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Autore della scheda:
Scheda compilata da:
Lucia Paciaroni
Nome:
Maffeo
Cognome:
Pantaleoni
Genere:
M
Data di nascita:
2 luglio 1857
Luogo di nascita:

Frascati RM
Italia

Regione di nascita:
Lazio
Data di morte:
29 ottobre 1924
Luogo di morte:

Milano MI
Italia

Regione di morte:
Lombardia
Luogo di conferimento:

Italia

Altri aspetti dell'identità sociale:
Politico locale o nazionale

Primo dei tre figli del medico e politico Diomede Pantaleoni e di Jane Isabella Massy Dawson, Maffeo Pantaleoni nacque a Frascati nel 1857. All’età di cinque anni fu costretto a seguire il padre in esilio a Nizza. Compì la sua formazione all’estero. Tornò a Roma per frequentare l’università. Si laureò in giurisprudenza nel 1880 con una tesi che rivelava già la sua passione per l’economia (Teoria della traslazione dei tributi).

Nel 1882 ottenne il primo contratto di docenza presso l’Università di Camerino e sposò Emma Ravogli, dalla quale ebbe sei figli.
L’anno dopo ottenne un incarico presso l’Università di Macerata. Due anni dopo avviò la sua lunga collaborazione con il Giornale degli economisti, dalle cui pagine fece sentire la sua ferma posizione anticrispina, che gli costò la direzione della Regia Scuola di commercio di Bari, che aveva assunto l’anno della fondazione (1886). In questi
anni diede alle stampe i Principii di economia pura (1889), opera che gli diede ampia fama e notorietà.

Allo scoppio dello scandalo della Banca Romana, fu nominato liquidatore del Mobiliare e in questa posizione poté comprendere pienamente il momento storico che l’Italia stava vivendo, riversando le sue riflessioni nel suo capolavoro La caduta della Società generale di credito mobiliare italiano (1895).

Il 31 ottobre 1895 vinse il concorso per la cattedra di economia politica a Napoli, ma i crispini lo attirarono in una trappola che lo portarono ad essere deferito davanti al Consiglio Superiore della Istruzione pubblica. Ottenne un incarico di insegnamento presso l’Università di Ginevra, ma la nostalgia della patria insieme alla forte convinzione di dover cambiare il sistema di governo italiano, lo portarono ad incitare i moti popolari e ad aiutare gli esuli socialisti.
La decennale lotta anticrispina valse a Pantaleoni l’appoggio di radicali, sociali e repubblicani maceratesi alle elezioni del 1900.
Nell’aprile del 1901 fu chiamato presso la Facoltà di giurisprudenza di Roma. Arrivava così a sedere sulla più prestigiosa cattedra italiana di economia.
Chiamato a vigilare su un progetto franco-italiano finalizzato a creare una banca mista, fu messo al centro di uno scandalo bancario. Le inchieste dimostrano la sua estraneità ai fatti, ma la violenza della stampa lo convinsero ad allontanarsi dalla politica. Si avviò una fase molto ricca sul piano delle pubblicazioni e della partecipazione a congressi scientifici di livello internazionale.

Nel 1910, morta la moglie, Pantaleoni si riaffacciò sulla scena politica con posizioni ormai molto diverse rispetto al passato. Nonostante fu uno dei tre accademici lincei a dimettersi dall’Accademia per non accettare il giuramento imposto al fascismo, Pantaleoni difese il governo Mussolini anche dopo l’omicidio Matteotti, tentando di tenere le redini della protezione bancaria.
Da tempo malato di cuore morì a Milano il 29 ottobre 1924, dopo aver tenuto un discorso presso il Congresso internazionale delle Casse di Risparmio.   

Fonti bibliografiche:
  • A. Bianco, Pantaleoni Maffeo, in Dizionario Biografico degli italiani, vol. 81, 2014, pp. 16-21