Ispirandosi al celebre racconto di Luigi Bertelli (Vamba), il film narra le avventure di Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca (Vitali), è un ragazzo indisciplinato di una famiglia borghese dei primi del Novecento.
A scuola Giannino non segue le regole imposte dall’istituzione, nonostante i tentativi di imporgli la disciplina da parte del suo professore (Febraro). A casa, il ragazzo, dopo aver ricevuto in dono i pattini, chiede al padre (Carotenuto) di regalargli una bicicletta e, in cambio, gli promette di conseguire ottimi voti. Giannino, di notte, si introduce nella presidenza della scuola e, con un correttore, cancella e inverte i nomi sulla sua pagella e su quella di Walter Carloni (Piretti), il primo della classe. Il giorno dopo, il preside (Reder) distribuisce le pagelle; esterrefatto, apostrofa Carloni ed elogia Giannino, tra l’incredulità del professore e dei compagni. L’inganno viene svelato, quando il preside chiede al ragazzo di coniugare il congiuntivo imperfetto del verbo avere e lui sbaglia clamorosamente. Il preside gli impone di presentarsi a scuola accompagnato dal padre. Giannino domanda a Spezzafè (Ucci), uno spazzino, di fingersi il genitore. L’uomo, però, si riveste della parte e lo schiaffeggia davanti a tutta la classe, che ride.
Dopo l’ennesimo diverbio con il padre, Giannino decide di fuggire in campagna, dalla zia Bettina (Merlini), ma anche lì combina un guaio dopo l’altro, fino a far cadere malamente sul pavimento l’urna con le ceneri del marito della zia. Tornato a casa, Giannino tenta di inscenare un gioco di prestigio, ma sbaglia e colpisce ad un occhio l’avvocato Maralli (Barra), fidanzato della sorella Virginia. In seguito a questo gesto, viene mandato nel collegio “Pierpaoli”, affinché gli venga impartita una rigida disciplina. Gian Burrasca, però, continua a compiere marachelle. Avendo spiato il personale della cucina e scoperto che la minestra della domenica viene preparata con i resti della settimana, con la complicità degli altri ospiti del collegio, aggiunge del purgante al minestrone riservato al Direttore (Robutti) e alla Direttrice (Colosimo). Inoltre, approfittando di una seduta spiritica organizzata dai Direttori, introduce nella loro stanza i compagni di collegio che, vestiti da fantasmi, li picchiano. Dopo tutti questi scherzi, Giannino torna in famiglia, dove si sta svolgendo il ricevimento delle nozze di Virginia con l’avvocato Maralli. Il ragazzo combina un altro guaio: nasconde una scatola di fuochi d’artificio nel camino e, quando questo viene acceso, si scatena un botto e la polvere invade la casa. Il padre, esasperato dalla vivacità di Gian Burrasca, decide di rinchiuderlo in uno zoo.
Fonti
B. L., Vitali Alvaro, in E. Lancia, R. Poppi (a cura di), Dizionario del cinema italiano, M-Z, vol. 2, Roma, Gremese, 2003, p. 282.
P. e D. Boero, Letteratura per l’infanzia in cento film, Genova, Le Mani, 2008, pp. 70-71.