Don Lorenzo Milani (Castellitto), sacerdote fiorentino proveniente da una ricca famiglia, esercita il suo ministero a San Donato di Calenzano. Le proprie scelte pastorali, specialmente il suo dichiarato sostegno alle rivendicazioni operaie, lo pongono in attrito con la curia di Firenze, che, venuta a conoscenza di alcune stranezze e letto il libro Esperienze pastorali, decide di promuoverlo parroco ma di spedirlo a Barbiana, piccola comunità montana isolata dal mondo. Don Milani non si perde d’animo. Fronteggiando molteplici disagi, coadiuvato da Eda (Giachetti) e dalla sua vecchia mamma (Gori), riesce a prendere possesso della sua parrocchia e a entrare nel cuore della sua gente. Comprende che uno dei problemi primari consiste nel fatto che molti bambini non frequentano la scuola.
Riuscito a strapparli alle famiglie, che vorrebbero impiegare i figli nei lavori agricoli, avvia un esperimento scolastico nella canonica. La scuola di Barbiana basa la sua didattica su uno stretto contatto con l’esperienza quotidiana dei bambini, da cui si parte inducendo i concetti generali. Don Milani vive per i suoi ragazzi e per la loro elevazione umana, culturale e sociale. Con lui i bambini vedono il mare per la prima volta, visitano Milano ospiti della signora Brambilla Pirelli, comprendono che c’è un mondo oltre Barbiana. Il prete cura anche la loro salute fisica, con l’aiuto del fratello Adriano (Citran), medico di professione. Nella scuola di don Milani arrivano i rinforzi: i professori Adele Corradi e Agostino Ammannati, curiosi di entrare a contatto con l’innovativo esperimento didattico.
Molte scene descrivono momenti di scrittura collettiva: la lettera ai cappellani militari – che procurerà anche un’azione legale nei confronti di don Lorenzo per reato di istigazione alla renitenza alla leva –, la risposta alle lettere – alcune ingiuriose – che giungevano a Barbiana, la redazione comune di Lettera a una professoressa, che diventerà un libro. Sullo sfondo rimane sempre una certa incomprensione con la curia fiorentina e con le istituzioni scolastiche, specie in occasione degli esami di fine anno sostenuti dai ragazzi: don Milani propone un modello pedagogico opposto a quello della scuola tradizionale.
I ragazzi, intanto, iniziano a crescere: alcuni vanno in altre città italiane per lavorare, altri all’estero. Michele (Paglia) riassume la parabola di molti. Ma quando si scontra con la durezza del mondo lavorativo, torna a San Donato e, in un aspro diverbio con don Milani, lo accusa di essere all’origine del suo insuccesso, rimproverandolo di aver inseguito solo la sua gloria personale lungo tutta l’esperienza di Barbiana. Il sacerdote incassa. Ma Michele tornerà sui suoi passi. Ѐ proprio lui a stare accanto a don Milani sul letto di morte, poco tempo dopo.
La pellicola si chiude con la scena della sepoltura del priore nel cimitero di Barbiana, circondato dai suoi ragazzi, mentre si ascoltano le parole del suo testamento, nel quale chiede a Dio di perdonarlo se ha amato più i suoi ragazzi che Lui.
La scheda analizza la versione cinematografica del film, che è stato trasmesso anche in televisione in due puntate (prima visione: 2-3 dicembre 1997; durata: 03:20:00)
Fonti
F. Ruozzi, Riflettori su Barbiana: teatro, cinema e televisione, in R. Michetti, R. Moro (a cura di), Salire a Barbiana. Don Milani dal Sessantotto a oggi, Roma, Viella, 2017, pp. 153-203
P. Alfieri, C. Frigerio, Memoria scolastica o memoria pedagogica? La scuola di don Milani al cinema e in televisione (1963-2012), in P. Alfieri (a cura di), Immagini dei nostri maestri. Memorie di scuola nel cinema e nella televisione dell’Italia repubblicana, Armando, Roma, 2019, pp. 53-76.