Foto di Giancarlo Balzarini - Comuni-Italiani.it; Fonte. http://www.comuni-italiani.it/054/003/
NEL PRIMO CENTENARIO DALLA NASCITA
DI
GIOVANNI PENNACCHI
GLORIA DELL’UMBRIA VANTO D’ITALIA
BETTONA SUA PATRIA
AUSPICI MUNICIPI SCUOLE E PRIVATI CITTADINI
VOLLE QUI ETERNATA NEL BRONZO
LA FIGURA LUMINOSA
DEL PATRIOTA DEL LETTERATO DELL’EDUCATORE
Posta sulla facciata del Palazzo Comunale, la lapide a Giovanni Pennacchi ricorda che questo figlio di Bettona fu «gloria dell’Umbria» e «vanto dell’Italia»; alla sommità del marmo, sopra un fiocco dai lembi svolazzanti, è «eternata nel bronzo», entro un medaglione con foglie di lauro, «la figura luminosa del patriota, del letterato [e] dell’educatore». Ancorché l’iniziativa di erigere la lapide fosse stata promossa per onorare la memoria di Pennacchi «nel primo centenario dalla nascita», che cadeva il 17 giugno 1911, la cerimonia inaugurale si tenne il 26 settembre 1913. Biordo Brugnoli, professore di Lingua e Letteratura italiana alla Scuola Normale Maschile Ignazio Danti di Perugia, fu incaricato di pronunciare il discorso di commemorazione; l’oratore, rievocando il periodo in cui Pennacchi fu professore di Belle Lettere alle Scuole Comunali di Amelia (il decennio 1838-1848), illustrò lo spirito di innovazione che ne animò il magistero didattico: «Là egli dette all’insegnamento della grammatica uno svolgimento più razionale; là introdusse lo studio della storia e della geografia che, dalle scuole clericali, erano quasi del tutto sbandite. Là, con linguaggio nuovissimo, rendendo col lume di una critica benevola ma larga e profonda, ameni e proficui esercizi di composizione dei suoi allievi, non colle vane declamazioni, ma coll’austera testimonianza della storia, e dell’esperienza, collo studio sereno dell’uomo, col culto ingenuo e puro della virtù, seppe far vibrare l’anima dei discepoli dei sentimenti più nobili, stimolarne l’ingegno, sollevarne il pensiero alle più alte contemplazioni del bello» (Pennacchi, Prose e poesie scelte, precedute da un discorso commemorativo del prof. Biordo Brugnoli, 1913, p. 13).
Commemorato
Giovanni Pennacchi nacque il 17 giugno 1811 a Bettona, nel Perugino. A undici anni fu mandato al Seminario di Foligno. Passò dopo tre anni al Collegio di Spello, che era sotto la direzione di Vitale Rosi, il cosiddetto Socrate dell’Umbria. Completato il corso di Filosofia all’Università di Perugia, intraprese gli studi di Giurisprudenza. Tuttavia l’adesione al movimento antipontificio gli costò nel 1833 l’espulsione dall’Ateneo perugino. Gli rimaneva aperta la via del magistero didattico: iniziò a insegnare Grammatica e Retorica alla Scuola di Bettona. Nel 1838 conseguì la cattedra di Belle Lettere alla Scuole Comunali di Amelia. Nel 1848, dopo la cacciata dei Gesuiti, fu incaricato della riforma delle scuole spoletine. Nel 1849, eletto rappresentante di Spoleto all’Assemblea Costituente della Repubblica Romana, fece parte della Commissione per il riordinamento degli studi. Esule a Genova dopo la restaurazione del potere pontificio, fu nominato professore di Lettere italiane e latine al Liceo-Ginnasio Comunale. Durante la permanenza nel Regno sabaudo, mentre la sua affiliazione mazziniana veniva indebolendosi, si orientò su posizioni sempre più filomonarchiche. Nel 1861, liberata l’Umbria, fu chiamato a organizzare gli studi a Perugia secondo le leggi post-unitarie; fu investito di più cariche: rettore dell’Università, preside del Liceo e direttore della Scuola Normale Femminile. Morì a Perugia il 7 giugno 1883. Coniugata all’impegno patriottico ed educativo, la sua produzione letteraria constò anche di poesie per l’infanzia e l’adolescenza: i Canti per bambini degli asili d’infanzia (1862), Alcune poesie di Giovanni Pennacchi offerte ai giovinetti (1872) e i canti storici e nazionali raccolti nel volume intitolato Arpa educatrice (1873).
- A. Robecchi, Cenni biografici intorno al cavaliere professore Giovanni Pennacchi, amico dell’infanzia e poeta dei bambini, in Id., Il tesoro dell’infanzia ossia cenni biografici dei membri della società internazionale dei nobili ed insigni amici dell’infanzia, Foligno, Stab. Sgariglia, 1872, pp. 22-26
- R. Torelli, Fu una grave perdita…, in Annuario della Libera Università di Perugia pel 1883-84, Perugia, Tip. V. Santucci, 1884, pp. 55-73
- A. Lupattelli, Per le onoranze centenarie della nascita di Domenico Lupattelli in Perugia e Giovanni Pennacchi in Bettona. Ricordi storici-biografici, Perugia, Stab. Tip. G. Donnini, 1912
- G. Pennacchi, Prose e poesie scelte, precedute da un discorso commemorativo del prof. Biordo Brugnoli, a cura del Comitato per le onoranze a G. Pennacchi nel primo centenario della sua nascita, Perugia, Tip. G. Guerra, 1913
- M. Manfredi, Pennacchi, Giovanni, in Dizionario Biografico degli Italiani: <https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-pennacchi_(Dizionario-Biografico)/> (ultimo accesso: 16/11/2021)
- L. Montecchi, Rosi Vitale, in Dizionario Biografico dell’Educazione: <http://dbe.editricebibliografica.it/cgi-bin/dbe/Scheda?1935 > (ultimo accesso: 19/12/2021)
Fonti
- Bettona a E. Pennacchi, «Bollettino della Società nazionale per la Storia del Risorgimento», a. II, n. 10, ottobre 1913, p. 188
- G. Pennacchi, Prose e poesie scelte, precedute da un discorso commemorativo del prof. Biordo Brugnoli, a cura del Comitato per le onoranze a G. Pennacchi nel primo centenario della sua nascita, Perugia, Tip. G. Guerra, 1913