L’avvocato Enrico Amici (Ogliotti) si reca in visita con la nipotina dalla ormai anziana maestrina dalla penna rossa (Mercader), la quale, tramite un flashback che attraversa l’intero film, ricorda la sua giovinezza di insegnante, collega e poi fidanzata del maestro Perboni (De Sica) nell’anno scolastico 1894-95 (gli eventi sono spostati avanti di un decennio rispetto agli anni 1881-82 in cui è ambientato il romanzo di De Amicis).
La vicenda inizia il primo giorno di scuola, mentre i genitori accompagnano i bambini in omnibus o in calesse; dalle loro chiacchiere emerge la particolare attenzione verso la scuola e il desiderio che i figli abbiano buoni risultati. Entrato in classe, l’allievo Amici fa una breve presentazione dei compagni, da cui emerge la diversa provenienza sociale e il diverso temperamento dei bambini. Il maestro Perboni presenta un nuovo alunno arrivato da Reggio Calabria e poi si mette in cattedra a scrivere, ma quando cerca di intingere la penna nel calamaio, alcuni bambini gli spostano il recipiente con un filo. Allora l’insegnante richiama gli alunni dicendo che non vuole essere costretto a punire nessuno e inizia un dettato in cui si sottolinea che il maestro è per gli scolari un amico più vecchio.
In seguito, Crossi (Tomiselli), bambino con un braccio paralizzato e esasperato dalle vessazioni di alcuni compagni, lancia un calamaio che colpisce per sbaglio il maestro. L’insegnante si mostra comprensivo verso Crossi e duro nei confronti dei ragazzi provocatori, in particolare di Franti (Serandi), ragazzo insolente e vessatore, tra le cui vittime compare Precossi (De Ambrosis), spesso picchiato dal padre ubriaco. Il maestro fa leggere a De Rossi il racconto La piccola vedetta lombarda e chiede agli alunni di copiarlo sul quaderno. La lettura diviene occasione per criticare la guerra di conquista dell’Abissinia da parte dell’Italia.
La narrazione procede poi con eventi che riguardano alcuni alunni. Durante un’ispezione scolastica, nonostante il quaderno rovinato dall’ennesima sfuriata del padre, Precossi fa una buona impressione nell’interrogazione e guadagna una medaglia. La madre di Garrone muore e il maestro, per consolare la disperazione del ragazzo, propone la lettura della vita di Mazzini. L’alunno Nobis, ragazzo altezzoso e schivo verso i compagni, prende lezioni private dal maestro supplente Lari (Pavese).
Nel frattempo, Perboni scrive un articolo dal tono sovversivo sul giornale Il Risveglio, nel quale si confermano pubblicamente le simpatie socialiste del maestro che, però, di fronte ad un prete, si dichiara anche cristiano. La pubblicazione spinge il padre di Nobis a denunciare Perboni al provveditorato e porta alla sospensione dell’insegnante dal servizio a scuola.
Il supplente di Perboni è incapace di mantenere la disciplina tra gli alunni, che lo provocano fino ad indurlo a punizioni fisiche. La maestrina, mossa anche dal desiderio dei bambini di vedere il ritorno del loro maestro, chiede aiuto al padre di uno dei suoi scolari, un parlamentare vicino al ministro della pubblica istruzione, che riesce a far reintegrare l’insegnante. Agli esami finali Nobis viene bocciato.
Nonostante le sue idee anticoloniali, il maestro parte per la guerra d’Abissinia (1895-1896), mosso dalla convinzione di dover servire la patria anche se in un conflitto ingiusto. La morte di Perboni in battaglia infrange il sogno d’amore della maestrina che, inconsolabile, rimane nubile ed è costretta, per le sue condizioni economiche, a dare lezioni private anche in età avanzata.
Il film fu il primo ad essere girato a Cinecittà dopo la seconda guerra mondiale.
Fonti
E. De Amicis, Cuore, Milano, Treves, 1886.
P. Mereghetti (a cura di), Dizionario dei film, Milano, Baldini & Castoldi, 1995, p. 386.
P. Boero, D. Boero, La letteratura per l’infanzia in cento film, Genova, Le Mani, 2008, pp. 77-79.
S. Polenghi, La scuola di ieri “vista” oggi. Le trasposizioni filmiche del libro Cuore nell’Italia repubblicana (1948-2001), in P. Alfieri (a cura di), Immagini dei nostri maestri. Memorie di scuola nel cinema e nella televisione dell’Italia repubblicana, Roma, Armando, 2019, pp. 19-52.