La pellicola si ispira alla vera storia di Liliana Rossi, giovane maestra, attivista comunista, vissuta ad Ascoli Satriano in provincia di Foggia tra gli anni Trenta e Cinquanta del secolo scorso.
All’inizio del film, si vede Don Gerardo (Placido), parroco di un piccolo paese del sud Italia (Irsina in Basilicata), che ritorna con la memoria alla propria adolescenza quando, nel 1958, appena quattordicenne (Pischedda), viene espulso dal collegio che frequentava perché ritenuto colpevole di un episodio di omosessualità.
Con i genitori (Bentivoglio e Paolicelli) e i coetanei, Gerardo si sente a disagio mentre è sempre più attratto da Liliana (Mezzogiorno), una giovane insegnante, attivista comunista, che è rientrata al paese dopo essere stata allontanata dalla scuola in cui lavorava per i suoi metodi di insegnamento non tradizionali.
Gerardo viene mandato dal padre ad aiutare Don Vincenzo (Gentile), ex sindaco della città e membro della DC, e dal parroco Don Gaetano (Cassano), conosciuto da tutti per i suoi metodi educativi forti. Il padre invia Gerardo anche da Italo (Rubini), un giovane appartenente al MSI, che allena una squadra di calcio di ragazzi con lo scopo di aumentare il numero degli iscritti al partito.
Dopo il suo rientro in paese, Liliana, nonostante le difficoltà, decide di aprire una scuola in una vecchia stalla abbandonata per insegnare alle ragazze analfabete, che non avevano la possibilità di frequentare la scuola pubblica. L’iniziativa è osteggiata dalla DC alleata con il MSI ed è poco gradita anche al PCI, ma la ragazza, decisa a combattere la povertà proprio attraverso l’istruzione, prosegue nel suo intento. Il giovane Gerardo, pur stando in disparte, partecipa alle lezioni di Liliana, affascinato e attratto dallo spirito di servizio e sacrificio che la ragazza mostra nel difendere gli ideali in cui crede e nell’insegnare.
Col passare del tempo, il ragazzo si rende conto di provare per Liliana qualcosa di più di una semplice amicizia, ma il suo sentimento non è ricambiato dalla giovane donna, che ha una relazione con il medico del paese, il dottor Satriano (Lo Verso). Spinto dalla gelosia e dalla delusione, Gerardo decide di unirsi a Italo e ad altri ragazzi del MSI che danno fuoco alla scuola aperta dalla ragazza.
Intanto arriva la campagna elettorale per il rinnovo delle cariche comunali e Liliana si candida per il PCI. Durante il comizio di chiusura, la ragazza ha un malore e poco dopo muore per un aneurisma. Al funerale di Liliana, nonostante il rifiuto di Don Gaetano di celebrarlo, partecipano tutte le donne del paese vestite di bianco. La loro presenza è segno di gratitudine per la dedizione e l’impegno educativo della giovane insegnante, che non solo ha insegnato alle ragazze più povere a leggere e a scrivere, ma ha trasmesso loro anche il senso profondo di una nuova dignità.
Fonti
Dizionario del Cinema Italiano, di Roberto Chiti, Enrico Lancia, Roberto Poppi, Roma, Gremese Editore, volume 6, parte 1, 1991, pp. 208-209.
Cento anni di cinema civile. Dizionario cronologico tematico, di Cristina Balzano, Roma, Editori Riuniti, 2002, p. 218.
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F. Bocci, Maestre e maestri nel cinema italiano. Caratterizzazioni, omissioni e qualche eccezione, in G. Marrone (a cura di), Maestre e maestri in 150 anni di storia della scuola, Roma, Conoscenza, 2012, pp. 109-110.