Matilde Serao, tra le migliori scrittrici del Novecento, conferma un acuto sguardo sulla realtà d’impronta verista, quasi neorealista. In dieci racconti (Una fioraia, Giuochi, Canituccia, Profili, Alla scuola, Nebulose, La moda, Perdizione, Gli spostati, Salvazione) dipinge il ritratto dell’Italia delle “piccole anime”, bambini dai volti segnati da miseria e fame che l’autrice non tarda a definire persino “brutti”. Serao rispetta la fanciullezza proprio con una lingua cruda, che ne denuncia le condizioni con una premessa che sembra una teoria pedagogica: «un bimbo è così sottilmente scettico che ci sgomenta, noi che avemmo un’infanzia molto più grossolana, molto più animalesca, ma molto più allegra. Il bimbo moderno legge troppi libri illustrati ed ha per mano troppi giornali. Quando suo padre parla tranquillamente di suicidio, quando suo zio si burla della religione, egli tende l’orecchio. Così il bimbo è più facilmente infelice» (p. 4). Interessante il racconto Alla scuola in quanto specchio delle dinamiche di classe del tempo, dal punto di vista delle maestre appena ammesse al tirocinio: saranno pronte ad affrontare bambine come Aloe?
Realizzato da
Editore:
Roma TrE-Press - In collaborazione con il Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” (MuSEd)
Luogo di pubblicazione:
Piazza della Repubblica, n. 10, 00185, Roma (Italia)
Codice ISSN:
2785-4485
Ⓒ Contenuto pubblicato sotto licenza CC BY-NC-ND 4.0 Internazionale