Fonte: Sotto l’ombrello della fantasia. Gianni Rodari e i suoi maggiori illustratori dal 1950 a oggi, Catalogo della Mostra tenuta a Gavirate, Chiostro di Voltorre nel 2004 e a Cavalese nel 2004-2005, Gallarate, Metamusa, 2004.
© Bruno Munari. Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini s.r.l.
L’incontro tra Bruno Munari e Gianni Rodari avviene in occasione della pubblicazione per Einaudi delle Filastrocche in cielo e in terra, nel 1960, cui seguiranno, sempre illustrate dal designer milanese, altre quattro significative opere della “maturità” rodariana: Favole al telefono e Il pianeta degli alberi di Natale nel 1962, Il libro degli errori nel 1964 e La torta in cielo nel 1966. I disegni che l’artista concepisce per le raccolte di Gianni Rodari, dapprima accolti con diffidenza, sono caratterizzati da tratti rapidi ed essenziali che s’incastonano tra i versi stabilendo con le parole una relazione complementare: «segni sghembi, sghiribizzi, macchie, colori e scarabocchi aprono la mente di chi legge. Munari capisce subito che non si possono chiudere con un disegno le capriole lessicali e le acrobazie di senso di Rodari e si limita ad indicare una strada» (p. 11). Quella di Munari è, del resto, una scelta estetica e concettuale di rottura, destinata a innovare profondamente l’illustrazione per l’infanzia.
Il disegno in questione, in questo caso realistico e dettagliato, è un inchiostro destinato a Il libro degli errori. Raffigura un edificio scolastico sghembo e in disfacimento che si accompagna alla filastrocca Dal treno, nella quale leggiamo: «Un giorno dal treno/ in corsa lungo l’Adriatico/ (ma forse era il Tirreno)/ ho visto un paesino/ tutto nuovo e carino,/ con le case ben pitturate,/ le antenne della televisione/ nell’azzurro ricamate…// Un po’ in disparte,/ come il canile di fianco/ alla casa del padrone,/ c’era una catapecchia/ che forse era già vecchia/ ai tempi di Nerone.// Era la casa più brutta del paese,/ pareva una casa morta,/ ma c’era scritto «Scuola»/ proprio sopra la porta.// Io, sulle prime, per la fretta ho letto/ «squola», con la «q»,/ poi mi sono corretto…/ Ma adesso mi domando/ se valeva la pena,/ se bastava la correzione/ a fare di quel tugurio/ la casa dove i bambini/ diventano uomini, se sanno,/ un poco ogni anno». Il poeta, con la sottile ironia che lo contraddistingue, sembra denunciare l’incuria che ai diversi livelli interessa la scuola; la malinconica illustrazione di Bruno Munari appare coerente con il messaggio che i versi comunicano. Come scrive Martino Negri, la profondità del legame tra Munari e Rodari si fonda «su una condivisa attenzione ai problemi scolastici ed educativi che affonda le radici nella naturale predisposizione all’osservazione e all’interazione con l’infanzia reale» (p. 225).
Fonti bibliografiche:
Sotto l’ombrello della fantasia. Gianni Rodari e i suoi maggiori illustratori dal 1950 a oggi, Catalogo della Mostra tenuta a Gavirate, Chiostro di Voltorre nel 2004 e a Cavalese nel 2004-2005, Gallarate, Metamusa, 2004.
Munari per Rodari. Segni sghembi, sghiribizzi, macchie, colori e scarabocchi, Mantova, Corraini, 2020.
M. Negri, Munari Bruno, in P. Boero, V. Roghi (edd.), AZ Rodari, Milano, Electa, 2020, pp. 224-225.