[Musica] no buonasera sono silvia pistolesi studentessa del corso di laurea di scienze della formazione primaria dell'università di firenze e oggi intervisterò mia suocera carriera menichetti se suoi ricordi d'infanzia allora quando e dove sei nata onorata cerreto guidi il 13 luglio del 1959 sono nata nella casa dove attualmente abito perché in quel periodo non c'era ancora la norma di andare a partorire in ospedale e quindi io sono nata in casa mia con l'aiuto di una balia di quelle che allora si chiamavano varie che era l'ostetrica del paese arrivando un po di tempo prima rispetto al previsto con qualche giorno di anticipo beh sposarla e ai figli che sono sposata e ho due figli francesca e marco rispettivamente di 39 e 34 anni qual è la tua professione l'aria professione attuale è quella di dirigente scolastica dell'istituto comprensivo di cerreto guidi e da bambina invece che lavora sognare di fare la bambina sognavo di fare gli insegnanti io ho sempre sognato di fare un lavoro attinenti alla scuola in particolare i miei genitori avrebbero voluto per me la carriera di maestra la mia mamma e desiderava che io facessi la maestra soprattutto perché considerava questa professione adatta ad una donna come diceva lei si insegnava solo al mattino quindi c'era tutto lo spazio per la famiglia che sta insomma come avrebbe visto oggi una professione in cui siamo sempre continuamente impegnati quali sono i tuoi interessi i miei interessi attuali sono le letture la politica come sempre stata un certo periodo di tempo stato anche attivamente parte della giunta del mio comune e del consiglio lo sport non tanto come praticanti e dello sport ma come spettatrice e la mia squadra di calcio che seguono ovunque anche quando è stata un periodo veramente buio ed è stata al cv e la tua famiglia delle regine da chi è composta la mia famiglia di origine è composta da via i genitori e dalla mia nonna paterna che abitava in noi io sono figlia unica quindi ad una famiglia con pochissimi componenti e lavoro svolgevano i suoi genitori i miei genitori svolgevano un lavoro da operare per un certo periodo della sua vita la mia mamma ha fatto il lavoro a domicilio erano in balia triscio di fiaschi questo era un lavoro molto comune nel mio territorio perché è un territorio legato alle polese alle grandi vetrerie e quindi le donne facevano il rivestimento dei fiaschi da pino poi negli anni sessanta e andate a lavorare in fabbrica al calzaturificio e anche questa è una delle attività fondamentali oggi ormai crisi per cerreto guidi perché c'erano tantissimi calzaturifici e produzioni di scarpe invece il mio padre dopo una prima fase in cui ha fatto il contadino è diventato murature e stata un po di il suo lavoro fino al grave incidente alla mano con una sega circolare elettrica che lo ha costretto a lasciare questa professione è diventato il maligno del lavoro e successivamente è stato assunto dal comune di cerreto guidi come custode dei campi sportivi macheda ha iniziato la scuola e qual è stato il tuo percorso scolastico formativo la scuola elementare è iniziata il primo ottobre del 1965 avevo già avuto un'esperienza precedente con l'asilo allora non era generalizzata la presenza delle scuole materia su tutto il territorio comunale e quindi c'erano ancora gli asili le suore che io ho frequentato e in cui mi sono trovata anche molto bene dopo la scuola primaria ho frequentato la scuola media di capoluogo di cerreto guidi successivamente mi sono iscritta al liceo scientifico contorno di empoli e poi alla facoltà di filosofia a firenze nel periodo in cui ho frequentato il primo anno della facoltà di filosofia ho dato un esame da privatista all'istituto magistrale di firenze e sono diventata maestra come effettivamente avevo poi sempre sognato quale mezzo usare per raggiungere le scuole la scuola elementare noi la raggiungevamo tutti a piedi la mattina con i nostri compagni andavamo a parte primo anno in cui mi ha accompagnato i miei genitori poi che a tre anni siamo andati sempre a piedi dieci anni agli altri per la scuola media e decisa alla scuolabus comunale per tempo lì c'era il pullman di linea perché la gente un piccolissimo paese la frazione dove abito però si trova sulla direttrice pistoia empoli e quindi è molto ben servito vagliato bus di linea e per quanto riguarda invece l'università raggiungevo empoli con i pullman firenze con il treno e poi il tram l'unico drammi disponibile per la facoltà di filosofia che si trovava in via b libro di essere al 25 che passava con degli intervalli lunghissimi anche di 15 20 minuti e quindi arrivare all'università era una cosa abbastanza complessa lì assieme a mara scuola di andare a scuola mi è sempre piaciuto è sempre stata una delle attività che ha preferito mi piaceva la compagnia degli amici mi piaceva che lo studio la lettura tutto ciò che veniva proposto all'interno delle attività scolastiche non era la tua scuola elementare la paula nella scuola elementare architettonicamente non è molto diversa da quella che oggi la scuola dell'impari village eletto aveva delle grandi aule la differenza stava un po degli atleti i banchi erano a 2 e c'era un piccolo foro per il calamaio cosa alquanto complessa da utilizzare io le ho cose esperienza il primo anno di scuola quando la mia maestra che teneva molto conto dell'ordine e dell'importanza dello scrivere medie volle che noi utilizzassimo il pennino il caro mario che per noi era veramente un'impresa e la carta assorbente quindi banche a 2 e con un piccolo foro che il calamaio oggi si sono le lim allora scena delle l'amante di ardesia e poter dire che sono state presenti quasi fino ai nostri nella scuola che io ho frequentato le linee sono arrivate quando io ero già dirigente scolastico e per il riscaldamento c'era una vecchissima strba di terracotta non c'erano ovviamente le cose di oggi diciamo che per il resto la mia classe era quella che ancora oggi attualmente on air all orario della giornata scolastica gli orari di allora erano molto semplice 830 12 fretta non c'erano dei rientri pomeridiani non c'è nel tempo chiedo chi è arrivato molto più tardi dal punto di vista legislativo e quindi era onorario solo antimeridiano con sei giorni alla settimana non esisteva il sabato libero che cosa portare a scuola lo zar e quaderni di brenda anzi allora lo zaino ancora no perché non credo ancora ce ne fossero io avevo la cartella e cui mettevo di libri quaderni è l'astuccio la merenda il pranzo log che non serviva visto che noi non ci fermavamo a scuola oltre le 12 e 30 quali discipline venivano insegnate nella sua scuola erano molto diverse da quelle di ora viaggi per discipline che venivano insegnate alcune sono esattamente le stesse lingua italiana matica poi c'era un attività che era attività manuali pratiche e poi dal terzo anno in poi c'era anche disegno recitazione canto e aveva un ruolo preponderante la religione e poi c'era anche c'erano anche delle attività che riguardavano le attività morali civili religiose e che erano forse un po l'educazione civica di oggi ma con un intento completamente diverso quando andavo a scuola in vigore programmi attivi la religione era ancora il fondamento e coronamento dell'educazione e soprattutto quei programmi prevedevano un'educazione al wall che ognuno di noi avrebbe poi dovuto assumere all'interno della società ad esempio era espressamente scritto che le bambine fossero fatte giocare con i giochi che loro preferivano bande leggo d'altro e che fossero addestrate anche a piccole faccende domestiche e quindi in questo senso più che educare ad essere un uomo e un cittadino così come prevede la costituzione allora c'era l'idea il ruolo diverso maschio femmina e del fatto che si dovessero ad operare gli insegnanti perché ognuno di noi o chiedesse l'educazione più giusta per entrare poi della società e per quanto riguarda le attività manuali e pratiche facevamo alcuni piccoli lavoretti e anche lì c'era una netta distinzione maschio femmina ad esempio il ricordo dei piccoli quadretti da regalare ai genitori che a cui le femmine lavoravano per la parte creativa disegno e maschi con il traforo e conversato per fare poi il quadretto vero e proprio quindi c'era un'idea della divisione del lavoro delle attività e anche del ruolo che a me il voto l'uso poi successivamente avere qual era la tua disciplina preferita le vie discipline preferite erano italiano e matematica direi con una leggera prevalenza per la matematica quelle che invece non preferivo assolutamente erano il disegno a mano libera in cui io non ho mai avuto grossi risultati e le attività manuali e pratiche che erano molto legati al disegno e affascinano per me rapporto avevi con la sua insegnante erano insegnate autoritaria o meno severa la linea insegnanti della scuola elementare sono stati tantissimi tutte donne io ho cambiato ogni anno l'insegnante e c'è stato un anno la quarta alimentare e quindi abbiamo cambiati tre abbiamo avuto il susseguirsi di supplenti le mie insegnanti erano molto diverse fra loro ad esempio la mia insegnante di cui mai alimentari era una persona molto attenta alle regole molto attenta che lo all'ordine alla precisione e amava dare il voto e calligrafia far scrivere come già detto col pennino e con l'inchiostro e quindi era una persona un pochino di altri tempi anche per l'anno 65 66 cui lei era la mia maestra successivamente ho avuto insegnanti diverse per esempio quella di seconda e terza elementare erano persone invece molto più vicine a noi e ai nostri interessi ai nostri bisogni e anche un pochino meno rigide rispetto a quel primo anno di scuola quale metodo di insegnamento la tua maestro di vita più spesso frontale pure passate esperienze conclave in classe smentiva attività gruppi a coppie o individualmente loro in quel periodo l'attività prevalente era per tutti l'attività frontale anche perché l'idea della conoscenza era quella di trasmettere delle conoscenze che l'adulto ne va possibilmente a prenderle nel modo più uguali possibile a come erano state trasmesse e il metodo frontale era quello che più si adeguava a questo tipo di insegnamento per quanto riguarda il lavoro di gruppo era riservato ad alcune piccole attività manuali pratiche ma non era dentro preponderante e neanche la collaborazione fra noi resisteva il metodo cooperativo noi eravamo nel nostro banco per tutta la giornata facevamo delle attività prevalentemente attività di scrittura lettura contare misurare ma non andavamo mai oltre questo quindi non erano i metodi di oggi quelli più importanti addirittura di aveva una maestra che ci dava da fare degli assunti a casa leggeva un brano a scuola ea casa noi dovevamo fare il riassunto ed eravamo gravissimi se scrivevamo esattamente tutto quello che lei ha detto la mattina compreso il discorso diretto quindi era un esercizio di memoria che poi si esplicava anche deve imparare a memoria le poesie o in altri tipi di attività ma che era importantissimo in quel periodo e questi erano un po le attività principali e allora aveva anche una grandissima importanza al caldo l'orale per esempio le mie maestre davano tanto spazio a quelle che erano le capacità nostre di applicare poi le proprietà delle varie operazioni è utilizzabile praticamente delta colora le era un'attività che ricordi con particolare piacere mi ricordo un attività di lettura con particolare piacere l'interesse ed era stata fatta dalla mia maestra la seconda elementare ed era un po diversa da tutte le altre lei riservava una parte generalmente la parte finale della giornata alla lettura di un testo io ricordo il primo libro che lei ci ha detto che era una capanna dello zio tom la legge va a puntate ogni giorno alla fine della giornata la cosa particolare era che per la prima volta la lettura non è relegata alla comprensione del testo perché nel periodo in cui ho frequentato la scuola compresa la scuola media quando c'era il testo di narrativa tutto ciò che veniva eletto aveva poi una scheda addirittura una scheda di comprensione aveva un fine didattico invece la mia maestra di andora leggeva per il piacere di leggere e noi aspettavamo io almeno con ansia il giorno successivo per sentire cosa davanti la storia e amavo moltissimo sentirla leggere da lei e questo è stato importante anche vuoi del proseguo della mia carriera perché la lettura ad alta voce dell'insegnante è una delle cose importanti ancora oggi e che ai bambini ai ragazzi anche già un po gradi piace moltissimo quanti alunni c'erano nella tua classe il gruppo classe è rimasto il gruppo classe rimasto vale dalla prima alla quinta ci sono state delle bocciature oppure alcuni nuovi arrivati gli altri anni allora per quanto riguarda il gruppo classe della scuola elementare e due eravamo sulle 16 perché noi siamo in una piccola frazione è nati non erano tantissimi questo all'inizio perché poi il gruppo sia ulteriormente assottigliato in seconda perché alcuni ragazzi sono non hanno superato l'anno allora erano molto probabili le bocciature anche in prima elementare e poi perché era allora inserita nella classe una ragazzina che oggi avrebbe avuto la certificazione la 104 della disabilità ma il periodo medi ma inseriti senza sostegno nelle classe insieme a tutti gli altri erano obbligati a fare di attività degli altri senza nessun pensiero inclusioni o a ciò che poteva essere la personalizzazione perché questi erano concetti molto lontani dalla mente degli insegnanti del 65 e quindi lei da l'anno successivo poi non ha più frequentato la scuola le classi si assottigliavano però da domani e brava nostra parte della nostra classe ragazzi bocciati nelle classi superiori la classe che ha perso più persone è stata la mia classe le dicevo perché liberamente le bocciature hanno decimato quella che era una classe molto numerosa di valentina di alunni e liberamente la selezione è stata molto importante tra primo secondo anno la classe era vista o divisa per generi classe elementare la giusta come tutte le classi che io ho frequentato però le maestri di allora tribù ivano i posti separatamente e maschia le femmine quindi le classi erano base divisa in due e c'era questa queste separazioni che poi era anche la separazione dei ruoli la separazione in tutto ciò che poi comportava la scuola e la classe invece che poi ho frequentato al liceo contorno era una classe mista ma con sole pochissime che mi nella maggior parte era formata da maschi e quindi li poi la differenza quali non c'era più la necessità di sedersi insieme alle femmine sarebbe speso neanche possibile perché la mammografiche pochissime unità e ricordi ad i tuoi compagni eravate una classico esa oppure disgregata era una bella classe a che quella della scuola elementare e solo pochi anni fa è stata fatta una scena di classe organizzata da alcuni ragazzi che avevano fatto la prima commedia 65 66 e stato anche molto bello rivedersi noi ci vediamo con molti di loro ci vediamo spesso perché sono del mio stesso paese con alcuni siamo diventati anche amici con una delle ragazze che presentava come la scuola elementare poi lo sa che collega e poi ho avuto grandi assenze anche successivamente in alcune classi specialmente in quelle del liceo sono sono nate alcune delle amicizie più importanti di tutta la mia vita i tuoi compagni delle elementari in frequentare anche fuori dalla scuola all.re periodo ci frequentavamo e religiosi nel pomeriggio per i giochi di gruppo però io più che con la mia classe avevo un rapporto di gioco con i vicini di casa che avevano un anno due meno di me ed era per vicinanza gli altri li vedevamo e della scuola elementare eravamo quattro amici che ci vedeva spesso rispetto alle altre e quindi simil frequentavo per alcune cose come giocare insieme le passeggiate uscire nella giornata del carnevale un apporto importante mascherarsi uscire giro per il paese o giornate tipo questa ricordi se la trascorre di lì organizzava attività pomeridiano extra scolastiche se sì partecipare a queste attività vi hanno partecipato ma della mia scuola c'erano le attività cosiddette detto la scuola dove alcuni insegnanti aiutano dei ragazzi a fare i compiti a casa ed erano frequentate per lo più da ragazzi che avevano problemi a stare in famiglia perché non aveva nessuno al pomeriggio o che avevano difficoltà a fare i compiti e non ho mai frequentato questo tipo di attività ma quali attività ti dedicavi quando non eri a scuola se vi compiti con gli amici guardavi la tv leggeri per le attività quindi dedicato erano sicuramente gioco all'aperto perché di quegli anni tutti noi giocavamo all'aperto con gli amici le letture che a me piacevano molto la televisione anche se non era come oggi non c'erano programmi 24 ore su 24 la tv dei ragazzi iniziano a metà pomeriggio e quello era una delle cose uno degli appuntamenti fissi per noi a lui piaceva molto la televisione anche perché aveva una parte diciamo marginali rispetto ad oggi e c'erano del delle trasmissioni particolarmente interessati per esempio per quanto riguarda me una delle trasmissioni che ricordo con maggior affetto era sera con la prefazione la lettura iniziali di un di giuseppe ungaretti in quel periodo io non sapevo assolutamente chi fosse quello che mi affascinava e giuseppe ungaretti che leggeva i versi dell'ulisse a era il suo modo di far vivere le parole l'enfasi che metteva sulle parole sui personaggi cosa a cui non ero abituata perché le mie maestre non leggevano così teatrale quindi era una cosa completamente nuova naturalmente la prima edizione nell'odissea e prima degli anni 70 sarà intorno al 68 69 per cui ecco io non avevo nessuna conoscenza ci fosse questo signore e l'ho scoperto solo molto citarti prof e pensavano i genitori il tuo percorso scolastico che hanno sempre appoggiato miei genitori mi hanno sempre appoggiato da sempre chiesto informazioni fatto con l'obbligo di miei maestri professori non hanno mai seguito direttamente ciò che io facevo anche perché era molto diverso da quando loro andavano a scuola o era un'esperienza scolastica la strada piuttosto breve tutto sommato è un ricordo positivo o negativo della scuola elementare io ricordo molto positivo nella scuola alimentare anche del percorso scolastico successivo ha mai avuto difficoltà ad ambientarti nel passaggio da una scuola di grado inferiore a quella di grado superiore per quanto riguarda il rendimento e l'apprendimento no ma quando mi sono iscritta al liceo scientifico contorno sì ho avuto delle difficoltà di inserimento perché per me è una classe completa letti maschile era qualcosa a cui non ero abituata ma non ero soprattutto abituata a quelle che erano le cose che venivano valutati al liceo per esempio la capacità di inserirsi libera nelle discussioni ero molto abituato a rispondere solo su domande la capacità di organizzarsi autonomamente e quindi lì è iniziato un percorso di crescita che però nei primi mesi ha determinato anche una certa difficoltà di inserimento e cosa ti ha spinta a seguire la scuola superiore che frequentavo la scuola superiore che io ho frequentato è stata scelta soprattutto direi per opera dei miei professori perché la mia volontà era quella di fare il classico poi i miei professori soprattutto il mio professore di lettere della scuola media mi ha consigliato di fare lo scientifico per la presenza della pratica fino al quinto anno la presenza della lingua inglese in quel momento il classico non aveva queste discipline così preponderanti devo dire però che poi andando avanti invece il classico mi sarebbe molto servito perché ai primi esami di università su platone e lo conoscevo il greco e che veniva dal classico era sicuramente molto favorito visto che il nostro professore adorno legge martina greco quindi non ha difficoltà a seguire questo tipo di percorso e cosa ti ha spinto a scegliere il corso di laurea ne ha presentato il corso di laurea è stato scelto soprattutto sulla base di alcuni interessi che sono nati per il mio avvicinamento alla politica la mia iscrizione alla federazione giovanile comunista che avvenuta quando avevo 16 anni perché durante il percorso dell'isia puntorno io ho sempre pensato di scrivermi a matematica e solo successivamente amando moltissimo storia delle dottrine politiche e materia simili ho deciso poi per il corso di laurea e solidale ricordi qualche evento sociale o di cronaca importante accaduto durante il tuo percorso scolastico e sono accaduti tantissimi ma io ho di molti non ricordo diretto dalla strage di piazza fontana nella contestazione del 68 l'alluvione di firenze io ricordo molto bene perché già riunita in cui si può ricordare quello che è stato invece rapimento moro e la sollevazione immediata degli studenti del contorno che si sono riuniti in assemblea subito dopo aver appreso la notizia dell'avvenuto rapimento perché questo era uno degli eletti che avrebbe poi determinato anche effetti sulla storia dell'italia quindi considerato dando un effetto devastante questo sulla tua formazione in rete in queste cose essermi appassionata poi alla politica ea tutto quello che ne consegue e ad eventi particolari quelle molto ricco anche di eventi ha influito sulla scelta di alcuni argomenti da studiare sulla scelta dei percorsi da fare si direi che tutto quello che c'è stato abuso poi l'influenza sul percorso successivo nel tuo percorso scolastico ha influito sulla sua professione direi di sì dubbiamente perché poi il percorso scolastico è stato positivo io poi ho deciso di restare a scuola per tutta la vita durante la pratica della tua professione ti sei mai inspirata i docenti che hai provato nel tuo percorso scolastico oppure all'inizio in atto metodi metodi di insegnamento completamente diversi non era possibile ispirarsi agli insegnanti perché la scuola è qui ho cominciato a insegnare era molto diversa da quella che io avevo presentato io nel mio percorso scolastico ho vinto il mio primo concorso che è stato bandito nel 1982 e quindi sono entrata in segnali subito dopo ma negli anni 80 il metodo frontali la trasmissione del sapere erano ormai completamente superati però l'idea che io devia insegnante che fossero dei grandi insegnanti per il tempo e per i programmi con cui si trovavano ad avere a che fare è mai capitato di insegnare nella scuola dove ha studiato il torneo è capitato di insediare conclusivo allora c'era il direttore didattico e quindi si di insegnare nella scuola elementare di lazzaretto nella prima fase prima che io nascessi po il passaggio alla scuola media è di fare la dirigente nelle stesse scuole miglior frequentato quando ha iniziato a lavorare nella scuola i bambini a cui insegna vi avevano molti aspetti in comune con i bambini della sua generazione oppure allenatori cambiati ho sempre gli stessi a preparare la curiosità la voglia di fare le cose che erano cambiate nel rapporto con l'adulto diciamo che nella scuola dove ho insegnato io soprattutto nella prima fase si dà una grande importanza alla motivazione all'interesse a fare lezioni che fossero anche accattivanti questo per i bambini invece del 65 era scontato che bisognava andare a scuola bisognava seguire eseguire ciò che gli insegnati dicevano di fare diciamo che poi è insegnante ho dovuto conquistare di più la fiducia è anche interesse dei miei alunni rispetto a quello che dovevano fare insegnanti l'organizzazione della scuola è molto cambiata era molto cambiamo analizzato di insegnare rispetto a quando eri un'alunna ha subito del peggioramento dei miglioramenti era molto cambiata di seguito dei miglioramenti perché della scuola dove ho segnato io c'erano i moduli era ormai passato il concetto della collegialità il superamento del maestro tuttologo la programmazione lavorava insieme e anche prepararsi nelle discipline che dovevi andare ad insegnare e quindi io ritengo che dal punto di vista organizzativo sia per il tempo scuola che era notevolmente allungato sia per i metodi didattici la scuola avesse fatto notevoli progressi in quel periodo mi sarebbe piaciuto frequentare la scuola di adesso e mi farebbe molto piaciuto sicuramente la scuola di adesso la scuola per i nativi digitali un po diversa dalla nostra e a me sarebbe piaciuto penso come piaceva allora perché per me la scuola è sempre stata importante quindi credo che allora ad oggi la x 50 fa sempre con grande piacere al netto della scuola che altri puntato che adesso non è più presente ma che dovrebbe essere lei inserito perché particolarmente importante significa credo di no perché la scuola è molto legata alla società alla legislazione vigente ed è un po figlia del suo tempo e quindi io non credo che quello che veniva proposto nel 65 potrebbe essere proposto ancora oggi ad esempio nel 65 iniziavamo ogni lezione con la preghiera ogni anno scolastico ha dato alla messa e la preghiera anche seguita da canti religiosi come previsto nei programmi armeni ecco oggi la laicità è un valore e alcune di queste cose che andavano benissimo in quel periodo per la società multiculturale di oggi sarebbero ditta ditte superate così come sarebbero superati tutti quegli insegnamenti che tendono a suddividere i maschi e le femmine all'interno della società quindi non credo che ci siano cose da trasportare della scuola diresse la scuola abbiamo capito che s'apprestava a uno dei due punti fermi perché perché è così importante e perché dovrebbe essere importante per tutti io credo che la scuola ci insegni molto da bambini ci insegna a relazionarci con il gruppo dei pari e con gli adulti ad apprendere cose nuove ci avvicina alla lettura e non è cosa di poco conto per esempio per me la lettura è un modo anche per viaggiare con la mente noi non aveva bilico segretati oggi non facevano grandi viaggi non avevamo di meno nozione di quelli che fosse il mondo oltre il nostro piccolo paese dei primi anni di scuola e quindi la lettura ti apre la mente la scuola che insegna ragionali che porta a passare da quella prima esperienza in cui ha bisogno di oggetti all'astrazione al pensiero critico a giudizio quindi io credo che sia importantissima da bambina a frequentare la scuola ma che lo sia anche da insegnanti perché come l'insegnante s'impara dagli e lunghi si parla della loro curiosità e voglia di apprendere dal modo con cui si rapportano potevano alcune delle attività e anche da dirigente direi che è in tenere il rapporto con così tanti adulti nei collegi con le famiglie con il territorio è un ulteriore percorso di crescita per cui per me la scuola ha un'importanza determinante e dovrebbe essere una delle cose su cui si investe di più in cui si crede di più per il progresso di tutti grazie mille gabriella grazie
L’intervista, della durata di 32:13 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=yzEDpYg4Oaw), si focalizza sulle memorie scolastiche di Gabriella Menichetti. Nata nel 1959 a Cerreto Guidi (provincia di Firenze), è stata insegnante; attualmente dirige l’Istituto Comprensivo di Cerreto Guidi. Figlia unica, abitava con la nonna paterna e i genitori: la madre, prima impagliatrice di fischi a domicilio, negli anni Sessanta divenne operaia in un calzaturificio. Il padre, prima contadino, divenne muratore fino a che un grave incidente alla mano non lo costrinse al licenziamento; successivamente, lavorò come custode comunale. Menichetti ha frequentato dalle scuole materne all’Università; il suo percorso scolastico si è snodato tra il 1962 – anno in cui ha cominciato la scuola materna – e la prima metà degli anni Ottanta, periodo in cui dovrebbe aver conseguito la laurea in Filosofia. Nel corso del primo anno di università, ha sostenuto un esame da privatista per conseguire l’abilitazione magistrale, titolo di studio che, nel 1982, le ha consentito di partecipare e vincere un concorso a cattedra per l’insegnamento nella scuola elementare.
Come spiega all’inizio della sua intervista, il suo sogno è sempre stato quello di insegnare; a questo proposito, venne sempre incoraggiata dai genitori, e soprattutto dalla madre, che «desiderava che io facessi la maestra soprattutto perché considerava questa professione adatta ad una donna come diceva lei si insegnava solo al mattino quindi c'era tutto lo spazio per la famiglia», racconta infatti dal m. 1.54.
La maggior parte dei suoi studi si è svolta tra gli anni Sessanta e Settanta. In anni pre-sessantottini si sono svolte le scuole materne e gran parte delle scuole elementari. L’intervista accenna brevemente all’esperienza (giudicata positiva) della scuola materna, che, come ricorda Menichetti stessa, era gestita, al pari della maggior parte degli istituti di quell’ordine scolastico, dalle suore (Bonetta 1990, 31-9). Maggior svolgimento – e più dense riflessioni – ricevono gli anni delle scuole elementari, frequentate in una scuola di una frazione del comune. Pochi erano gli alunni della sua classe: sedici, tra cui una compagna che, secondo il giudizio retrospettivo di Menichetti, avrebbe adesso potuto giovarsi del sostegno e che allora venne bocciata (Piccioli 2017, 91-93). Continuo il ricambio delle insegnanti – almeno una diversa all’anno, e tre nella sola quarta elementare. Di queste, Menichetti ricorda soprattutto l’insegnante di prima elementare, giudicata una donna all’antica, eccessivamente attenta alla precisione e all’ordine, come dimostrava il suo puntiglio affinché gli alunni imparassero a scrivere con pennino e calamaio; e l’insegnante di seconda elementare, descritta come più sensibile e più attenta alle esigenze degli alunni rispetto alla collega. Nel complesso, tuttavia, riserva un giudizio largamente positivo a tutti i docenti che ha incontrato sul suo cammino, perché «l'idea che io ho dei miei insegnanti è che fossero dei grandi insegnanti per il tempo e per i programmi con cui si trovavano ad avere a che fare» (m. 26.47).
A peccare, nella sua opinione, erano infatti soprattutto i programmi Ermini del 1955, che lei espressamente cita e che descrive come eccessivamente focalizzati sulla religione e sul conservatorismo sociale e culturale. I programmi, infatti, «prevedevano un’educazione al ruolo che ognuno di noi avrebbe dovuto assumere all’interno della società», asserisce dal m. 9.26. E continua pochi secondi dopo: «Più che educare ad essere un uomo e un cittadino così come prevede la costituzione allora c'era l'idea il ruolo diverso maschio-femmina e del fatto che si dovessero adoperare gli insegnanti perché ognuno di noi ricevesse l'educazione più giusta per entrare poi della società» (m. 9.45). A essere contestato, dunque, è il ruolo delle istituzioni nel condizionare e limitare le capacità di autodeterminazione individuale (Bracke 2019, 34-52). Da questo punto di vista, anche la lezione frontale e la sua verifica, nel prevedere l’assorbimento uniforme delle nozioni impartite, ricopriva, per l’intervistata, un preciso ruolo sociale e culturale (Galfrè 2017).
Dopo aver sorvolato gli anni delle scuole medie, la videointervistata si focalizza sul periodo in cui ha frequentato il liceo scientifico. Come ricorda Menichetti, la sua iniziale idea di proseguire con gli studi classici venne modificata da alcuni colloqui avuti con i docenti delle medie, che le consigliarono di iscriversi al liceo scientifico: mentre infatti al liceo classico tradizionale vi erano solo due ore settimanali di matematica e lo studio dell’inglese era interrotto con la fine del secondo anno, nel liceo scientifico lo studio della lingua straniera proseguiva fino al diploma. Come tuttavia ammette subito dopo, ha un po’ rimpianto questa scelta all’università, quando, nel sostenere i primi esami di Filosofia, ha incontrato alcune difficoltà non ravvisabili in chi, invece, proveniva da studi classici. Del liceo scientifico, che frequentò a Empoli in una classe prettamente maschile, Menichetti ricorda il percorso di crescita personale e spirituale che la condusse ad acquistare più sicurezza in se stessa e nelle sue capacità, imparando a interagire liberamente nelle discussioni e a organizzare da sola le proprie attività di studio. Di quel periodo, Menichetti cita espressamente il rapimento Moro, che indusse lei e i suoi compagni di liceo, consapevoli della gravità della situazione, a indire un’assemblea di istituto (consentita da alcuni anni in virtù del DL 416/1974) per discuterne (Crainz 2002). Al liceo la videointervistata fa risalire, del resto, il suo impegno politico, sfociato a sedici anni nell’iscrizione alla FGCI (Federazione Giovanile Comunisti Italiani) e determinante, in anni successivi, nella scelta di studiare Filosofia all’Università.
La conclusione dell’intervista, incentrata sul periodo lavorativo di Menichetti, contiene alcune riflessioni sulle più recenti trasformazioni della scuola. Tra queste, la videointervistata ritiene di capitale importanza la L. 148/1990, che, nell’introdurre l’insegnamento modulare, stimolò alla collegialità e decretò la fine dell’insegnante «tuttologo» (m. 28.48). È mutato anche il rapporto con gli alunni, con cui, già negli anni Ottanta, ammette di aver faticato per conquistarsi la loro fiducia. I lavori dell’insegnante e del dirigente, a suo parere, si sono trasformati in lavori di relazione e di collegamenti con il territorio, i cui risvolti apprezza considerevolmente e ritiene importanti per la sua crescita personale.
Fonti
G. Crainz, Storia del miracolo italiano: culture, identità, trasformazioni tra gli anni Cinquanta e Sessanta, Milano, Donzelli, 1996.
G. Bonetta, La scuola dell'infanzia, in G. Cives (a cura di), La scuola italiana dall'Unità ai nostri giorni, Firenze, La Nuova Italia, 1990, pp. 1-54.
M. A. Bracke, La nuova politica delle donne. Il femminismo in Italia, 1968-1983, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2019.
M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.
M. Piccioli, Il processo italiano di inclusione scolastica nella prospettiva internazionale: i Disability Studies come sviluppo inclusivo, "Formazione, Lavoro, Persona", n. 20, 2017, pp. 91-99.
Fonti normative
Decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n. 416, Istituzione e riordinamento di organi collegiali della scuola materna, elementare, secondaria ed artistica, (GU Serie Generale n. 239 del 13-09-1974 - Suppl. Ordinario), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1974/09/13/074U0416/sg