Lo sceneggiato riprende Il romanzo d’un maestro (1890) di De Amicis e lo articola in cinque episodi.
Primo episodio
Un gruppo di giovani appena diplomati alla Scuola Normale di Torino viene mandato a insegnare in diverse scuole rurali del territorio. Il maestro Emilio Ratti (Francioli) è assegnato a Garasco. Accolto dal sindaco (Lombardi) che pare molto sensibile al problema dell’istruzione, il giovane maestro chiede subito moderni cartelloni per l’insegnamento di botanica. Invece si ritrova un’aula fredda, con pareti scrostate, sussidi didattici datati e usurati. Scopre così di non avere alcuna possibilità di essere ascoltato dalle autorità rispetto ai bisogni fondamentali della scuola.
Nel frattempo, Ratti viene a sapere che la sezione femminile è retta da un’insegnante non patentata, che, quando deve comminare qualche punizione, costringe le bambine a fare la croce sul mattone con la lingua oppure dà un colpo di ditale in mezzo alla fronte delle allieve.
Lo sconforto di Ratti è compensato dall’affetto di Clotilde (Tellini), l’insegnante che ha ottenuto di lavorare presso la scuola della frazione delle Case Rosse grazie alla patente comprata dallo zio assessore (Partanna), impedendo così alla maestra titolata Faustina Galli (Greco) di ottenere il posto che le spetterebbe. Quando Emilio scopre che lo zio di Clotilde si mostra benevolo verso di lui soltanto per fargli sposare la giovane, è preso nuovamente da sentimenti di delusione.
Rimane in questo stato emotivo anche dopo che Carlotta (Belli), la sorella del sindaco, si mostra altezzosa e sprezzante verso i maestri e verso di lui, pur avendolo in precedenza incoraggiato a farle corte. Ormai in rotta con le autorità del paese, Ratti accetta l’offerta di un posto da insegnante in un altro paese, Altarana.
Secondo episodio
Il maestro Ratti si trova a Altarana, dove gli è assegnata una pluriclasse maschile di 34 alunni. Anche nel nuovo paese egli incontra un clima piuttosto ostile, soprattutto per le resistenze dei contadini che, in spregio alla legge sull’obbligo scolastico, non mandano i figli a scuola. Il maestro trova conforto nella compagnia di sua cugina Felicita (Morlacchi), che insegna in un paese vicino e che egli va spesso a trovare, pur non comprendendo l’amore che ella prova per lui. Anche ad Altarana, la sezione femminile vede la presenza di un’insegnante senza patente, la signora Falbrizio (Borboni), una donna vedova di 48 anni. Per provare a licenziarla, il sindaco le manda un ispettore (Giachetti), che sorprende la classe durante una lezione di cucito. Il funzionario ministeriale chiede alla maestra dapprima di mostrare il programma svolto, che si rivela piuttosto scarno, e poi di spiegare il corso del Po, domanda che rende evidente l’impreparazione della docente. Anche le alunne non si mostrano preparate nemmeno nella lettura. Soltanto due di loro, mentre l’ispettore sta per andarsene, si fanno avanti e leggono, abbastanza speditamente, una lettera scritta con la maestra. Di fronte a questa prova e mosso a compassione per la precaria condizione socio-economica in cui si trova la Falbrizio, il funzionario la conferma nel suo incarico.
Il segretario comunale (Campanini) mostra al maestro Ratti le foto delle candidate per un posto di insegnante nella scuola del comune, tra cui c’è anche Faustina Galli, che egli aveva conosciuto a Garasco. Quando la giovane arriva ad Altarana, il maestro si innamora di lei. Intanto proseguono i contrasti tra i genitori e Ratti, fin quando uno dei suoi allievi (Dobetti) si ammala gravemente, anche a causa dei maltrattamenti subiti in famiglia. Il maestro si reca in visita al bambino moribondo, facendogli afferrare la mano del padre (Gafforio) per favorire la loro riconciliazione. La morte dello scolaro rinsalda il legame tra Ratti e Faustina, anche nel segno della loro comune missione educativa.
Terzo episodio
La maestra Faustina, assunta ad Altarana come insegnante della sesta classe, abita nello stesso stabile di Ratti; le camere prese da loro in affitto hanno in comune un terrazzo, dove i due insegnanti si trovano spesso a conversare. Questo suscita diverse malelingue in paese, fino all’ordinanza del sindaco (Silva) che, anche per essere stato respinto da Faustina, le impone il trasferimento alla frazione di Castello. La maestra si reca quindi a Torino, dove riesce a parlare con il sostituto del provveditore (Alighiero). Nonostante le ragioni che il sindaco aveva esposto in una lettera giunta in Provveditorato prima della maestra, il funzionario del Provveditore considera irregolare il provvedimento di trasferimento e le fa riprendere il suo posto. In paese, però, viene firmata una petizione per licenziarla. In uno dei suoi ultimi giorni di lezione, la maestra capisce che anche le bambine, per le varie chiacchiere delle madri, non si fidano più di lei. Alla giovane insegnante rimane soltanto l’appoggio di Ratti.
Quarto episodio
Ratti riesce a far pubblicare sul giornale un articolo contro il licenziamento di Faustina, attirandosi le antipatie delle autorità del paese. Alcuni adulti, però, mostrano fiducia nel maestro e, in vista della loro emigrazione per lavoro in Francia, arrivano a chiedergli di insegnar loro a leggere e scrivere, così che possano mandare lettere alle famiglie quando si troveranno lontani da casa. Intanto, le condizioni economiche di Faustina, rimasta disoccupata, vanno peggiorando: la maestra non riceve lo stipendio neppure per i mesi in cui aveva lavorato e, per questo, è costretta a vivere di stenti e a prendere a credito i generi di prima necessità, rifiutando l’aiuto di Ratti. Anche un’alunna (Bastianelli) si mostra vicina a Faustina, facendole recapitare da Ratti un involto contenente del cibo.
Il legame tra Ratti e i migranti si fa più stretto, tanto che il maestro li raggiunge mentre stanno partendo per consegnare loro della carta da lettere e un libro sull’Italia, presumibilmente Il bel paese di Antonio Stoppani. Per ordine del prefetto si riapre la sesta femminile e Faustina, finalmente riconosciuta innocente, è reintegrata al suo posto. Il Ratti le chiede di sposarlo, ma la giovane rifiuta e, terminato l’anno scolastico, torna nella sua casa a Torino, lasciando solo e desolato il maestro.
Quinto episodio
A Torino Faustina è sommersa dai debiti, causati dalla malattia del padre ed è costretta a vendere i mobili di casa.
Il maestro Ratti, deluso per la partenza della ragazza, passa le sue giornate nelle osterie, tanto da diventare scostante anche verso i suoi alunni. Ricominciato l’anno scolastico, il maestro si reca a scuola ogni giorno in ritardo, ubriaco e incapace di fare lezione fino a dare uno schiaffo ad un suo alunno. Scosso per il gesto compiuto, Ratti congeda i bambini e decide di lasciare l’insegnamento. Si reca a Torino per presentare le sue dimissioni, ma trova come provveditore il professor Megari (Giachetti), suo insegnante alla Scuola Normale, che lo fa ragionare e lo convince ad accettare una supplenza a Torino. Da qui comincia il riscatto del maestro che viene dapprima chiamato a Camina a supplire il direttore e poi nel 1880 a Pinerolo, dove tiene una relazione al Convegno dei maestri del Piemonte. La narrazione si conclude con il lieto fine della storia d’amore tra Ratti e Faustina.
Fonti
E. De Amicis, Il romanzo di un maestro, Milano, Treves, 1890.
E.C., Il romanzo di un maestro di Edmondo De Amicis, «Radiocorriere TV. Settimanale della radio e della televisione», 36, 12-18 aprile 1959, pp. 10 e 46.
F. Targhetta, Il romanzo d’un maestro di Edmondo De Amicis: le ragioni della sua recente riscoperta, «History of Education & Children’s Literature», 2, 2016, pp. 457-464.