© Alberto Rebori. Da Cuore (Corraini Edizioni 2000)
A distanza di oltre un secolo dalla prima edizione del Cuore di De Amicis, l’editore Corraini di Mantova ne propone una versione in cui nel testo originale si inseriscono le irriverenti e provocatorie illustrazioni di Federico Maggioni e di Alberto Rebori. In questa illustrazione di Rebori, nel libro della grandezza di un francobollo e accostata ad altre immagini di situazioni e personaggi grotteschi, è raffigurato il maestro Coatti, di cui leggiamo un’esilarante descrizione nell’episodio datato 18 novembre, Il Direttore: «un omone con una grande capigliatura crespa, una gran barba nera, due grandi occhi scuri, e una voce da bombarda; il quale minaccia sempre i ragazzi di farli a pezzi e di portarli per il collo in Questura, e fa ogni specie di facce spaventevoli; ma non castiga mai nessuno, anzi sorride sempre dentro la barba, senza farsi scorgere» (p. 35). Coatti, maestro di seconda di Coretti, è uno degli otto insegnanti presenti nella classe di Enrico Bottini il giorno dell’esame mensile. Insieme a lui, altri memorabili personaggi compongono la commissione come il maestro di quarta, zoppo e sempre pieno di dolori dopo aver lavorato all’umido nelle scuole rurali, o l’avvocatino, un maestro che si era preso la laurea in legge, il maestro di ginnastica ex garibaldino, e il Direttore, «così buono coi ragazzi» (Ibidem). Il disegno di Rebori ricalca umoristicamente il bozzetto che di Coatti dipinge De Amicis: il maestro si staglia enorme nel corridoio scolastico, lo sguardo minaccioso, i capelli scomposti ai due lati delle tempie, la barba nera folta, due alunni tra le mani, agguantati per il collo e sollevati da terra. In calce, come in una figurina, leggiamo in bella calligrafia uno stralcio della descrizione del maestro tratta dal romanzo.
Occorre ricordare che anche la prima edizione di Cuore fu affidata dall’editore Treves al dialogo interpretativo di più autori: Ferraguti, Nardi e Sartorio hanno così contribuito alla formazione di un immaginario visivo rimasto intatto per quasi un cinquantennio e sostanzialmente capace di comunicare una contiguità ideologica e pedagogica tra testo e immagine, dunque in complicità con il messaggio deamicisiano. Caduti i diritti d’autore nel 1965, Cuore assiste all’avvicendarsi dei contributi espressivi di un notevole numero di artisti e illustratori, sino alla prova d’autore in questione, una delle più recenti e interessanti, che senz’altro rompe con l’immagine tradizionale di scuola qual è quella veicolata dal romanzo.
Fonti bibliografiche:
A. Faeti, Guardare le figure, Torino, Einaudi, 1972, pp. 99-127.