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M’ama non m’ama

Editore:
Roma TrE-Press - In collaborazione con il Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” (MuSEd)
Luogo di pubblicazione:
Piazza della Repubblica, n. 10, 00185, Roma (Italia)
Codice ISSN:
2785-4477
Autore della scheda:
DOI:
10.53220/1206
Scheda compilata da:
giulia.cappelletti
Pubblicato il:
31/01/2022
Tipologia dell'opera:
Data opera:
1997
Tecnica artistica:
Lavagna in ardesia, gesso rosso

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1990s
  • Image:
    Riccardo Paracchini, M’ama non m’ama, 1997, gesso rosso su ardesia. Intervento su lavagna esposta nella bacheca degli studenti del Liceo Artistico “Angelo Frattini” di Varese e ripetizione della frase da parte degli studenti in classe.
  • Image:
Credits:

Fonte: https://www.riccardoparacchini.it/mi-ama-non-mi-ama/

© Riccardo Paracchini, 2022.

Per gentile concessione dell’artista.

Sul finire degli anni Novanta, l’artista Riccardo Paracchini ha realizzato diversi lavori intitolati M’ama non m’ama di cui si conservano solo poche testimonianze visive. 

Nel caso di quest’opera, l’intervento si svolse all’interno della scuola in cui Paracchini aveva studiato quindici anni prima: il Liceo Artistico Statale “Angelo Frattini” di Varese.

Con un gesso rosso, l’artista aveva scritto ripetutamente su una lavagna la frase “mi ama non mi ama”, fino a ricoprirne l’intera superficie, a ricordare un tradizionale esercizio di scrittura e a evocare il celebre gioco che si fa con i petali delle margherite. 

La lavagna fu poi esposta nella bacheca degli studenti e una circolare è stata letta in tutte le classi per invitare a ripetere l’operazione su altre lavagne della scuola. Tutti gli attori coinvolti nella scuola, dagli insegnanti al personale scolastico fino agli alunni, sono stati invitati a interagire liberamente con l’opera e a ripetere l’operazione nelle aule, per poi cancellarla una volta esaurita la carica comunicativa dell’operazione.

Attraverso questo intervento artistico, gli studenti sono stati invitati a riflettere sui temi della necessità del riconoscimento individuale, della condivisione, del confronto con l’altro; inoltre, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con i meccanismi e i linguaggi dell’arte contemporanea.

L’opera, progettata per essere effimera, è andata distrutta. Ne rimangono a testimonianza soltanto due foto documentative conservate dall’artista.

 

Contenuto pubblicato sotto licenza CC BY-NC-ND 4.0 Internazionale