buongiorno oggi è il 4 novembre e per il primo progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale school memories prince of perception collective presentation in italy saremo insieme a simonetta soldani e per me è un grande piacere se si vuol presentare indicando la data di nascita e dove stiamo conducendo l'intervista gliene sarei grato fanno simonetta soldani sono nata il 16 dicembre del 1942 a firenze vengo da una famiglia molto popolare per così dire nel senso che la mia mamma era maestra ma aveva ed era ma essa perché era orfana perché la morta la mamma quando lei aveva 5 anni e quindi per compensarla un po da questa perdita la nonna che era analfabeta tre dei miei quattro nonni erano analfabeti e un aveva fatto la terza elementare ma gli altri non sapevano neanche fare la loro firma anzi una delle nonne non sapeva neanche leggere l'orologio cioè era tutti di firenze e quindi diciamo era una famiglia di persone che come di ritiravano a campare con difficoltà la mia mamma si era sposata con quello che è il mio babbo aveva fatto una quinta elementare e basta e non aveva fatto altro era allora fochista si diceva delle ferrovie cioè spalava il carbone nelle locomotive e quindi come dire la famiglia non erano famiglia culturali data anche se la mamma ripeto e aveva il titolo di maestra ma non la faceva la maestra perché quando sono nata nel 42 si era in guerra e quindi la mia mamma avrebbe cominciato in realtà a lavorare undici anni dopo come maestra per il momento faceva ripetizioni in casa dopo la guerra e basta io ho frequentato le scuole vivevo a firenze ma un po fuori le mura è la mia casa era una casa oggi all'inizio all'inizio dell'isolotto prima del quartiere dell'isolotto davanti alle cascine la strada è una strada non asfaltata che portava sull'arno quindi non ci passava assolutamente nessuno se non dei barocci che portavano l'arena quindi io per dire la cosa che a me colpisce rispetto alla realtà di oggi è che io sono andata al piazzale michelangelo quando facevo la terza media ecco non vivevo vivevo a firenze certo perché sono un km e mezzo dalla stazione ma insomma vivevo lì vivevo a monticelli vivevo in quello che oggi chiamiamo il quartiere all'inizio del quartiere dell'isolotto vivevo idv non c'è dalla scuola materna e poi c'era la guerra quindi io ho iniziato con la scuola elementare una scuola elementare che prendeva bambini che appunto erano di questa zona tra la città e la campagna lo dico perché alcune anche perché alcune di queste che pure avvisavano a 500 metri di distanza dalla scuola ma verso scandicci parlavano in un altro modo e mi ricordo che siano in giro perché diceva a radio dicevano cenno e quando prendevano il cram cenno per ci sono e quando prendevano il tram dicevano vado a firenze è come se noi non si stesse a firenze era insomma si sentiva molto quelle che erano contadini quelle che erano proprio di famiglie che coltivava alla terra gli ortolani che c'erano tutti intorno si sentiva benissimo era vamo classi numerose io ricordo bene perché ho la foto che in terza e in quinta elementare abbiamo 37 bambini in classe ed i codies bambini della prima elementare oppure c'erano stati dei cambi delle bocciature tantissime bocciato essi le bocciature erano all'ordine del giorno non allora non c'erano problemi di questo genere la scuola io la facevo di pomeriggio perché le scuole erano sovraffollate la zona della di periferia e quindi venivano sempre nuovi abitanti diciamo quindi noi andavamo a scuola dalle una e mezzo a seconda della stagione alle quattro e mezzo alle 5 o alle cinque e mezzo quindi gran parte dell'anno facevamo tre ore non quattro ore questo perché appunto c'erano i doppi turni e con i doppi turni ma le classi come ho detto erano molto molto numerose e come raggiungevo la scuola ed il tar sola a piedi da sola con un cammino che era sotto i 20 25 minuti la scuola è una bella scuola in muratura che era stata fatta dalla donna delle pochissime giunte democratica di firenze di primo di primo novecento e che eravamo delle aule ariosi ecco delle aule perché io sono stata sempre soltanto in aula c'era e giardino maestra di non ci portava quindi io non l'ho mai visto e era una classe come ce la possiamo immaginare bisognava si cominciava alle elezioni con una preghiera e se finiva le elezioni con un'altra preghiera e si doveva sempre stare con le mani dietro la schiena incrociate dietro la schiena e naturalmente c'erano i famosi bigliettini di lode se uno riusciva a stare buono e io non ero la lode era una cosa avere il biglietto io l'ho avuto una volta sola in cinque anni perché sono sempre stata piuttosto come dire insofferente dello stare ferma che quindi un sol bigliettino quel bigliettino me lo ricordo ancora con estrema precisione con su scritto proprio lode per la condotta era la condotta era considerata fondamentale ma voleva dire stare zitti e fermi ecco questo si avanzavano cinque minuti alla fine della giornata nelle elezioni si faceva a farfallina bella bianca in classe cioè si cantava si camminava cantando a 5 minuti eppure a me me le ricordo come dei momenti belli di di svago e l'altra cosa bella che io mi ricordo delle elementari oltre alla mia maestra che ricordo con grandissimo affetto e è che e c'era un gruppetto di maestri e maestre perché c'erano anche i maestri al piano di sopra ci stavano i maschi e si facevano le si facevano una rappresentazione teatrale e siccome io non ho avuto mai particolari problemi a parlare in pubblico venivo a presa a fare queste rappresentazioni teatrali che si facevano nella vicina si davano nella vicina a casa del popolo di via scandicci e che erano devo dire delle degli avvenimenti dei piccoli grandi avvenimenti in questo tran cannes continuo della scuola con me molto news era una scuola poi ci andava tante persone i poveri che io non ero povera perché nonostante che la mamma non lavorasse che poi mi fossero nate proprio mentre facevo la prima elementare due sorelle però noi non eravamo poveri o ricordo ancora come una cosa tristissima che mentre si facevano le prove per il teatro io restavo a mangiare perché dovevo andare la mattina per fare le prove per mangiare e poi andare non potevo a fare andata al ritorno 4 volte non stavo vicinissima diciamo h alla scuola e quindi restare alla refezione che la refezione era per i poveri non era per tutti era per quelli che avevano la tessera di povertà e si mangiava su delle scodelline di alluminio vecchissime tutte su pacchia te e mi facevo un grande effetto dicevo che saranno state di sicuro police e ma era come non avere la scodella non avere il piatto insomma se non questa cosa sporca e il bicchiere che era lo stesso non di allora non c'è la carta con l'uso che abbiamo ora tre questo faceva molta impressione e ripeto anche la sabbia nei primi due o tre anni soprattutto tra il 48 51 come dire anche mangiare riempirsi la pancia non era facile perché però non eravamo poveri nel senso proprio del termine io ricordo delle bambine che non venivano a scuola quando pioveva perché avevano solo le pantofole non avevano scarpe e quindi saltavano la scuola questo per dire che l'ambiente anche in tutto torna a firenze non era un ambiente facile e la scuola poi a tutti dava l'olio di fegato di merluzzo che altro un altro software che è ben periodo perché le primi i primi i primi tre anni ci davano l'olio un cucchiaio di olio di fegato è cattivissimo è una cosa atroce proprio ho preso anche lei e poi alla fine uno spicchio di mandarino per cercare di levarsi questo sapori di bocca mentre dopo gli ultimi due anni ci davano il latte un bicchiere di latte quindi perché che era importante perché era un modo per dare sostanze a bambini che mangiavano troppo poco questo vuol dire che hanno problemi alimentari ma proprio di base perché altrimenti l'olio di fegato di merluzzo non si sarebbe dato ovviamente ok no io no alcune domande visto quello che mi ha detto uno su quali argomenti erano queste recite teatrali se per esempio non di argomento religioso oppure spaziavano anche altri argomenti e poi la seconda è che è così sono e sappiano di sopra c'erano masto vuol dire che nei doppi turni doppi turni non erano divisi per genere oppure erano divisi per genere allora per quanto riguarda diciamo le cose teatrali io ne ho fatte due appunto in quarta e in quinta e una era goldoni e io facevo la servetta aveva visto nella prima non ricordo che cos'era non era religiosa perché io facevo un orso che ballava e quindi non sono ballava messo ma anche ballava mi ricordo ancora la musica perché c'era la maestra che con il pianoforte sotto accompagnava le scene e c'era un maestro maschio che faceva una specie di scenografia insomma erano era è io gli ricordo quasi come le cose fondamenta il mio percorso scolastico al di là della venire andare a scuola in cui via via incontravo delle altre bambine ci andava insieme al ritorno la maestra ci faceva con ci faceva attraversare perché voglio dire poi io dovevo attraversare due strade di grande traffico una era via pisana e un altra via che si chiama antonio del pollaiolo ma che è ancora più trafficata certo traffico era meno di oggi però insomma ci passava il tram si abbassavano le automobili in abbondanza e però poi la andare e tornare da scuola me lo ricordo come una cosa fondamentale sia per per parlare con la maestra che aveva il cappellino e sia per parlare con le altre e con le altre bambine e per i turni no non eravamo divisi per genere e da mattina a sera sia la mattina che il pomeriggio c'erano classi sia maschili che femminili le femminili al primo piano e le maschili e quelle per i bambini deficienti non so come dirlo ma era proprio terribile perché non va dai differenziali che c'erano ci sono state dopo anche alle medie non le differenze differenziali ci dicevano la maestra diceva abbassato gli occhi quando passava perché si usciva in blocchi militari non la scuola che tutti incolonnati un 23 mar proprio passo cadenza era molto militarizzata l'uscita dalla scuola e se si incrociavano le classi delle liste c'è una classe di differenziali maschile una classe dirigenziale femminile che si incontravano quelle classi mi ricordo della ministra diceva di non guardarli ecco questo era perché ero veramente dei paria cinema era abbastanza pesante come cosa e a me mi è rimasta questa cosa pesantissima anche perché un mio specie di fuji nomi era in una differenziale maschile e talvolta vuole lui facevamo anche la strada per andare e tornare quindi come dire mi colpiva in modo particolare perché certo era su come si diceva era una persona con cui potevo giocare tranquillamente dal punto di vista didattico come ricorda che fossero scandite le giornate scolastiche e come ricorda che fosse strutturata l'aula cioè c'era per esempio l'abitudine di mettere i più bravi ai primi banchi più composti ai primi banchi e poi magari a scalare per rendimento scolastico allora l'aula era bella grande io me la ricordo ariosa e grande e con tutto attorno delle prime classi e cartelli con le lettere dell'alfabeto vi ricordo benissimo questa scena perché c'era un anello va da cucire e c'era sotto la di e non staccava mai perché di tale era una parola inesistente all'epoca nella zona in cui io vivevo ma ce n'erano vari perché l'uomo per noi era un nano è certa jenny che quello era disegnata era un nano però si amava gnomo quindi andiamo impararla mente in realtà è sempre attorno c'era con questi con queste celle poi si attaccavano i disegni e disegni dei più grandi persone delle bambine più brave e per quanto riguarda la diciamo i banchi erano banchi a 2 e naturalmente erano banchi con calamaio e primi anni ce l'avevamo ancora di quelli neri ricchissimi di dell'inizio del novecento mentre nell'ultimo anno noi abbiamo avuto i banchi quelli con la formica sempre un calamaio perché quello si usava ovviamente in quel periodo io ho fatto le elementari che la il giugno del 48 e tra l'ottobre del 48 e il giugno del 53 e quindi non c'è dalla birra voglio dire ecco insomma non c'è un attendibile ma e io non ricordo che mettessero avanti le più brave semmai le più confusionari la mia maestra era una maestra tradizionali cioè noi si è fatto una quantità pazzesca di letterine di asti di quadratini per abituare la mano voglio dire e poi dopo le numerazioni in avanti e inglesi l'elettore idea e li dettati io ricordo che era molto scandita su queste su queste cose insomma come era ovvio anche visto che da grande io ero l'unica che aveva un genitore che aveva un diploma post elementare diciamo in tutta la casa di 37 dei bambini a ero l'unica quindi vuol dire che in casa non c'era una c'era nessuno diciamo che potesse parlare non dico aiutare ma parlare di questioni che avessero a che fare con la cultura all'atto senso intesa insomma ok che ruolo aveva la memorizzazione nelle elezioni non delle elezioni ma poi si imparavano tantissimi e quelle che piaceva di più e lan poesie molto semplice con rima e io mi ricordo che mi divertiva inventare delle poesie poi a chiedere alle mie compagne class tipo angelos il bonario che e narratore per eccellenza o la cuman pertile perché la scuola dei primi anni cinquanta è una scuola identica a parte le questioni correlate strettamente al fascismo ma identica a quella degli anni 30 non c'è quel periodo 48 53 ma anche le mie medie non c'è nessun cambiamento questo a me preme sottolinearlo quindi è imparare a mente e fare impara avere la capacità di impadronirsi di alcune abilità di base le tabelline le moltiplicazioni semplici insomma quelle cose potevano essere come si diceva utili alla vita e le poesie erano poesie in parlavano effettivamente di fiorellini e di farfalle ci piaceva moltissimo è naturalmente però eccetto non non avevano nessuna attinenza con la poesia insomma non proprio ma questo bisogna aspettare ripeto gli anni sessanta perché questo a questo si arrivi e non non certo a quegli anni li ok no no no no no mi dice mi dica no no io ricordo volevo anche dire questo perché forse è interessante che delle 37 bambini che eravamo in quinta elementare in tre facemmo l'esame di ammissione alle scuole medie e altri sei andarono all'avviamento al lavoro sei tutte le 9 37 1900 28 quelle altre 28 andarono smisero misero tutto voglio dire non è che misero andarono di solito andavano a fare a imparare da sarta qui da me o altrimenti si erano dei famiglie contadine lavoravano nei campi il mio dolce gentile fissasse però l'obbligo a 14 anni comunque le quasi nuova serie ma l'obbligo ci si opera logico no no smettevano tutte smettevano in 28 su 37 siamo alle siamo alle soglie di firenze io insisto su questo perché voglio dire dalla scuola giovan battista niccolini di via scandicci alla porta san frediano ci sarà un chilometro e mezzo non è che c'è insomma è una scuola di periferia alle soglie ma insomma una scuola di città non è una scuola di campagna nono bambine smettevano di studia anche maschi forse non lo so certo i bambini si forma le bambine e queste tre che si fece l'esame per le medie e poi appunto successivamente due hanno fatto le magistrali cioè la strada più più corta diciamo insomma mentre le sei che andarne all'avviamento non finirono un avviamento perché di quelle finire all'avviamento furono due sole quindi 4 smisero prima quindi l'alfabetizzazione un alfabeto le elementari eran tutto insomma questo volevo dire perché perché questo segnala proprio anche il nesso fra una classe sociale perché come ho detto lee erano se c'era una persona una bambina una di queste venne alle medie e non era povera per tanzi era piuttosto benestante e babbo faceva era capo muratore e quindi in un periodo in cui c'era da ricostruire le case perché è per il via dei bombardamenti e lui era uno insomma che aveva soldi però era uno che aveva fatto le elementari e la sua mamma lo stesso cioè voglio dire già ha fatto di mandare la figliola che mina alle medie era di già tanto insomma ecco questo gli altri che famiglie erano poveri insomma ecco lei per superare l'esame di ammissione alle scuole meglio ha frequentato le lezioni private dei possibili vati io ci avevo la mamma maestra e questo e ci avevo la mamma maestra che non faceva per me lo era e che mi preparò lei ha all'esame al terribile posso dire esame di ammissione che veniva fatto in una scuola lontana con solo i professori delle medie e quindi per chi era vissuto sempre in campagna andare nella scuola di città proprio di città gli ero in borgo pinti alla carducci la cartuccia allora era in borgo pinti e mi ricordo tutta la strada piena di mamme babbi la mamma perché pago parte di lavorava ma insomma della scuola non si interessava e queste scale nere e questa specie di fico sport ed esecuzione davanti mi fece un impressione terribile facevamo quattro materie scritte orali e venivamo poi ammesse con votazioni varie alla scuola media e fu una cosa di ansia tremenda da questo punto di vista anche in questo caso la il programma era identico a quello pre bellico proprio non c'è nessun cambiamento c'era da recitare da imparare due brani di prosa due lunghi brani di prosa non so ammette mi dette ma mi fece fare manzoni addio addio di renzo al sulla sul lago sull'adda insomma quindi e poi c'era da imparare 10 biografie di personaggi illustri questa cosa e già questo a me dà il senso insomma poi c'era naturalmente la poesia e questo per quanto riguardava locali la storia e la geografia l'italiano e la matematica anche iscritti insomma era veramente era una tagliola ecco perché chi non era vissuto in anche se ci fosse andato se gli fosse venuto in mente di andare era veramente una tagliola che era vissuto in una famiglia non scolarizzata particolare non particolarmente scolarizzata per un problema non è che insomma affrontare una prova del genere anche da un punto di vista psicologico voglio dire ecco perché dava un senso di estraneità atto sale di freddezza come dire proprio piuttosto pesanti ricorda delle persone che magari non sono passate ad esame d'ammissione alla scuola media non ne passava tarantini io non li conosco perchè questi tre bambine noi andammo tutto infatti vorrei dire che un'altra di quelle che passo delle mille e un paio di case ci aveva il fratello maggiore che stava facendo il magistrato e anche lei fu preparata dalla dal fratello che preparò anche la terza quindi diciamo sì c'era qualche germe nella famiglia precedente ecco e tante non passarono e allora il mettevano fuori quindi c'erano votazioni in rosso scritte che erano votazioni insufficienti numerosissime me la ricordo la tabellina esposta nell'atrio della carducci in via borgo pinti me la ricordo ancora non li conoscevo non conoscevo nessuno in borgo pinti e per me era un mondo assolutamente lontano noto quindi non conoscevo nessuno però mi ricordo io la quantità notevole di rossi ecco più i rossi di quelli che erano i blu ok e come ha vissuto il passaggio dalle scuole elementari alle scuole medie come sono state per lei le scuole mani le scuole medie sono state difficili perché noi avevamo una piccola classe e 18 bambini e bambini intanto la prima cosa è che siamo maschi e femmine cosa e alle elementari ho detto si era perfino anziani diversi ci eravamo c'erano due uscite una per i maschi e una per le femmine quindi noi non si incontravano mai maschi a scuola alle elementari invece li sera divisi in una fila c'erano le femmine di banchi c'erano le femmine e in un'altra fila i maschi eravamo una piccola classe di diciotto bambini e bambini e vivevamo in una un'aula bruttissima stretta piccola con una finestra che dava sul cortile con la grata sempre buia era uno spazio che era stato trovato perché anche le medie comunque quando lo si vede che erano in crescita perché non non erano fatte nella scuola di borgo pinti ma in una stanza ricavata in quello che allora era il duca d'aosta cioè un istituto per ragionieri dall'altra parte di via della colonna quindi eravamo in una stanzina trovata per per disperazione per così dire la mia classe lo dico perché era importante dunque le medie sono quindi tra il 53 e 56 le mie medie la mia classe e su 18 bambini c'erano ci ha messo lì tutti i bambini ebrei 7 e perché è lì vicino c'è la sinagoga e i bambini vivevano molti bambini vivevano vicino alla sinagoga all'epoca e purtroppo a farci lezioni di italiano ma quindi di lettere che dunque prendeva larghissima parte del dell'orario c'era un professore anziano che ci voleva anche bene a suo modo ma che era uno che era stato degradato che ragioni politiche dal ruolo di insegnante di cultura fascista al liceo galileo a insegnante di lettere alle medie e l'avevano messo nella l'asse dove c'erano i bambini ebrei non era una convivenza facili mi sembra una stupidaggine terribile il cibo e chi voleva anche bene era uno che aveva però questo gruppo politico dentro ci leggeva continuamente urlando infervorandosi che non erano stati soltanto i tedeschi a fare le repressioni che erano stati anche gli americani che gli inglesi non avevano badato a spese per distruggere le città cioè c'era una carica compito diciamo politico che era molto forte e che insomma io ricordo come un elemento pressante continuo che si esprimeva anche in una tendenza a diciamo a colpire come dire a tenere sotto sotto lo sguardo in maniera aspra i bambini ebrei c'era in classe il figlio del rabbino belgrado scusate io mi sono dimenticata il figlio del rabbino belgrado e che veniva non della che quando sbagliava ecco se sbagliava qualche cosa o se faceva qualche cosa che non doveva diciamo che era più spesso di altri picchiato perché il professore aveva ci voleva bene ci faceva le poesie poi vi dico la mia perché ne sono molto orgoglioso e è però picchiava l'unica femmina riavuto stata presa proprio quelle per il grembiule con un ceffone a destra e una sinistra perché gli avevo risposto fondamentalmente non è che gli hanno risposto male sostenevo che sul mio sulla mia grammatica latina il supino passivo del verbo non so quale l'ha scritto che faceva in un modo invece in un'altra ora può sembrare una ridicolaggine ma io ero così convinta perché non avendo potuto comprare tutti i libri per ragioni economiche che appunto allora la mia famiglia soldi ne aveva pochi ma io studiavo sui libri della mia mamma che li quelle avevano creato lei quindi non su quelli della classe e e mi sembrava che ci fosse scritto in quella maniera e lui mi disse io per te sono un dio ma no signore neanche per idea che però mi fece anche come a tutti gli altri è bambino per bambino ci sapevo sostenere una terzina una cartina che ci identificava il che indica un attenzione alle singole persone che lo dico perché picchiare era all'epoca una cosa più non alle medie ma insomma più frequenti all'elementari succedeva non gravi io volevo anche chiedere delle punizioni corporali alle elementari non gli succedeva mentre devo dire che dopo le elementari è successo solo con questo professore che aveva questa coast aspro ricordo del coupé insomma era stato degradato e per lui questo era pesantissimo era una persona strana quando ci dava un tema lo faceva anche lui in classe e poi ce lo leggeva che fa vedere effettivamente lui le apo di noi ma insomma era anche un modo per coinvolti sentirsi coinvolto è quella che mi riguardava io a parte questo poi andavo bene a me è sempre piaciuto tantissimo studiare leggere insomma quindi non non avevo problemi scolastici e si che questo diceva ma ero anche chiacchierona e e questa cortina diceva ed ora battiamo battiamo le mani a quel diavoletto della soldani cervello a vapore elettrica fila che parla per cento per cento e più mila che è bellissima che è un e io questo questo professore con cui ripeto non era facile convivere e che ci parlava sempre di queste tirava fuori sti bigliettini pezzettini di giornale del periodo di guerra in cui si diceva come e qualmente degli altri erano più cattivi di quel era stata una presenza pesante poi andò in pensione alla fine della seconda media e in terza infatti io ricordo ancora quella che venne la procura professoressa una donna che era che ci parlò con simpatia di mazzini e incredibile ma me lo ricordo ancora perché mi colpì tantissimo perché c'è una differenza perché tirò fuori parlando del 48 mazzini e la democrazia c'è voluto tanto per riavere in onore i principi di mazzini e della democrazia me lo ricordo ora che sono vecchia quindi è importante però devo dire che a parte questo è anche gli ato il professore abbastanza strani perché noi ci sarà una professoressa di inglese anteguerra anche lei ma molto anteguerra doveva essere che veniva a scuola tutta vestita di nero perché si vederà lutto non so se per la mamma promessa con un cappello nero e la vela al nera davanti ci faceva fare diario in inglese tutti i giorni essendo si faceva come voleva lei non solo buttava quaderni sfasciando urlando 22 meno meno oltre più cose questo genere che sono impensabili si era tutti terrorizzati da questa da questa volta dei diari voglio dire che dovevamo fare e quindi chiaro un corpo docente appunto l'unica più giovane questa professoressa è vero in terza media di lettere perché gli altri c'è la signorina ci faceva economia domestica perché noi femmine avevamo due ore in più la settimana dei maschi per fare economia domestica per cucire ricamare e io ero brava anche a ricamare e l'ammenda invisibile tutte queste cose ma la signorina che era nobile ed era proprio quella si dice una stellina parlava sempre e soltanto della sua povera mamma in classe una cosa terribile per noi proprio perché era lamento sissi ma sempre anche lei vestita di nero e con questa cosa della del cucito che permetteva di pensare ai nostri poveri morti ecco questa era la sua frase preferita insomma non era semplice ma diciamo non era semplice neanche dunque la nuova professoressa di lettere di cui mi ricordo bene la figlia che è impiegata in nazionale mi ha detto che si ricorda ancora di me dovevo essere una che faceva piuttosto confusione di classe ma insomma però io mi ricordo che lei mi prese da parte e mi disse ma non ti vergogni di venire vestita così da contadina a scuola una cosa per me ma l'ha vestita ero vestita come dire ci avevo innanzitutto ci avevo le boccole lunghi perché andavano alla zingara allora quindi ci avevo le boccole lunghe lunghe ed era una bambina da d'oro con i pedali e poi a me piaceva tantissimo vestirmi tutto d'un colori si che probabilmente quando lei me lo disse me lo ricordo io ci avevo un vestito che era di velluto rosso e mi ero fatta tingere di loro le scarpe bianche da estate in modo e forse dello stesso colore effettivamente non so se granché però insomma io mi senti veramente calpestata non so come dire come mi fosse stata troppa dignità e da allora come dire infatti e cercai di 30 mil mil e vai questo le boccole nuvole potevo negare perché erano una cosa e magari calato la nonna quindi quelle non si potevano toglie avrei fatto un dispiacere troppo grandi però vestirsi in maniera meno vistosa e anche come dire il meno pacchiana pronto per essere chiari forse potevo farlo e cercai di farlo ecco cioè cerca di uniformarmi a questa a ciò che gli altri volevano che io forse ho apparisse insomma che sono delle esperienze che restano abbastanza dentro insomma perché ti colpiscono più miglianico anche molto ecco questo è fatto le punizioni corporali alle elementari la punizione e corporale come tali cioè qualche schiaffo ma che scappellotto qualche botto e tu sì perché erano considerate una cosa normale io però non gravissime era poi più pesante il fatto di sms dietro la lavagna con la chiesa è rivolta al muro che non è lo scappellotto scappellotto c'eravamo abituati anche in casa voglia di non c'erano problemi da questo punto di vista anzi per ma le mamme erano di solito abbastanza tremende siano le femmine con i marchi io me lo ricordo e ricorrevano con il battipanni in genere perché c'ha il manico lungo e se poteva tagliare anche se scappava figliolo o la figliola la stessa quindi però in classe no scappellotti qualche strattone questo sì ma non gravi episodi contava di più la essere prescelti perché buoni e il prescelto era bello che andava alla lavagna a fare i buoni e cattivi degli altri questo che è quindi e diventava il giudice dei suoi consimili che non è una gran cosa che vista da un punto vista educativo ma che invece piaceva moltissimo perché poter punire e premiare dà il senso di essere autorevoli da un'autorità e insomma questo ci piaceva tantissimo quindi uno era più buono per poter andare alla lavagna favole reattivi a me è capitato più volte perché come ho detto gli hacker hanno chiacchierato parecchio ecco alcune domande innanzitutto ecco come come studiava poi a casa c'è dove studiava e poi la seconda domanda è già parlato dell'insegnante di inglese quindi lei ci studiamo inglese non francese e la terza invece sia comportamento della docente di inglese sequela di economia domestica mi hanno fatto pensare un po a un culto della morte si può anche di ottocentesche di radice ottocentesche se allora del culto della morte diciamo anche anche all'elementare superavano una quantità di oltre alle farfalle ai fiori erano sempre morti è questo lo ricordo bene del resto anche la maestra parlava dei suoi morti e non è che cioè era una vita in cui la morte pesava diciamo anche realmente e poi forse si veniva dalla guerra cioè c'era anche questo da considerare che questi anni postbellici sono anni pieni di piani di morti piene di morti dappertutto anche sui giornali in casa mia giornali proprio non c entravano ma il babbo prendeva dei treni rubava i giornali che si impossessava dei giornali che venivano lasciati sulle sei sulle sedie insomma sui sedili e quindi li portava a casa e c'erano tutte le figure dei morti cioè i morti sono dopo una guerra è abbastanza naturale per così dire che sia così quindi di culto esisteva ma esisteva non soltanto il rapporto all'ottocento io penso che fosse stato rinsaldato non solo ma poi prima c'erano stati appena vent'anni prima c'era stata un'altra guerra voglio dire noi non ci si pensa oggi ma è come se ci fosse stata una guerra tra la fine degli anni ottanta e novanta del novecento e un'altra a ridosso negli anni 10 del 2000 morti sono quindi credo che non sia soltanto una tradizione ma sia anche un modo diciamo per ricordarci in chi dice fase storica stiamo parlando e che cosa c'era alle spalle ma non mi ricordo la prima domanda allora la prima domanda è come studiava dove a dover alle elementari ho studiato sempre in cucina sul tavolo di cucina non solo perché non ce n'erano altri ma anche perché in cucina c'era la stufa economica a carbone a legna e in quella tre stanze non c'era nulla quindi è un po più caldo cina quindi studiavo sul tavolo sul tavolo di marmo della cucina alle alle medie noi avevamo traslocato era vanak a stare in una casa in cui la mamma non aveva voluto e ci fosse la cucina economica perché era un villino e quindi non era abbastanza di prestigio avessi una cucina economica era da poco da classi popolari il villino e da piccola borghesia non c'è niente stufe ma non c'erano neanche riscaldamento io studiavo nella cameretta ne avevamo una camera con tre lettini e uno per ciascuna delle tre figlie e in un angolo che c'era un piccolissima scrivania con una libreria sopra perché bisogna anche cominciare a comprare i libri i libri in casa mia non c'erano la mia mamma leggeva ma leggeva libri della biblioteca quindi io libri in casa non ce l'avevo libri erano per le compravo per la scuola o che cominciai a comprare labour che costava poco ma al ginnasio liceo non alle medie quindi libri io studiavo lì era freddo freddo freddo cioè io studiavo con i guanti e col cappotto questo ma non soltanto alle medie anche a ginnasio e anche al liceo sempre perché in casa c'era un gelo pazzesco era una desolata piante nere primo piano c'è verso cioè gli interni erano terribili infatti non poteva invitare nessuno a casa a studiare con me perché se ci veniva una volta non venivano la seconda però ero in una stanzina parte perché la fame vetta con le mie sorelle ci corre se anno e mezzo loro erano alle elementari e potevano studiare giù in cucina mentre io studiavo nella la camera quindi da sola e quindi studiavo in tranquillità ma col freddo insisto perché perché perché quel freddo mi ha veramente io non sono affatto credono sarà però più freddo mi ha perseguitato per molto molto tempo anche dopo finite le scuole ecco invece poi finiti compiti come trascorreva il tempo libero magari c'era rapporto dei confini perché prima di cominciare compiti andare a farmaci natanti cellino con qualunque tempo fa ero vivevo come ho detto in una zona che comunque anche con le costruzioni nuove mani la casa nuova non era tanto lontana dalla casa vecchia e quindi sempre in questa zona allora si chiamava legnaia insomma quindi è un punto di incontro tra la via pisana e via di scandicci e quindi prende una bicicletta e andavo verso soffiano e allora era tutto un reale alberato di tigli senza case e poi da lì faceva un pezzetto di strada sul verso marignolle oppure andavo a punta greve e faceva un pezzo di argine nel sud a greve io ho sempre avuto bisogno di muovermi e quindi siccome tutto il resto era fermo in casa a scuola allora prima di mangiare qualche cosina e ma poco abbastanza rapidamente e che poi andavo in bicicletta quando tornavo quindi potevano essere le quattro per dire mi mettevo studiati e studiavo tutta la sera io mi ricordo tutta la sera perché alle medie poi vivevo in questo posto che era un cantiere stavano costruendo case la nostra fu una delle prime e quindi sì certo mi ricordo muratori quindi delle volte sarò andata a parlare con loro ma insomma non c'erano i giochi della sper la strada come invece quando ero alle elementari in via molto lì io ero sempre per la strada insomma perché la mattina quanto ci sarà stata a fare i compiti un'ora ma poi li faceva anche la sera a buio quando tornavo quindi ero sempre per la strada invece alle medie diciamo che intorno a me c'era un cantiere di muratori e quindi non è che ci stavo tanto andavo un po parlare con loro di tanto in tanto però non avevo compagni di giochi ecco non avevo compagni di giochi e non c'erano altre cose da fare perché si poteva sentire la radio si sentiva la sera dopo cena si sentiva la radio delle volte con la mamma quando non c'era il mio babbo perché la mamma sentiva programmi intesi come culturali suo padre turoldo pure c'era un consesso dei cinque o dei tre numeri portman sarà una cosa di persone istruite e parlavano di argomenti e vi fa queste cose ne voleva non ne voleva sentire quindi non quando non c'era lui perché babbo a quel punto era macchinista era passato all'esame di macchinista quindi diciamo che c'era a orari molto diversi differenziati era uno che poteva andare a letto alle sette e mezzo per svegliarsi a mezzanotte andare a lavorare ecco questo quindi dipende diciamo l'andamento della famiglia dipendeva dagli orari e dei babbo che erano tutti i giorni diversi perché avevano turni di fare fossero a 50 giorni quindi si ripetevano ogni 50 giorni quindi tutti diversi e invece sul rapporto con il cinema il rapporto con il cinema era intenso perché la domenica siccome appunto ripeto quella domenica non di detto il mio babbo ci fosse e quindi andavo con la mia bisnonna la nonna italia ma fanno il 1879 che dal 1953 quando si andò a casa nuova venne ad atri gare con noi ma anche prima c'è anche quando avevo sei anni sia piano e la domenica andavo con lei al cinema e dove al cinema universale in via pisana che poi è diventato famoso ma che era il cinema laico di contro al chiar di luna che era in piazza della chiesa del santa maria a pignone dove facevano film this anche oppure stalle olio oppure sa anche sante non è che c'era un grande invece appunto io mi ricordo catene tormento con le gonne sansoni con amedeo nazzari si stava le serate perché se entrava e poi si vedevano almeno una volta e mezzo ma spesso anche due e la nonna mi faceva minima a tale via cose belle visto forse belle vie si sa come va a finire ecco invece io perché volevo rivederli quindi per me è stato un grande amore il cinema ma erano film di questa natura figlia ecco perché con la nonna e con i miei genitori io si andava piuttosto da fare una girata alle cascine al cinema mi ricordo soltanto una volta ad esse stata un film a vedere un film che dovrà essere pauroso perché mi ricordo che urla ial alla disperata a un certo punto perché si vedeva un morto e appariva all'improvviso e e basta ma insomma ma anche con i miei genitori non è che si sarà andata a vedere grande film io mi ricordo ancora benissimo una una discussione questo non c'entra nulla scuola ma credo che sia significativo dei tempi a un certo punto deve essere stato 54 55 e un film in technicolor che si chiamava la sua unica e che era un film che parlava degli antichi dei primi cristiani dovrà essere un colossal americano che piacque tantissimo i miei genitori e che han camera piaciuto tantissimo venne a trovarci uno zio giovane fratellastro della mia mamma che la mia mamma era riuscita di nascosto a far studiare perché il mio nonno non voleva assolutamente perché era un alfa beta e un alfabeto zonale sarà anche ma insomma comunque questo era uno che faceva allora l'istituto di ragionieri per ragionieri e che ci disse ma è uno schifo di film il papa ma esiste rimase male e poi argomento ma questo schifo di film lo disse e cominciò a farci l'elogio di tutti i possibili film insomma di un qualche livello registi e noi ci si rimasi malissimo e quando andò via di suo si disse noi quelli non si sono mai sentiti nominare si vede li fanno i cinematografi speciali la cosa ci era rimasta in mente proprio quindi io andavo al cinema mi piaceva il cinema mi piace tantissimo ma le cose si andava a vedere io credo che 77 sorelli per sette fratelli o qualcosa del genere da averlo visto dieci volte per serate intere darò un film musical americano di gente viveva nelle foreste e me li ricordo ecco ancora perché erano sai vissuti ma a scuola non se ne parlava e del resto perché la vita di famiglia o di casa è come se non esistesse nella scuola questo io penso che sia un errore perché dividere come deve privato e pubblico in maniera così rigida non va bene perché quello che viviamo e abbiamo vissuto e abbiamo alle spalle conta per come per come ci si rapporta con la scuola per come si dialoga con la scuola insomma io penso che sia un errore questa questo silenzio diciamo che può essere un silenzio pubblico ma che almeno andrebbe interrotto diciamo su una scala privata ma non per fare confessori e ma per avere il senso della vita che sta vivendo ciascuno di quelli di quelle persone di quegli allievi e abbiamo davanti insomma così come l'attualità non penso che fosse argomento di dibattito scolastico oppure soltanto questo professore non era attualità era la seconda guerra mondiale lui se ne parlava moltissimo malati non esisteva no non esisteva non esisteva per tutte per tutte le medie non è non è assolutamente esistita io ricordo soltanto che quelli erano gli anni perché rieste per ricondurre trieste in italia e che quindi c'erano tutte le manifestazioni di destra perché c'erano i giovani erano di destra non erano di sinistra i giovani e c'era tutto il duca d'aosta e la scuola di via giuseppe giusti che avevano una foltissima presenza di giovane italia che era associazioni giovanili missine quindi che facevano grandi manifestazioni mi ricordo proprio della colonna bandiere tricolori e quindi io cercavo di sapere a casa che cos'è voleva dire insomma però ripeto a casa a miei giornali come tali non entravano ma la radio c'era e la radio si sentiva ecco quindi i babbo mi sapeva dire qualcosa anzi alla mia grande meraviglia è che lui riconosceva anche le facce sui giornali dei politici perché ovviamente erano per la gran parte politici già vissuti già vissuto in precedenza me ok ora torniamo al percorso scolastico allora lei l'ha detto che ha proseguito dopo le scuole medie quindi come avvenuta la scelta della scuola secondaria di secondo grado come si direbbe adesso è stata è stata una una difficile conquista perché io ero destinata ad andare a fare i magistrati non nessuno ha mai pensato che se che io potessi andare al ginnasio liceo ginnasio era fuori orizzonte rispetto all'ambiente in cui si viveva allora ho detto prima che io non avevo libri in casa per tutte le medie non ce l'avevo quindi è cosa leggevo leggevo i libri di scuola miei libri di scuola tutti i libri di scuola quindi è nella dell'antologia di inglese c'erano pezzi da tradurre in inglese e c'era un pezzettino che riguardava socrate la storia della moglie di socrate che era una rompiscatole e che è una chiacchierona insulsa diciamo così passava nella tradizione e questa e parlava però anche di socrate come avrei potuto parlare in una traduzione doveva essere quindici righe al massimo non di più e questa traduzione finiva con un philippe a push up se mons in più in terza io vinsi un premio premio della ride e c'era uno che si amava gigli un presentatore dovrà essere molto all'epoca importante quindi si andò al cinema comunale e mi premiarono mi dettero un libro che ho ancora naturalmente in premio e nel libro si parlava della stele di rosetta e della stele di rosetta con questi alfabeti con questi pezzi e diciamo in diversi alfabeti e diverse lingue che avevano permesso di capire anche parte della dei geroglifici grazie al fatto che c'era un pezzo in greco e insomma io avevo un diario chiuso a chiave in cui scrissi come vorrei poter andare a studiare il greco sarebbe veramente una cosa straordinaria è chiusa a chiave la lama che non si fa ma lei lo faceva scoprì così un bel giorno sono stata convocata dai due genitori insieme conseguono ma è che succedesse spesso e e mio babbo mi disse ma detto a sua mamma età scritto di diario che e tu vorresti studiare greco comunali sicuramente stupefatta stupefatta e io allora litigando con la mamma perché non si fa questo perché seguono viva a leggere allora io non ci scrivo quello che ci voglio scrivere voglio dire è infatti non ci scrissi più nulla perché dentro invece io ero una bambina triste diciamo poi mi piaceva giocare ma insomma i pensieri non erano allegri e e quindi alla fine mi disse senti io sono del tutto contrari perché una donna poi la si sposa e quell'appunto mi sono anche sposarlo quindi non finisce perché questo tu vai ginnasio giornate faccio anche l'università dovrà stare a studiare fino a fino a 24 anni marta possibile uno si innamora si sposa con finisce università poi un di vale nulla non è più che gli serve a qualcosa insomma questo era l'elemento fondamentale e gli esisti però mi piacerebbe comunque mi piacerebbe tanto e bene proviamo prova se tutti siete così decisa io non voglio metterti assolutamente bastoni tra le ruote ma sappi però che tutto devi conquistare e quindi non fa mi paga le tasse del ginnasio liceo e cerca di guadagnare qualche cosa durante l'estate questo questi furono le carte ai patti furono tutti rispettati perché io sono qualche una volta o due e credo di non aver avuto proprio 8 di media ma 78 ma insomma poi mi davano comunque le esenzioni dalle tasse e d'estate facevo le ripetizioni e quindi mi pagavo con quelli le spese suppletive diciamo quindi da questo punto di vista all'andata al ginnasio liceo fu veramente una conquista però non fu facile perché quando entrai in quarta ginnasio avevo ebbe una il primo anno una professoressa di lettere lettere c'erano 19 ore settimanali anci nasi perché italiano latino greco serio giulietti e l'inizio del greco fu con docenti accento circonflesso grave appunto quanto pesa alunno quanto pesa l'altro io non capivo bene chi decideva dove stava questo accetto perché quindi nella in questo mio atteggiamento che se io non capisco chiedo devo dire questo anche ora non vedo perché debba stare zitto quindi alza la mano a un certo punto chiesi ma questa storia dell'accento circonflesso ma come la si agisce in doveva versare questa gente perché diavolo deve stare proprio lì la professoressa siti erano professoressa molto brava che ho amato tantissimo e mi disse cercano tante persone per togliere la spazzatura dalle strade ce n'è bisogno è inutile avere qui persone si fanno domande di odisseo remy girerd aver pianto una settimana no mi sono più provate a chiedere nulla naturalmente ma funziona fu una botta e una botta ma poi io in classici avevo persone e questa anche alle medie perché la zona è una zona mista non era una zona tutta popolare e al liceo ero andata lì al ginnasio ricevere andata michelangelo che proprio accanto quindi se ma noi c'erano bambini di famiglie illustri medici tornaquinci loeb a rilasciare a tutte persone c'era la fila di prefetto insomma e quindi oltre a questa umiliazione diciamo intellettuale poi quando s'andava ginnasti a ricevere una camiciola di lana di pecora fatta maglia dalla mia mamma con le maniche lunghe perché la raffreddo casa quindi senza la miscela che pizzica va ma voglio dire avere una camiciola di lana di pecora con le mani e lunga era fondamentale quindi effettivamente quando s'andava gina si miscelano le mani fatta in casa di lana di pecora e sopra e come usava allora è sotto avviso doveva essere una cosa effettivamente orrenda e veniva presa in giro per questo che questo effect modo di vestire ancora una volta da pecorari a contadini da gente che non si vede cosa centri con ridge naseri c'è questo era di lei sentiva una differenza di classe tremenda tremenda che di laser di possibilità capitole barile andavano con la giulietta a sciare a cortina il fine settimana e io invece come dire cercavo di fregare su biglietti degli autobus perché che per perché non c'erano soldi dovevo appunto testate fargli ripetizioni per pagarmi le spese vive della scuola ma c'era un abisso ma una vera e proprio abisso che poi diminuire perché a un certo punto vi è una rivalutazione anche degli stipendi e la mamma soprattutto mincio a lavorare e quindi diventa tutta un'altra storia quando la mamma comincia a fare la maestra in 54 53 54 e quindi con il mio ingresso al ginnasio c'è anche la mamma che eva altro 54 55 comincia a insegnare lontano da però da lontano da firenze quindi la nonna italia era venuta a sta di casa con noi perché altrimenti non ce l'ha nessuno e faceva da mangiare a pranzo che la mamma tornava verso le tre e mezzo quattro andava via le cinque major mattina perché non ci avevamo mia mezzi di trasporto quindi bisognava prendere due autobus e poi andare a piedi nella alla alla scuola insomma quindi diciamo che a casa quando la mamma cominciò a portare i soldi del suo stipendio le cose cambiano ma cambiarono proprio visivamente cambiò il cibo cambia tutto cambia tutto noi freddo che quello il riscaldamento lo misero nando io andar via di casa vendemmia manager ha però il resto quindi campioni l'esame più il consumo di carne rossa sì ma sarà la card e si rimangiava a fettine trasparenti e non è che io mi ricordo ancora questo colloquio che ha a che fare anche questo non con la scuola ma con le condizioni di vita si le sorelle diciamo mio nonno paterno con cui però non c'erano grandi rapporti però abitava a viareggio e un anno siamo andati d'estate lui è venuto a casa nostra e noi siamo andati a casa sua in modo da potere fare un mese di mare messe di mare in cui avevamo la possibilità di andare una volta a pattinare sui pattini a rotelle un gelato è un disco nel come si chiamavano nei jukebox al mese in un mese queste tre possibilità per ciascuna delle tre severi alla star nella spiaggia alla mamma fa parla con un'altra vicina di ombrellone e questo quest'area egli parla del del pollo come se fosse pollo eccetera la mamma dice a riguardo interessante e bello sì lo voglio fare anch'io le mie sorelle che erano piccoli ne fanno scusa mamma ma noi paul non si mangia e calore pollo costavano che non c'erano all'allevamento quindi non erano mangiare da prove di pollo a meno non fosse un contadino e ce l'aveva piccola parentesi quando io facevo le elementari noi sia stata all'inizio si stava un quarto piano ma sotto il lavandino del bagno ci avevamo la gabbia con due poli dentro il bagno mattino di avere le uova per avere le uova si è però insomma io non è che mi ricordo grandi pretese di queste due galline per prestavano chiuse lì però è che dire se l'alimentazione doveva essere un qualche problema perché se no questo non si sarebbe fatto insomma no niente ma va dal 54 in poi le cose sono migliorate tantissimo quindi è proprio un altro un altro vivere quindi anche il rapporto con i suoi compagni di classe è mutato da quel punto di vista oppure no ma non è un pane e non davano molta importanza a questo era più la presa in giro per come ero vestito per queste persone di alto livello diciamo non investire contava un mio compagno di classe di mi ricordo in quarta ginnasio che venne con un golf invece con la giacchetta in classe fu mandato via questo me lo ricordo bene che a fu mandato via fu mandata davvero di coli che era il preside perché per punizione e perché non ci ritornasse più non ci riprovasse un'altra volta perché in classe bisognava dire investiti per bene con quindi i maschi con la giacchetta ecco questo e le femmine google.com grembiule bianco nero scusate fino a tutto il liceo sì perché e noi entravamo perché le classi erano bensì miste però noi si entrava da un'altra porta rispetto agli altri ai maschi maschi entravano e portone principale e noi si entrava da una porticina secondaria lei è anche la la fase il periodo diciamo della ricreazione i maschi che si sa son più vigorosi potevano uscire di classe mentre le femmine non potevano uscire dalla stiva dire la re per i bandi mentre i maschi erano obbligati ad andare fuori in modo che non ci fossero contatti ciò nonostante io presto gresso mi fidanzai con un compagno di classe perché naturalmente le proibizioni servono a essere violate fondamentalmente va beh ecco quindi come com'era la vita studentesca all'interno del liceo del ginnasio rosa e il liceo è un'altra all'interno del ginnasio furono due anni difficilissimi per me ma difficilissimi da un punto di vista anche personali mi affezionai anche in maniera morbosa a questa professoressa prima di lettere è nella mia vita tarda quando ho fatto i giornali di donne io ho scoperto essere stata in giovinezza una macchina nazista pur mai mi sono innamorata di lei proprio innamorata come si può fare è soltanto a quell'età era una persona molto colta che sapeva il sanscrito e che ci presentava la lingua greca attraverso diciamo tutti i radicali e le trasformazioni delle radici dal sanscrito greco quindi era una bravissima che sapeva il ladino sapeva il tedesco e quindi io ebbi poi quando lei andò via quell'anno e si cambiò avvenne una che aveva l'unica preoccupazione ma terziaria francescana quella di fink alimenti di quinta ginnasio che si lesse tutti i promessi sposi in classi cioè noi si passa più della metà del tempo a leggere ad alta lei leggeva ad alta voce noi ci si annoiava terribilmente però io quelli sono stati anche per me anni molto difficili cioè io ho avuto alcun quinta ginnasio con questa nuova docente che era buona ma non francamente proprio non mi piaceva non stimolava non era chiusa io ho avuto poi ho iniziato una pesantissima crisi religiosa io ero molto religiosa che è durata anche per la prima liceo e questi anni della quinta ginnasio e prima che ci ha permesso state difficili da un punto di vista individuale ma naturalmente questo si ripercuoteva nel fatto che poi come dire non riuscivo a stringere amicizie e vivevo abbastanza chiusa in casa insomma leggevo leggevo compravo questi libricini appunto della bur man insomma avevo avevo andava benissimo a scuola ma questo non conta insomma già ero una che aveva bisogno di di fare quel salto e quel salto se non significa permettere a formare anche mio modo di stare al mondo insomma quindi già alla metà della prima liceo cominciai a fare allora si faceva un esame è tra la quinta ginnasio e la prima liceo e di anche in questo caso la pri la quarta ginnasio noi eravamo 36 36 ragazzi in quarta cina la follia ci credo che cercassero di avere l'autorità e di perché è tenere buone 76 persone che voglio dire è difficile edifici noi si è finito la terza liceo cinque anni dopo i 18 quindi questo vuol dire tantissimo in abbandonato perché certe c'era poi bocciato sfottò avevano erano partiti insieme incolta cina seppure ci sono state delle aggiunte cioè stati delle aggiunte di questi 18 12 erano dalla quarta ginnasio sei si erano aggiunti via via non sempre perché i ripetenti qualcuno veniva da altre scuole dal galileo mi ricordo due dalle gallerie come appunto però ecco ripetenza era abbastanza normale non come alle elementari e non come le medie però insomma i presenti c'erano tutti gli anni c'erano e quindi diciamo il passaggio ed artigiano che è l'elemento aria nei media forse perché al liceo già era stato attivato un meccanismo di per sé elezioni sì perché comunque chi andava in quarta e quinta ginnasio già appunto aveva questo percorso lungo davanti e poi insomma aveva in mente di dover stare a studiare quindi improduttivo non fino a 14 anni o 15 ma insomma per altri 10 dopo quindi sono effettivamente ci voleva un pò infatti anche la classe sociale cambia è perché ginnasio classi sociali c'era qualcuno di famiglie relativamente modeste però in genere la famiglia di impiegati per i più modesti grandi impiegati non c'è di persone che comunque avevano una cultura zione non propri elementari è una è un altro mondo quello del ginnasio rispetto era un altro mondo rispetto a quello che le medie il salto era grosso era di nuovo grosso era stato grosso anche alle elementari ma si può fare una traslitterazione storica anche negli anni 2000 ginnasi era un altro mondo rispetto alle medie ecco si siano proprio questo questo implicava a me dire un ri adattamento ogni volta ha capito c'era da riprendere le misure quello che io dico dei vestiti ma non perché sia fissata questi risulta altro ora non lo sono più ma all'epoca io cercavo di imitare i vestiti classici che mettevano le ragazze di famiglia bene con grande disperazione dei primi e familiari perché questo significa comprare della tipo le stoffe di scozzese buono perché andava alle stesse la mia mamma che mi faceva golf non è che si usavano quindi li faceva lei a maglia e che no che fossero dei colori e della tipologia che era seria come all'epoca può pensare le ragazze bene diciamo degli anni cinquanta è che erano in questa maniera quindi c'era un tentativo di adeguarsi anche visivamente e in qualche misura anche nel modo di parlare perché diciamo io poi ho riconquistato come una conquista il fatto di parlare non male ma insomma se poi si sente che sono toscana non c'è nulla di male mentre a scuola diciamo lo sforzo fu quello proprio di non far sentire minimamente o il meno possibile di dove venivo ecco questo che insomma poi ritornarci sopra e cambiare non è stato banale perché è stata una riconquista diciamo del me come io dovevo essere insomma di cui nero di come dovevo s il liceo e stato un bellissimo percorso un triennio anche questo faticoso ma bello meno faticoso sul piano individuale perché appunto poi quando ero in seconda liceo mi sono fidanzata con un allora se ci si fidanzava ufficialmente cioè con l'invito dei genitori a casa e quindi con un compagno di classe che era anche lui bravo e anche lui di famiglia molto modesta tutti e due i suoi genitori aveva fatto la quinta elementare erano sarti in casa da uomo e quindi in crisi nera perché con la fine degli anni cinquanta iniziano le confezioni e quindi i vestiti non ci si va più a farsi rifare da un sarto perché costa più cara ovviamente anche loro come casa con pochissima con pochissimo riscaldamenti a c'era una stufa a legna calza lunga lunga grande grande quindi freddo anche letto lo dico perché forse oggi non ci si rende conto che cosa vuol dire poter vivere in ambienti tranquilli riscaldati insomma aperti con spazi propri e vabbé e l'attrice lo dicevo è stato un liceo importante per miglio questo passaggio dalla religione vissuta in modo molto intenso quando facevo la terza media avevo vinto un concorso per andare in un incontro speciale con i ragazzi di 14 anni da pio xii a castel gandolfo quindi io avevo una no stop quell'incontro come è stata quell'incontro come la ricorda lo ricordo l'incontro non piacevole ma la il viaggio noi vivevamo questo viaggio a roma siamo stati a roma quattro giorni ospiti della domus mariae con i premi religione nostro che appunto per cui era stata prescelta da firenze s'andò in quattro e si andava tutti i giorni naturalmente alla messa destro ma io questo lo facevo volentieri insomma non mi pesava fatto e poi si faceva discussioni anche su episodi del vangelo quindi le giornate erano molto religiose diciamo però a me questo non anzi mi piacque perché c'erano ragazzi e ragazze con esperienze diverse quindi lo ricordo con favore un piacere l'incontro con pio xii fu abbastanza freddo la pioggia non ha veramente gelido anche nell'incontro ci fece baciare l'anello è però poi tutti che cantavano l'inno in cui c'era questo pio xii che che si esaltava e a me risulta a freddo ecco qui l'incontro però non è che questo scalfi minimamente come dire il mio rapporto profondo con con la religione non soltanto con la chiesa anche con la chiesa come come istituzione è perché non saltare in una famiglia non religiosa perché miei non erano cioè saranno stati anche ovviamente ram battezzati ma non frequentava ma non solo loro ma neanche le nonne neanche le bisnonne io vengo da una famiglia era laica ma invece io ero molto religiose e cercavo anche di convincere di convincere quelli di casa s insomma la il primo anno di liceo però questo chi vuol dire interessarsi del mondo ecco avere una concezione del mondo e quindi la transizione sul radicale ma fu una transizione che non implicava disinteresse per il mondo semmai si laicizzata quindi io cominciai già in prima alla fine della prima liceo alla fine fine febbraio della prima liceo organizzare uno sciopero per avere il riscaldamento in classe perché i freddo c'era anche a scuola non c'è male termosifoni al ginnasio liceo michelangelo alla metà degli anni cinquanta e nella seconda metà i termosifoni non c'erano c'erano le stufe di terracotta rosse che però spesso erano spente quindi in classe faceva freddo e bisognava stare con i guanti e allora io organizzare uno sciopero perché si accendesse la stufa perché la stufa non funzionava doveva venire quelli alle valli lo sporco di dentro e non funziona e quindi organizzando sciopero poi in seconda liceo con altri ha organizzato il sono orgogliosissima un giornalino che si chiamava incontri incontri tra ragazzi e ragazze di diverse ispirazioni politiche sono liberali purché non fossero qualunquisti e non fossero fascisti perché ancora appunto negli anni miei del liceo questa era 58 61 questa era la realtà quindi avere qualcuno che si interessasse di qualcosa era fondamentale e io per me è stato fondamentale nel liceo la frequentazione dei un'associazione creata da un professore del galileo cattolico che si chiamavano i sabati dello studente i sabati sera c'erano discussioni a tema sull'argomento con persone che parlavano e la domenica mattina in un cinemino di via capponi di virginio capponi che una luce più che della parrocchia se andava a fare il cine flat con le rappresentazioni cinema di un film bello di un film storici come si dice sempre l'armata potemkin e con discussione il semplice per me quelli sono state è stata una cosa fondamentale io andavo sempre il sabato sera e cercavo di andare sempre ampio a domenica mattina prima di andare ad ogni mattina prima di aver permesso che andava alla messa ancora e il film ha cominciato alle 10 io dovevo rifare la camera andare alla messa è essere lì alle 10 non sempre ci riuscivo ma spesso si diciamo ecco questo per me fu importante e andavo lì e sentivo parlare discutere non parlavo io ero a redona se mai intervenuta perché alle di alle cose della mattina perché della domenica mattina perché io non avevo soltanto da imparare ecco però ho imparato tante cose e quindi per me veramente è stato sono state anni quelli del liceo importantissimi poi appunto ha cominciato a comprarmi libriccini della bur di letteratura io sono una fan che all'università pensando di fare letteratura non pensavo certa storia quindi è stato importante perché cominciavo a leggere anche gli autori steri quindi non soltanto i libri di scuola insomma ai sono stati anni fondamentali e sono state anni tanto più importante perché nel l'estate in cui mi sarei scritta alla seconda liceo io mi iscrissi alla federazione giovanile comunista italiana la vicenda d'estate d'agosto allora la federazione era de benci senza conoscere nessuno senza essere mai stata in massa del popolo se non per fare le recite alle elementari miei genitori non erano politicizzati non erano iscritti a nulla e io dissi però per fare qualche cosa insieme a qualcuno che il giornalino e basta non serve bisogna che io sia anche insieme a qualcun altro ecco questo era la cosa siccome non conoscevo nessuno non conoscevo nessuno andai a iscrivermi allora non c'era nessuna gli iscritti studenti medi sarà 17 di tutta firenze e non mi volevano far riscrivere perché quello che io trovai anche primi di agosto gli disse ma a te che ti ci ha portato finalmente c'è qualcuno in casa no sei andato nella casa di poco no io però diciamo di sì ho letto ho cominciato a leggere qualche cosa di giornali paese sera leggevo allora lo compravo io appunto e io mi sembra di essere d'accordo con questo provo provo quindi insomma gli anni del liceo sono stati importanti perché i sabati dello studente con i cattolici e l'iscrizione che continua anche dopo è perché io questa questa cosa ce l'ho ancora settimana scorsa ha fatto una una giornata con le comunità di base fino all'isolotto su gomma insomma anzi molto bene io come dire sono molto legata alla necessità di impegnarsi nel mondo insomma noi ci sarà la fortuna io tifo sempre di essere nati in un posto insomma felice rispetto a quello che sono tanti posti del mondo di aver avuto tante opportunità insomma bisogna riconquisti bisogna in qualche modo che questo lo si renda al mondo in cui si viva vive impegnandosi il più possibile però poi furono anni belle anche dal punto di vista culturale quelli del liceo perché io ebbi un professore di italiano se il primo in prima anno si cambiava di continuo anche allora in prima c'era uno che era uno che faceva le letture dantis e che quindi ci faceva tantissimo dante mentre seconda in terza io ebbi un professore che si scontrava duramente con la professoressa di greco e latino la professoressa di latino e greco era una fondamentalista cristiana che poi ospitò nella sua casa la chiesa delle fer quindi una tragedia una frenetica e il professore invece era dei gruppi lapiriana di quello di italiano ma aperto anche erano gli anni della nascita del centrosinistra aperto alle istanze socialisti quindi era un cattolico socialista ei due si scontravano durissimamente da tutti i punti di vista e questo peso anche per noi però il professore che si chiama giorgio toschi era uno che in classe ci faceva ci divideva il programma di italiano in due parti avevamo quattro ore di italiano due ore si faceva la letteratura dell'anno e ci spettava e due ore si faceva discussione di cinema e letteratura contemporanea cioè lui ci diceva tipo andate a vedere rocco ei suoi fratelli e poi si discuteva in classe b rocco i suoi fratelli bellissimo è ho detto molto innovativo molto innovativo era uno straordinario una molto giovani giovani di un tumore ma non solo ma uscì probabilmente proprio il multi mano e 61 dell'asse del 61 ma non lo ricordo le ceneri di gramsci di pasolini si lessero due poesie poi ci dava da pensarci sopra e la settimana dopo se ne discuteva in classe non tutta la nostra classe era d'accordo perché metà classe si ribellava questo dicevo ma ma come si può fare a fare d'ore di algeri e due ore di pasolini che dire no in realtà questo veramente si apre un mondo dio insomma è una fune esperienza è stato un personaggio assolutamente punto straordinario lui infatti mirava e credo forse ci ha dato gli ultimi anni dopo che noi sarebbero andati via a magistero di arezzo ad aprirlo magistero ad arezzo a insegnare letteratura italiana era insomma è la mano e scriveva anche pubblicava articoli i due si scontravano e i due si scontravano volle dire che all'esame di maturità questi diciotto poveretti che erano arrivati e furono presentati dal membro interno questa professoressa di latino e greco chiara se glielo voglio dire perché è una cosa terribile entrò in aula davanti ai commissari esterni disse bocciate di tutti perché sono una banda di presuntuosi e furono rimandati a ottobre allora s'andava ottobre anche le all'esame di maturità due miei compagni raleigh aironi che poi divenne docente ordinaria di letteratura francese e roberto toni che credo di riga ancora il teatro niccolini che la stati ammessi con 8 a italiano furono rimandati a ottobre furono rimandati a ottobre perché certo la nostra preparazione era una preparazione che ruotava intorno al valore civile della letteratura perché questo era in di qualunque autore si studiasse con questo professore dos che quindi era importante i professori allora lui non parlava dell'attualità come tale però se io dopo ritrovato quelle che erano le discussioni del tempo sulla letteratura l'impegno della letteratura il ruolo civile della letteratura è la letteratura realista neorealista nei confronti di quella invece come simbolica che stava nascendo e lui era schierata evidentemente da una parte e questo si trasfonde va in noi però c'era anche una nostra sensibilità io dico il professore di filosofia di storia e filosofia che ci dettava regolarmente tutta la storia è tutta la filosofia quindi si ripete che diceva lui quello che lui diceva che si scriveva il si ripeteva i libri lui non li considerava però io ricordo ancora quanto effetto mi fece quando a proposito di giordano bruno che stava spiegando disse beh sì poi interessava certamente le questioni teocratiche alla chiesa ma soprattutto l'interessato è fatto che questa andava a colpire gli interessi economici della chiesa perché poi si arriva sempre lì disse questo si arriva sempre lì io mi ricordo e in autobus era alta da su sedili da com'ero fiera di quello che lui aveva detto perché era un legare la filosofia di tanti secoli prima a quelle che io sentivo come problemi del presente no insomma gli e professori di liceo delle materie umanistiche quelli delle scienze erano non sapevano di nulla non sapeva la loro materia era un problema ma insomma questi questi anche la chiarastella era brava è però purtroppo come dire è rimasta come emblema di una che quando parlava di letteratura greca era straordinaria ma ne parlava si e no due volte l'anno perché poi se no interrogava e basta per ore e ore e ore non faceva assolutamente altro quindi diciamo però ecco del liceo yo questo ricordo largo importante bello di persone anche miei i miei compagni e compagne degas erano persone che amavano studiare erano lì per studiare insomma qualcuno bocciava qualcuno studiava meno però insomma erano persone che non stavano come si dice a scaldare il banco se non insomma qualcuno certamente c'era che poi andavamo a lucio tant'è vero che il bocciatore c'erano però insomma in generale l'atmosfera era quella di persone interessate che anche quando facevano le battute e facevano spesso in correlazione con quello che se adesso diamo quindi vuol dire che c'era una capacità di inglobare il vistoso no come di legare lo studio alla vita come si dice di solito in questo in questa maniera quindi diciamo all'esame di terza liceo fu drammatico io andai bene perché è dai beni proprio nelle materie di storia alla filosofia di passare nova italiano e 9 a storia perché mi ero presa libri mi era un profeta che allora era un innovativo un testo innovativo e mi ero studiata tutta appassionatamente anche per ora scritto in piccolo per cui alla domanda del professor mi ricorda ancora che fosse la rivoluzione francese egli seppe disabili e gli dissi mia spot e emea sport e tutte le differenze tra altre varie costituzioni della repubblica francese che c'erano scritte sui set professori in cina aveva dette e questo e rimase trovavi me e anche il che mi ricordo ancora e c'era una apparente di di cavour che e viveva ginevra e che era stata un po giacobina e se ce l'ha scritto nel 63 questo io naturalmente sapevo quindi lui dovette avere l'impressione di una persona e chissà cosa sapeva invece sapevo quello che c'era scritto nel libro diciamo che avevo studiato accuratamente ecco non è che però ripreso poi io sono andata in realtà all'università pensando di farne alterato italiana perché avevo quest'amore di questo professor toschi che mi sembrava ma si muovono potesse godere nella vita ecco è coperto nei vari stand sarà quindi agli uomini dicendo hai detto chi leggeva molto ci sono stati dei libri che l'hanno influenzata particolarmente beh io leggevo tantissimo e leggevo però cose dell'ottocento quindi tutti i romanzi russi della grande letteratura russa dell'ottocento sostò e dostoevskij questi rolletti tutti e poi anche tanti francesi tutto isolato tomo passa tutto però c'è effettivamente tanti sono questi libriccini della pura erano veramente tanti tanti quindi tutte queste cose io cercavo di reagire e poi appunto questo era rimasto probabilmente da da quando i libri non c'erano io veramente legge no santolo ge antologia di testi che ci piaceva a comprare per l'italiano per io li leggevo io e leggevo anche qualcosa in più mi ricordo benissimo di avere letto per esempio perché essendo poi brava diciamo così i professori mi facevano fare per le specie di esibizioni sono viste ora mi fanno fanno un po paura ma insomma comunque allora era era così e quindi per esempio il professore di storia e filosofia mi disse perché non fai una relazione in classe su voltaire e mi dette da leggere il secolo xviii e poi quindi a parlare di voltaire parlarvi del secolo xviii in classe implicava è andato a leggermi dei testi oppure e questo però aveva a che fare con la mia iniziative diciamo così con il fatto e si sapeva iamm e che io mi interessavo di politica e quindi perché organizzavo anche a quel punto negli ultimi due anni organizzato si chiamava il venerdì del mic e cioè venerdì pomeriggio nell'aula di storia dell'arte si facevano degli incontri spesso di arte d arte archeologia storia ma insomma non di non di attualità però per fare queste cose ci vuole o ci voleva un interesse largo per quello e tuffa a scuola che si traduceva immediatamente nella mente stessa anche dei professori perché ripeto io non è che facesse attività politica ci pensavo neanche però organizzavo il giornale organizzata e poi andava a distribuire naturalmente organizza volete dirmi che andava e savate lo studente questo vuol dire interessarsi di tante cose e questo era di tante cose impegnate non insomma non mi ricordo di essere mandata a giorgio a giro per le vetrine insomma non mi interessano per hartmann non m'interessava non ci trovavo nulla di buono e cercavo sempre di farlo insieme a qualcun altro della classe questa mia amica brunella ero lì o appunto anche andrea quello era il mio fidanzato serva un gruppetto di persone la marinella filastò c'erano tutta una serie di bonsanti che è quello è stato direttore delle pietre dure e dell'opificio delle pietre dure e insomma saranno tutta una serie di persone che anche di altre sezioni parallele che io riuscivo a coagulare anche grazie a queste a queste iniziative no quindi diciamo poi avevo tanti amici con cui fare le cose quindi se si faceva qualcosa qualche iniziativa però erano di questo genere insomma non erano direttamente legate alla politica anche su questo di incontri lo dico perché è stato berlino tre anni fa una bibliotecaria di dell'università di messina ma mandato un numero di incontri che avevano loro la fotocopia di un numero di incontri e invece poi è allora a questo punto da vedere se c'è ma nella biblioteca lui c'è ma è durato tanto è durato anche dopo perché è cominciato nel 59 ed è finito nel 60 fatto che quando io da tre anni non ero più all non ero più al liceo insomma quindi è durato anche oltre insomma abbiamo abbiamo fecondato e terreno perché sa dava anche nelle altre scuole perché prima inizialmente si era abbastanza tutti del mio l'angelo il barman che quindi di galileo qualcuno dell'istituto tecnico erano modalità di aggregazione per uscire dal qualunquismo perché la grande bestia nera degli anni in cui io sono cresciuta era il qualunquismo era il menefreghismo una cosa di cui non ci si ricorda che ora sembra sempre giovani sia stati impegnati non erano per nulla impegnati così e si impegnavano si impegnavano a destra ripeto questo è una cosa è soltanto a partire dal sì forse 59 60 ma manca allora abbastanza poco insomma ci vollero veramente i primi anni sessanta un minimo più di benessere di rilassatezza di mondo progressivo intorno non la durezza della guerra fredda insomma non lo so della il clima comincia a cambiare con i primi anni sessanta anche fra i giovani però prima insomma quegli anni la fase di passaggio fra 50 e 60 che sono gli anni del mio liceo ancora c'era una battaglia da fare ecco diciamo sera un elite e io ho avuto la grande fortuna di avere probabilmente anche alcuni docenti alcuni professori e in particolare questo professore di italiano che mi hanno aiutato a fare questo salto ok io dopo quello che ha detto avrei alcune domande allora se si ricorda qualche incontro con qualche persona di lievo anni che è come erano poi strutturate le riunioni di redazione se per esempio si riuniva che settimanalmente dovevi riuniva te come te levate anche i contatti tra di lui lo scontro mio è con la chiara sally è quello l'ho patito devo dire eccola qua e lo vedeva tutto questo impegno ma io andavo bene alla stile greco non è che andavo male però primo effettivamente chiacchierato cioè io tutto queste ore di interrogazione per me erano una cosa terribile perché quando c'erano due ore due ore di interrogazioni di persone che in poi venivo po interrogata perché ero preparata quindi non mi si interrogava tanto si sapeva che io sono secchiona e quindi studio io non ho mai avuto problemi d'udito sempre anche miei nipoti e va bene io sapessi da allora perché sembra quasi un disonore avviso quindi no io mi piaceva e lo facevo e dunque alle ore di interrogazioni ma noi avo quindi chiacchiera in più come ho detto organizzavo tante cose alla sel e questo non andava giù di racconto perché perché allora un giorno e mi annoiavo avevo hanno dato gli mi mettevano sempre il primo banco e il liceo e lo passa tutto il primo banco non perché ero brava ma perché ero chiacchierona e e allora legai al banco con il gecko nella cintura di grembiule la mia compagna di che l'appunto la gara sally la chiamo marinella filastò era e per l'appunto lo chiamo e quest'anno in s'alzava che io presto presto vedrà soltani urlò la selle e io che venir che in quel che è di quasi paura è che presa così alla sprovvista poi con la cosa di dove si scioglie la svolta nodi e rapinata mi venne fuori un esclamazione di casa di quelli che usavano in casa che era soldani un par di zeri successi finimondo per comparti serie per mele da un'espressione veniva usata correntemente ma mi rendo conto mi sono resa conto dopo che poteva alludere ad altri quindi lei diventò rossa un peperone e mandò a chiamare i genitori quando due mesi dopo probabile che stavo facendo la seconda organizzai una seduta del venerdì del miche che diciamo in qualche modo poteva avere qualche caratteristica diciamo di politici che nel senso la nascita della repubblica italiana capito il michele è insomma e si fece in contemporanea subito dopo uno sciopero un ricordo per che cosa la chiarastella mandò a chiamare mi disse foglietto barbero signora boh non sapeva neanche che classe che sezione facevo perché non che fosse contrario ma diciamo essendo circondato da donne studiavano cercava di mantenere la sua autorevolezza disinteressandosi di questo aspetto a cui lui non poteva partecipare allora viva aboca della sel e la sel e riunisce basta suo figlio non si può più sopportare fa cose che ad una femmina in particolare non si addicono organizzare scioperi fa giornalini fa l'assemblea fa qui fa la e quindi la invito ad a controllare meglio la sua figliola e il babbo che come ho detto di scuole di sapere erano persona intelligentissima ma come dire dove a difendersi un po diletta una risposta terrificante perché gli disse a credevo lama avesse la mi volesse dire la mia figliola l'andava a far marchetta alle cascine e questa la fine perché la selle girò le spalle divento viola girò le spalle e lo lasciò li impedito una brava detto tranquillo perché gli sembrava che queste cose che io facevo vabbè potevo farle o non farli nell'union importava granché non sempre lui partecipava gli scioperi dei di ferrovieri non era iscritto neanche alla cgil voglio dire non ripeto però non mi sembrava ci fosse nulla di male a fa tutto questo è il suo modo di dire non c'era nulla di male che poteva essere spesso con frasi molto più carine e molto piu scolastiche invece fu detto in questa maniera che per lui non s'è poi se n'è discusso tanto a casa pensie madonna ignorante latu professionista a prezzi low andati questo punto da fare è che l'ignorante le era stata lei e io cercavo di spiegarvi però insomma per lei sentire questo linguaggio non era comune ecco all'epoca non è che si usavano ma con lui non aveva usato parolacce per le sue chiare però questo fa marchetto alle cascine era inequivocabile ecco un modo quindi ho con lei mi sono scontrata tante volte tante volte perché insomma lei proprio non sopporta ripeto era reazionari e vabbè ma questo io non uso di professori molte più numerose venire azionari perché quelle dire è che la professoressa mileti di latino e greco di quarta ginnasio o il professor ferdinando pagni della prima e seconda media fossero all'acqua di rose erano persone insomma però erano anche persone comprensive voli di poi e che riusciva a massa a passare oltre quelle che sono delle apparenze iniziali delle persone quindi fatto che io fossi una che faceva domande che una che sanno che manifestava chiaramente non che sia non amano anche gli altri che manifestava chiaramente quando sandriana questo per me è un professore non deve annoiare c'è questo deve essere il suo primo obiettivo perché si annoia può dire chiaramente che stanno non sta facendo bene su mestieri e a me anche per iori io a me il mestiere dell'insegnare mi sembra una cosa molto bella a tutti i livelli a tutti i livelli concordo per per tornato da per invece la rivista quando è dunque gli incontri della rivista inizialmente alcune volte quando eravamo del michelangelo perché all'inizio comincia si facevano prima dell'inizio del venerdì del miche prima delle assemblee delle riunioni diciamo culturali che si facevano nella stanza di storia dell'arte perché delle volte si proiettava sul sullo schermo sul telone che c'era poi quando intervennero anche altri si fecero alla camera del lavoro in borgo de greci che ci dava una stanza 1 spesa che ci ospitava diciamo per per poter far sì che venissero anche gli altri un paio di volte si son fatte perché il sabato dello studente poi si trasformarono in alpha 62 si chiamavano che aveva una grande sala via degli alfani c'è ancora un portone grande forse perché tanta 62 insomma c'è un aula che fa parte in qualche modo grande aula della facoltà di lettere prima dell'inizio del muraglione e quindi ci siamo trovati un hub 82 anche lì quindi diciamo che la sede era un po variegata che ci ospitava più di tutti poi alla fine divenne quella della camera del lavoro perché lì almeno non c'era ogni volta chiedere permesso matches aveva il permesso una tantum di andare a fare questi incontri io c'ho ancora tre o quattro numeri di questa rivista ma soltanto tre o quattro e mi dispiace perché insomma sarebbe interessante avere a ora non è che ce n'era tantissime in quegli anni i primi anni sessanta cominciano essercene tante quindi si discuteva li della riforma della scuola cioè una rivista in cui c'era naturalmente il pezzo letterario come usava allora la poesia scritta da uno studente è una recensione un libro una recensione un film ma poi c'era la discussione si era cominciato nel 59 a discutere di riforma della scuola media e media superiore quindi noi lì ci sono negativi qualcuno scritto anche da me mi fa però insomma ragazzina di 16 anni insomma le opinioni su questi cambiamenti sulla riforma su che cosa andava cambiato nella scuola quindi c'era una parte iniziale politica diciamo ecco per esempio ora nel della riforma per esempio della scuola media sì se nella scuola media inferiore ma anche della poi dopo della della legge cui insomma quindi dell'inizio della discussione sulla secondaria sì perché poi nella seconda metà degli anni cinquanta cominciò molto la discussione in 158 a discutere sia anche di questo delle trasformazioni da farsi la questione della scuola esplode 50 57 58 58 insieme naturalmente al benessere alla esplosione di un minimo di possibilità e anche di un bisogno di ea farsi delle competenze maggiori e del 69 una grande inchiesta che dicevi guardate bisogna e vivo date delle competenze superiori a quelle di cui sono a disposizione perché altrimenti non si sostiene lo sviluppo poi hanno visto che erano anche esagerate come proiezioni però insomma c'è un interesse diciamo per lo sviluppo a sviluppare a cambiare quindi anche la scuola ea cambiare questi tappi di bottiglia continui c'erano per la scuola perché messi dice sempre scuola media unica me punto è che non c'è l'esame d'ammissione intanto perché questo è fondamentale tanto che nei primi anni a quella cosa iniziale la scuola media alle classi differenziali io ho fatto supplenza la mia prima una delle mie primissime supplenze perché allora c'era talmente tanto bisogno che al terzo anno di università si poteva fare domanda ai provveditorati per fare supplenze la prima supplenza non mi è capitata è stata in classe di media differenziale in cui c'è la persone tra 17 e 19 anni ho avuto paura io devo dire la verità di paura perché mi trovai circondata tutti allargate e roero piccino anch'io ad esempio che non è che poi se uno ha e nel settore stato l'inverno 63 64 e quindi facciamo 21 hanno ammesso lo dimostrava anche mirino insomma avevo due anni più di 23 anni più dei miei allievi era difficile fu difficile 15 giorni mili rivolta ancora mi sentivo aggredì desiderate aggredita insomma gr fu un'esperienza dura a parte l'idea di fare differenziale anche alle medie io spero che sia andata a finire perché io non ne ho fatte più o meno no non le accetta i più quella il restauro di è sospesa nel 71 le differenze nelle meni quindi allora proprio gli angoli definitivamente nel 77 sì che si pensi ma non ho accettato più di fallire i differenziali io ho fatto sempre trova lì ci saranno state al massimo delle scoreless cole media massimo saranno sempre di studi speciali però il labbro e quando cha da me e dal 63 a quando mi sono laureata nel nell'estate del 67 poi nel mio mi sono laureata a luglio ea ottobre ho avuto un anno intero di dopo scuola alle medie statali qui a firenze quindi subito dopo tre mesi mai avevo anche altre esperienze perché nel finisco qui ma questa riguarda in qualche modo una scuola neri le 61 62 e quindi primo anno di università il sindaco di vicchio di mugello per bilanciare l'eccessiva fortuna di don milani la scuola barbiana tutto il giorno emise il doposcuola comunale che alle scuole medie di vicchio statali però non c'erano i doposcuola e non c'era e prolungamento d'orario sulla grande là da venire quindi dovrà pagare tutto il comune per pagarlo poco e poi per saltare anche tutti gli obblighi sennò di legge e chiamò attraverso la federazione giovanile comunista perché altrimenti se no come faceva lui sa conosce mi chiamo me a insegnare in una classe del doposcuola io ho fatto il primo anno di università o anche insegnato a vicchio di mugello tutti i pomeriggi cinque giorni a settimana e quindi potevo frequentare solo le lezioni della mattina però insomma questo intanto di ora sono tutti buoni tutti gli voglia bene ma don milani all'epoca era visto contraltare perché comune s'imbarca nell'organizzare una perché anche c'erano varie sezioni e anche gli altri insegnanti era insegnati e lo facevano non senza spese e offrirgli ho guadagnato qualcosa per però non era lo stipendio di un professore di secondaria quindi lui poteva spendere meno in più l'anno sulla quindi non ci metteva sopra anche i soldi per la previdenza per gli assegni per le assicurazioni ci sapeva nulla quindi io prendevo il treno andavo e andavo a fare lezione in mugello e contro in qualche modo rapido ma a me questo mi è sempre sembrato incredibile contro 2000 in realtà non lo facevo con totò milan io facevo elezioni facevo i doposcuola padre aiutavo a fare i compiti ori spiegato ai ragazzi quello che non aveva capito la mattina all'iniziativa e alla benemerita per intendersi e con le scarsissime finanze aveva un collo un comune povero come vicchio disse pure è stata importante però l'intenzione insomma non era proprio delle migliori al senato anche allora ecco quindi ho cominciato a insegnare e the path of dei tempi no e quindi lei lei parlava di don milani ecco a firenze negli anni anche magari immediatamente precedente lettera a una professoressa cosa arrivava dell'esperienza di don milani com'era percepita la mia compagna di banco del liceo questa marinella filastò fida dell'avvocato fino a sto che aveva che quello che ha difeso bube diciamo il partigiano coupé era andava andata 3 4 volte quando ancora si era il liceo king nella primavera del 61 a trovare a vedere la scuola di barbiana a parlare con don milani e quindi lei di famiglia comunista perché pre padre era uno dei pochissimi agguati comunisti però lei era molto legata a questa esperienza quindi lo dico io ne ho sentito parlare ne avevo sentito parlare prima di essere convocata per la supplenza e ne sentivo parlare ai primi anni dell'università ero molto amica di un gruppo i miei come dire amici dell'epoca erano un gruppo di maschi e femmine femmine poche che erano legate a questo diciamo alle aperture del concilio vaticano insomma e quindi erano cattolici e socialisti è descritta la federazione giovanile ma non non avevo amicizia in quel campo dove tu che arrivano allora era veramente un partito di classe c'erano i contadini e gli operai ma studenti io nell'uovo b1 dopo che si chiamava masieri ma insomma proprio non ce ne è un altro mondo però questo gruppo invece in cui c'erano persone molto in gamba e che molto discutevano di politica il senso lato perché ci hanno visto problema della poggiare un'apertura di centro sinistra e con la pila di chiamare la fila sindaco di permette di essere in forma quindi loro parlavano erano anche perisce questo vetro e loro impronte che era che diventerà medico poi che era già iscritto alla facoltà di medicina lui andava da ed era amico in qualche modo di don milani quindi loro ne parlavano io li sentivo parlare in continuazione non so quanto prima di lettere una professoressa forse noto in città per così dire erano queste élite progressiste per il periodo diciamo dei laici aperti alle istanze del centrosinistra catto socialista ecco un po questo erano gli ambienti che io frequentavo erano questi ma quindi la giungevano anche informazioni sull'esperienza di danilo dolci in sicilia qualcosa più lenti ma qualcuno c'era anche di danilo dolci in sicilia soprattutto questo livello a questo gruppetto di universitari 2 shun'an andati anche lì a parlare e discutere a sentire stavano lì delle giornate in modo da entrare nell'ambiente e la cosa importante è che mi fecero leggere qualche cosa si permetteva cime che naturalmente questo queste erano dei momenti per me è importante non erano frequentissime la vostra settimana perché anche loro erano persone in studiavano parecchio in più si occupavano di tante cose ecco questo che a me sempre sembrata una cosa seria questa occuparsi e vivere in più ambienti in modo da farli entrare l'uno nell'altro no perché sono diversi bene allora noi ci abbiamo la conclusione dell'intervista e le pongo una domanda ecco nel suo percorso eco secondo lei quanto ha fatto e quanto fa adesso la scuola per ridurre le disuguaglianze sociali allora la scuola almeno era una un luogo che fisicamente non devo proprio annullava ma riduceva drasticamente le differenze sociali cioè io avevo come compagni di classe appunto il peso una polizza medici tornaquinci figlia del torna vinci che era stato negli uccelli nel comitato di liberazione nazionale toscano e che viveva nel pala grande palazzo di via giusti dove ora c'è il consistito tanto per dirne una no io avevo altri stufe casa le feste domenicali perché quasi tutte le settimane c'erano delle festicciole in casa si chiamavano quindi si andava in casa la mia no perché appunto senza riscaldamento ma in quelle ci aveva il riscaldamento se andava e si ballava con giradischi e a metà serata ci portava alle cartine di lì impalato e cielo alle cartine numero mai viste insomma quindi e ed è ospite di persone e casse illustri a qualcosa non mi colpiva per nulla per me era un paio di case che facevano la mia stessa vita quindi conta tanto il fatto che le scuole non siano di rigidamente suddivide per classi come però in larga misura suona perché non è che il numero professionale cioè lo stesso livello che in 11 all azione anche ora allora poi non se ne parla allora poi non se ne parla l'istituto tecnico industriale e un liceo ma neanche dal isolati o liceo scientifico cioè proprio erano però le persone che le frequenti che per caso per i vari casi della vita o per meriti particolari erano lì dentro come dire in classe io non ho mai avuto la sensazione che ci fosse qualcosa di diverso dal merito che valesse che i professori non è da questo punto di vista è stata una grande scuola poi come ho detto nelle occasioni private negli spogliatoi on.le insomma o fuoriclasse insomma qualcosa veniva fuori anche di pesante ripeto però però da parte ciò che voleva e merito cioè merito era era una cosa astratta era un merito che aveva un andamento a strada cioè non dipendeva per nulla non ci aveva nessuna connessione o non era non sia considerata che avesse nessun collegamento con la condizione sociale e come sappiamo invece ce l'aveva io voglio dire per quanto difficile sia stato l'ingresso senza la mamma era perso la mamma e che era diventata maestra io non ci sarei andata a quelle scuole probabilmente non sarei andata nemmeno alle medie sarei andata come usava allora ovviamente al lavoro per diventar segretaria d'azienda al massimo ecco io la ringrazio molto per questa intervista dissi ma avevamo anche molto bella e giusta è lunga perché densa e arrivederci e auguri anche a te al tuo lavoro che vive
Intervistato
L’intervista, della durata di 2:05:01 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=npDVRji1UCs), si focalizza sulle memorie scolastiche e infantili di Simonetta Soldani. Nata nel 1942 a Firenze, è stata docente di storia contemporanea presso l’Ateneo Fiorentino. La testimonianza suscita particolare interesse in quanto Soldani ha incentrato buona parte della sua produzione saggistica sulla storia della scuola e delle istituzioni educative, e quindi può contestualizzare le sue memorie all’interno dei processi storici che ha attraversato.
Come rievoca nell’intervista, Soldani proviene da un retroterra economicamente modesto: la madre, diplomatasi presso l’Istituto Magistrale, non ha esercitato il mestiere di maestra fino al 1955 circa; il padre, invece, ha lavorato come fuochista e poi come macchinista. Dagli anni Cinquanta, con lei, i suoi genitori e le due sorelle minori, abitava anche la bisnonna materna. Il suo percorso scolastico, iniziato in prima elementare, nel 1948, si è concluso con la laurea nel 1967, attraversando pertanto gli anni del centrismo e del Centro-sinistra (Crainz 2002).
Costante nelle sue memorie è l’affermazione che, nelle sue strutture portanti, la scuola da lei frequentata riecheggiasse quella degli anni Trenta: e questo tanto negli aspetti didattici, quanto in quelli di selezione sociale. Della sua quinta elementare – esclusivamente femminile, e costituita da 37 alunne – soltanto in nove proseguirono gli studi: sei si iscrissero alla scuola d’avviamento, tre alla scuola media. L’interruzione degli studi dopo la quinta elementare, benché formalmente non consentita, era in realtà prassi normale nella società dell’epoca (Galfré 2017). La scuola, che raccoglieva un bacino di utenza compreso tra la prima periferia fiorentina e la campagna, mostrava evidenti differenze sociali tra le alunne cresciute in un contesto rurale e quelle cresciute in un contesto cittadino: primo elemento di differenziazione era, come ricorda Soldani, la lingua, ma anche il vestiario – elemento quest’ultimo che condizionava la frequenza scolastica, impedendo, ad esempio, a una sua compagna di classe di non recarsi a scuola in caso di brutto tempo in quanto non dotata dell’abbigliamento appropriato. Altro ricordo concerne la presenza, nel suo plesso, di due sezioni (una maschile e una femminile) di classi differenziali: «la maestra ci diceva “Abbassate gli occhi” quando si passava perché s’usciva in blocchi militari no da scuola cioè tutti incolonnati un due tre march proprio passo cadenza cioè era molto militarizzata l'uscita dalla scuola e se si incrociavano le classi differenziali c'erano una classe differenziale maschile e una classe differenziale femminile se si incontravano quelle classi mi ricordo che la maestra diceva di non guardarli ecco questo era perché erano veramente dei paria era abbastanza pesante come cosa e a me mi è rimasta questa cosa pesantissima anche perché un mio una specie di cugino mio era in una differenziale maschile e talvolta con lui facevamo anche la strada per andare e tornare quindi come dire mi colpiva in modo particolare perché certo era ciuco come si diceva allora ma era una persona con cui potevo giocare tranquillamente» (m. 13.33 e ss). Un’impressione destinata a tornarle in mente quando, al terzo anno di università, fu chiamata per una supplenza di due settimane in una classe media differenziale (queste ultime sarebbero state “sospese” con la L. 118/1971 e abolite con la 577/1977) (Martinelli 2017).
L’intervista prosegue con la rievocazione dell’esame di ammissione alle scuole medie. Poté accedervi, ricorda, grazie alla madre, che, avendo studiato da maestra, la preparò sugli argomenti del programma: «mi preparò lei all’esame di ammissione al terribile posso dire esame di ammissione e veniva fatto in una scuola lontana con solo i professori delle medie e quindi per chi era vissuto sempre in campagna andare nella scuola di città proprio di città io ero in Borgo Pinti alla Carducci la Carducci era allora in Borgo Pinti e io ricordo tutta la strada piena di mamme e babbi […] e queste scale nere e questa specie di plotone d’esecuzione che c’era là davanti e mi fece un’impressione terribile […] fu una cosa di ansia tremenda da questo punto di vista» ricorda dal m. 22.43. Di quei tre anni ricorda soprattutto gli insegnanti, che descrive come figure eccentriche, spesso distanti dalle esigenze e dai bisogni degli alunni: tra questi un certo rilievo è dato al professore di discipline umanistiche, destinato alla scuola media in seguito a un demansionamento. Fino alla conclusione della seconda guerra mondiale, infatti, aveva ricoperto l’incarico di docente di cultura fascista presso il Liceo classico. Il provvedimento lo aveva psicologicamente provato, tanto da dedicare parte delle lezioni alla discussione di eventi e fatti della Seconda Guerra Mondiale. Pur incline alle punizioni corporali e fedele a un rigido concetto dell’autorità, nella sua attività didattica, secondo Soldani, dimostrava una certa attenzione alle individualità dei suoi studenti, come testimoniato dalla pratica di dedicare a ciascuno di loro una quartina personalizzata. In quegli anni la videointervistata era fortemente legata alla Chiesa e alla fede religiosa; verso la conclusione della scuola media, su segnalazione del professore di religione, vinse un soggiorno di tre-quattro giorni a Castel Gandolfo nel corso del quale ebbe modo di conoscere Pio XII: «mi piacque perché c’erano ragazzi e ragazze con esperienze diverse quindi lo ricordo con favore l’incontro con Pio XII fu abbastanza freddo Pio XII era veramente gelido anche nell’incontro ci fece baciare l’anello e però poi tutti che cantavano l’inno in cui c’era questo Pio XII che che si esaltava e a me risultò freddo ecco quell’incontro ma non è che questo scalfì minimamente il mio rapporto con la religione» (m. 1.18.27 e ss.).
L’intervista si sofferma successivamente sugli anni trascorsi al Ginnasio-Liceo classico “Michelangelo”, in un ambiente in cui, almeno nel corso del primo anno, Soldani ha sentito molto le differenze di appartenenza sociale tra lei e i suoi compagni di classe. Destinata inizialmente dai suoi genitori a proseguire gli studi iscrivendosi all’Istituto Magistrale, solo dopo alcune discussioni riuscì a recarsi nella scuola che desiderava. Del triennio liceale ricorda soprattutto il suo coinvolgimento nel mondo sociale e civile: un attivismo che la condusse, in prima liceo, a indire uno sciopero contro i malfunzionamenti nei riscaldamenti della scuola; a fondare, con altri suoi compagni di scuola, una rivista studentesca – “Incontri” – deputata al dialogo tra giovani di diversa estrazione politica; a partecipare all’organizzazione di seminari settimanali di storia dell’arte e archeologia all’interno del Liceo. «alla fine della prima liceo [cominciai] a organizzare uno sciopero per avere il riscaldamento in classe perché il freddo c’era anche a scuola non c’erano i termosifoni al ginnasio liceo Michelangelo alla metà degli anni Cinquanta nella seconda metà degli anni Cinquanta i termosifoni non c’erano c’erano le stufe di terracotta rosse che però spesso erano spente quindi in classe faceva freddo e bisognava stare con i guanti e allora io organizzai uno sciopero perché si accendesse la stufa perché la stufa non funzionava […] poi in seconda liceo ho organizzato con altri e ne sono orgogliosissima un giornalino che si chiamava “Incontri” incontri tra ragazzi e ragazze di diverse ispirazioni politiche c’erano liberali purché non fossero qualunquisti e non fossero fascisti perché appunto negli anni miei del Liceo questa era la realtà quindi avere qualcuno che si interessasse di qualcosa era fondamentale» ricorda la videointervistata dal m. 1.20.06. Nella rivista, che ospitava anche scritti letterari e recensioni, trovarono spazio diverse riflessioni sulla riforma della scuola e, in particolare, sul dibattito per la scuola media unica (Oliviero 2007). Lo scopo, ricorda Soldani, era quello di promuovere interesse e coinvolgimento civile, per contrastare la diffusione tra i giovani di disimpegno politico e qualunquismo: «erano modalità di aggregazione per uscire dal qualunquismo perché la grande bestia nera degli anni in cui sono cresciuta era il qualunquismo era il menefreghismo una cosa di cui non ci si ricorda perché ora sembra che i giovani siano stati sempre impegnati non erano per nulla impegnati e quelli che si impegnavano si impegnavano a destra» (m. 1.39.23 e ss). Molti dei suoi amici al Liceo e all’Università, ricorda, erano vicini ai cattolici lapiriani, che guardavano con favore al formarsi dell’esperimento del centro-sinistra; attraverso di loro, ebbe cognizione delle esperienze di don Lorenzo Milani a Barbiana e di Danilo Dolci in Sicilia (Roghi 2018). Questo coinvolgimento nella vita civile le procurò diversi dissidi con l’insegnante di latino e greco del triennio, molto vicina ai fondamentalisti cattolici (tanto da ospitare in casa sua, in anni successivi, le riunioni lefebvriane). Per contro, esercitarono su di lei grande influenza la docente di discipline umanistiche di quarta ginnasio e il docente di lettere del Liceo, ricordato come un insegnante innovativo, aperto alla discussione di opere cinematografiche e letterarie contemporanee – di Pasolini soprattutto.
Nel concludere l’intervista, Soldani rimarca il significato sociale dell’istruzione, in quanto, soprattutto con la riforma della scuola media unica, quest’ultima ha consentito il formarsi di percorsi educativi e scolastici aderenti alle potenzialità degli individui.
Fonti
G. Crainz, Il paese mancato. Dal miracolo economico agli anni Ottanta, Milano, Donzelli, 2002.
G. Crainz, Storia del miracolo italiano: culture, identità, trasformazioni tra gli anni Cinquanta e Sessanta, Milano, Donzelli, 1996.
M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.
S. Oliviero, La nascita della scuola media. Un accidentato percorso legislativo, Pisa, CET, 2007.
V. Roghi, La lettera sovversiva. Da Don Milani a De Mauro, il potere delle parole, Roma-Bari, Laterza, 2018.
Fonti normative
Legge 31 dicembre 1962, n. 1859, Istituzione della scuola media statale (GU Serie Generale n. 27 del 30-01-1963), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1963/01/30/062U1859/sg
Legge 30 marzo 1971, n. 118, Conversione in legge del decreto-legge 30 gennaio 1971, n.5, e nuove norme in favore dei mutilati e degli invalidi civili (GU Serie Generale n.83 del 2-04-1971), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1971/04/02/071U0118/sg
Legge 4 agosto 1977, n. 577, Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di riparazione (GU Serie Generale n.224 del 18-08-1977), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1977/08/18/077U0517/sg