlino» compariva un lungo necrologio di Dino Zanetti che ne decantava la lunga attività intellettuale, sociale e didattica, apprezzata in città, tanto che il Comune di Bologna sostenne subito le spese del funerale. Qualche mese dopo la Consulta municipale di Bologna riferiva della morte della prof.ssa Gida Rossi «insegnante per oltre 40 anni, medaglia d’oro del Ministero dell’Educazione Nazionale, nobile figura di educatrice, scrittrice, patriota, benefattrice, che Bologna circondava di grande affetto e di unanime estimazione», acconsentendo alle spese per l’acquisto di un loculo, la traslazione della salma, la tumulazione, la collocazione di una lapide con epigrafe e rivestimento marmoreo della parete, come richiesto da un imprecisato gruppo di personalità, probabilmente il Comitato femminile pro-invalidi di guerra, che ringraziò il Podestà per questo tributo alla loro Presidente Gida Rossi. L’epigrafe, di autore non noto, ricordava Gida Rossi come insegnante di ‘tre generazioni’, la profonda religiosità e l’italianità. Ne indicava la provenienza geografica particolare, da Brescia, ma anche l’influsso esercitato in città, con una sorta di campanilismo infatti «fu bolognese per consuetudine di vita, insegnamento e d’apostolato», quest’ultima parola posta al centro, isolata, richiamando il significato religioso e morale dell’esistenza di Gida Rossi. La lapide evidenziava soprattutto l’energia profusa a favore dei mutilati di guerra come forma di impegno educativo e politico-patriottico dei quali «volle impresso il segno della riconoscenza e del ricordo». Non era menzionata invece l’attività di scrittrice e divulgatrice di storia, nonché di viaggiatrice indomita per l’Italia nelle molteplici forme di impegno civile in Sicilia dopo il terremoto di Messina e in tutto il Regno come ispettrice generale dell’Ufficio per notizie alle famiglie dei Militari di terra e di mare durante la Prima guerra mondiale, nonché come conferenziera nel nord Italia. L’epigrafe fu posta su una lapide in marmo sormontata da una scultura in bronzo di Leonardo Bistolfi, che fu amico di Gida Rossi, come da lei stessa raccontato nella sua autobiografia Da ieri a oggi (Le Memorie di una vecchia zitella) del 1934. A Gida Rossi è intitolata anche una scuola dell’infanzia nella città di Bologna.
Commemorato
Brigida – detta Gida – Rossi nacque a Brescia nel 1862, ove frequentò il collegio delle Orsoline e divenne maestra elementare. Si trasferì a Roma a studiare presso l’Istituto superiore di Magistero. Diplomata in Storia, insegnò nella Scuola normale femminile di Pistoia e poi dal 1897 nella Scuola normale ‘Laura Bassi’ di Bologna. Qui entrò in contatto con Giosuè Carducci e la casa editrice Zanichelli, partecipando all’ambiente artistico e letterario dei salotti aristocratici bolognesi, come socia della ‘Dante Alighieri’, delegata scolastica nell’Associazione Insegnanti di Scuola Media sorta a Bologna fin dal 1898 con Giuseppe Kirner e fondatrice di un ricreatorio operaio femminile. Fu coinvolta dalla contessa Lina Bianconcini Cavazza nella mobilitazione cittadina scaturita dal terremoto di Messina del 1908 e proprio a Messina fu inviata per promuovere la riorganizzazione delle donne e dell’infanzia. Cattolica, vicina alle idee di Antonio Fogazzaro, fu dapprima pacifista poi nazionalista, partecipando alle iniziative di mobilitazione femminile durante la Grande Guerra, in particolare fu nominata ispettrice generale dell’Ufficio Notizie per Militari di terra e di mare fondato a Bologna da Lina Bianconcini. Nel dopoguerra diede vita e diresse la “Casa del sole” per bambini tubercolotici (1922), emanazione del Comitato Mutilati e Tubercolotici di guerra di cui era presidente, affiancata da un nutrito gruppo di donne insegnanti in città, tra cui Jolanda Cervellati. Significativa fu la produzione di ricerche sulla storia di Bologna con funzione divulgativa e didattica edite anche da Zanichelli, nonché la partecipazione alle attività del mondo cattolico bolognese e, dagli anni Trenta nel Fascio femminile bolognese. Lasciò le sue memorie nel volume Da ieri a oggi. Le memoria di una vecchia zitella edito da Cappelli nel 1934, in cui non risparmiò critiche al riassetto curricolare del neonato istituto magistrale della Riforma Gentile, abbozzando timidamente timori per la violenza del Regime. In pensione dal 1932, morì a Bologna nel dicembre 1938, celebrata con grande enfasi da tutta la comunità cittadina.
- D. Zanetti, Brigida Rossi, «Il Resto del Carlino», 13 dicembre 1938
- Comitato femminile pro mutilati e invalidi di guerra di Bologna «Pro Casa del Sole» (a cura di), Gida Rossi. Orazione celebrativa pronunciata da Jolanda Cervellati il 12 gennaio 1939 – XVII nella sala della Federazione dei Fasci Femminili di Bologna, presenti le Autorità politiche, militari, religiose e civili, s.e., s.a. (ma 15 giugno 1939)
- M. D’Ascenzo, Rossi Brigida, in Dizionario Biografico dell’Educazione, <http://dbe.editricebibliografica.it/cgi-bin/dbe/Scheda?1942>
- M. D’Ascenzo, Le “Memorie di una vecchia zitella” di Gida Rossi tra narrazione e rappresentazione di genere, «Rivista di storia dell’educazione», 2, 2014, pp. 57- 67
- M.G. Bertani, Legami di carta. Soldati in trincea, alunne tra i banchi: intersezioni tra archivi della Grande Guerra, Bologna, BraDypUS, 2017
- M. D’Ascenzo, Emergenza, educazione e cittadinanza attiva. Il contributo di Brigida Rossi dopo il terremoto di Messina del 1908, in C. Sindoni (a cura di), Itaca. Percorsi di Storia della scuola, Pedagogia, Filosofia, Storia e Geografia. Studi in onore di Salvatore Agresta, Lecce/Rovato, Pensa Multimedia Editore, 2018, pp. 137-147
- M. Gavelli, P. Gaspari (a cura di), La mobilitazione femminile nella grande guerra italiana, vol. 1: Nelle fabbriche, nelle città e nelle campagne, Udine, Gaspari, 2018
- M. D’Ascenzo, Il Fronte interno. Cura dell’infanzia ed educazione durante la Grande Guerra a Bologna (Italia), «Educació i Historia», n. 3, julio-desembre 2019, pp. 19-42
Fonti
- Archivio storico del Comune di Bologna, Deliberazioni della Consulta municipale di Bologna, 5 giugno 1939
- Archivio storico del Comune di Bologna, Deliberazioni del Podestà di Bologna, 7 giugno 1939
- S.A., Deliberazioni all’esame della Consulta, «Il Resto del Carlino», 8 giugno 1939
- S.A., Importanti problemi cittadini all’esame della Consulta Municipale, «L’Avvenire», 4 giugno 1939