Il diario si apre nel 1862 quando il maestro viene inviato in un paese della montagna abruzzese ad aprire la prima scuola elementare maschile. Non nasconde le perplessità rispetto al programma ministeriale: «l’ho studiato attentamente e mi sono convinto che non può dar buoni frutti» (p. 16) e al metodo che costringe gli alunni «a piantarsi nella mente la sterile astrusie dell’alfabeto e delle cifre arabiche, a farli leggere cose che non comprendono» (p. 17). Adotta un metodo che parte dalla conoscenza del sé, basato su narrazioni e uscite didattiche, secondo cui «si faccia nascere nei fanciulli l’amore del sapere, si allontani con cura tutto che sa di scimmia e di pappagallo, si faccia apprendere mediante i confronti acconci della cose» (p. 141). Organizza una gita a Napoli nel 1864 per mostrare agli alunni la vita di città e le innovazioni. Collabora alla creazione di una fabbrica tessile, contribuendo alla fortuna del villaggio che nel 1877 diviene Comune autonomo con il nome di Civita-Argellana.
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Roma TrE-Press - In collaborazione con il Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” (MuSEd)
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2785-4485
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