1) Foto: Marco Velo. Fonte: Copertina del Catalogo della Mostra Documentaria, La Grande Guerra: testimonianze nelle scuole storiche napoletane, a cura di Francesco Di Vaio, Napoli, Giannini Editore, 2017.
2) La Grande Guerra: testimonianze nelle scuole storiche napoletane. Catalogo della mostra documentaria, a cura di Francesco Di Vaio, Napoli, Giannini Editore, 2017, p. 57.
SOMMO INSEGNAMENTO
DI PATRIO AMORE E DI VIRTU’ CIVILI
DALLA VENERANDA MEMORIA
DI COLORO CHE LE FALANGI DEGLI EROI
NELLA SCUOLA PREPARARONO ALLA PATRIA
E SUI CAMPI DI BATTAGLIA
NE DIVISERO LE GESTA GLORIOSE
E IL SACRIFICIO
TRAGGANO
LE NUOVE GENERAZIONI
Il monumento è realizzato in pietrarsa (pietra lavica vesuviana) su cui sono apposti diversi elementi bronzei. Su di un basamento di tre gradini si erge una stele cuspidata (anch’essa in pietrarsa) recante sulla fronte: in alto, la Stella d’Italia in bronzo; al centro della stele un’incisione con la dedica agli insegnanti caduti nella Grande Guerra; al di sotto, un cartiglio in bronzo recante il nome dei caduti omaggiati su due colonne; infine, collocata sulla parte inferiore della fronte della stele e appoggiata sul basamento, la statua bronzea a tutto tondo di uno scolaro. Questi è raffigurato in piedi mentre volge la schiena al monumento stesso su cui si appoggia, sostenendosi su di un banco scolastico rappresentato alle sue spalle. La gamba sinistra dello scolaro è flessa all’indietro con il piede posato sulla predella del banco; le braccia sono distese, anch’esse all’indietro, con le mani appoggiate rispettivamente sullo scrittoio del banco, la destra, e sulle pagine di un libro aperto, la sinistra. Lo scolaro ha la testa leggermente volta a sinistra mentre solleva lo sguardo al cielo.
Sul monumento erano collocati altri decori bronzei oggi perduti ovvero: sulla fronte e sotto la “stella”, un ramo di alloro e uno quercia; sui fianchi della stele, due foglie di palma che ne ricoprivano gran parte dell’altezza; sui fianchi del basamento una corona di foglie d’alloro e una di foglie di quercia che incorniciavano la data MXMXV, sul lato sinistro, e la data MXMXVIII, sul lato destro.
Il monumento era frutto dell’iniziativa del Primo Segretario del R. Provveditorato agli Studi di Napoli a Palazzo Monteoliveto dott. Piccinni che, a seguito dell’istituzione di un apposito Comitato Esecutivo per il Monumento ai funzionari scolastici, professori e maestri della Campania caduti in guerra presso il Provveditorato, affidò l’esecuzione dell’opera all’artista Leonardo De Candia (Molfetta, 1878-Napoli, 1959), il cui nome è riportato sul monumento stesso (“L. De Candia”) assieme alla data d’inaugurazione (“MCMXXIV”).
Il monumento fu inaugurato nel 1925 quando le rappresentanze delle scuole elementari e medie raggiunsero in corteo, scortate dalle forze dell’ordine, l’atrio del convento di Monteoliveto, all’epoca sede del Provveditorato agli Studi. Qui il monumento fu scoperto con cerimonia solenne alla presenza del Ministro Pietro Fedele, S.E. Giovanni Gentile, il sindaco Alberto Geremicca, il provveditore Aldo Finzi e, in rappresentanza del Rettore dell’Università, il prof. Guido Della Valle.
Nel 1938 il Provveditorato fu trasferito presso il Convento S. Maria La Nova (ex Palazzo della Provincia) e in quell’occasione il monumento fu trasferito nel cortile della scuola elementare G. Bovio, in via Carbonara n. 31.
L’opera è stata definita l’esempio “artisticamente più interessante” tra i tanti monumenti che i vari enti della città dedicarono ai propri dipendenti caduti (Catalogo della Mostra Documentaria “La Grande Guerra”, p. 42).
Fonti
- La Grande Guerra: testimonianze nelle scuole storiche napoletane. Catalogo della mostra documentaria, a cura di F. Di Vaio, Napoli, Giannini Editore, 2017, pp. 55-57
- «La Scuola della Campania. Bollettino Mensile del R. Provveditorato agli Studi di Napoli», n. 3, marzo 1924, p. 205
- Il Monumento ai Maestri caduti in guerra, «Il Mattino», 17-18 febbraio 1925 (in «Cronaca»)
- La scuola della Campania. Guida ai servizi scolastici, Napoli, Istituto Tipografico Editoriale, 1926