In questo romanzo autobiografico il poeta Libero de Libero narra gli eventi legati alla sua esperienza in collegio, dove suo padre lo “abbandona” per terminare gli studi superiori, in un piccolo paese ciociaro tipico della provincia dell’Italia meridionale. Si tratta di un libro di crudo realismo, in cui le aspirazioni e le passioni di un giovane adolescente in crescita (insieme ai suoi compagni) si scontrano con le rigidità di un ambiente fondato su una precisa Regola, ma anche su “precisi” soprusi e punizioni (come la clausura nella “camera oscura”). Eppure «erano piacevoli le ore di scuola coi padri professori», ma soprattutto gli “incontri” con i libri, perché i ragazzi in collegio erano «assai diversi dagli alunni delle scuole pubbliche: la maggior parte di essi si sveglia al mattino sperando la bella notizia d’una vacanza. La scuola era per noi una vacanza attesa durante ore interminabili di costrizione e tedio» (p. 74). L’orrore del dolore e della morte sconvolgerà quella esperienza, fino a desiderare di uscirne per riconsegnarsi nelle mani del padre, con la “p” minuscola ma dal sentimento maiuscolo.
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Roma TrE-Press - In collaborazione con il Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” (MuSEd)
Luogo di pubblicazione:
Piazza della Repubblica, n. 10, 00185, Roma (Italia)
Codice ISSN:
2785-4485
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