[Musica] buongiorno oggi è venerdì 6 novembre io sono stata canonaco mi trovo in compagnia di paola sei giorni che ha accettato di essere intervistato per le finalità del progetto memorie d'infanzia paola si racconterà della sua esperienza come educatrice di asilo nido negli anni 80 ti ringrazio tantissimo paolo per la sua partecipazione per la tua disponibilità è finita una tua breve presentazioni papa il quale comune richiede allora riservo nel comune di pistoia qual è la sua occupazione attuale e sono impiegata all'inps di storia bene e passiamo adesso alla sua esperienza in ambito educativo anche quale periodo e lavorata lavorato negli asili nido e su quali servizi allora iniziato nel 79 con il carico trimestrale per poi arrivare fino a 2000 perché poi per motivi di salute ho dovuto lasciare il lavoro appunto come educatrice si è riunito ho lavorato sia nel comune di pistoia che nel comune italiana ho lavorato in quasi in tutti i media di pistoia perché sono entrata di ruolo un po eno tardi e poi sono entrata di ruolo nel comune italiana ho lavorato anche in diverse in alcune scuole materne però diciamo il periodo più lungo l'ho passato proprio negli asili nido comunali di pistoia ecco quindi comune di pistoia negli anni ottanta minimo di testa particolarmente significativo che se si veniva fuori dalle formiche era praticamente al tempo del fascismo era venuti fuori queste diciamo questi luoghi in cui si curavano essi assistevano i bambini delle mamme che lavorava nuovo bambini dell'orfanotrofio per cui diciamo era un discorso più di cura e assistenza dell'infanzia o invece dongle a 1044 del 71 la legge e poi si è passata siamo passati diciamo dalla cura assistente bambini diciamo un discorso più educativo pedagogico e soprattutto devo dire la verità nel 79 quando entrai ora non mi ricordo se era ruolo one o profilo unico sarà però è propriamente oltre condire bambini da dirà mangiare eccetera pulirli eccetera noi si pensava anche all'ambiente perché non c'era la figura della collaboratrice c'era però la figura della coca perché negli anni 80 la cosa bellissima secondo me importantissima e che era tutto all'interno dell'asilo nido è una piccola città una piccola comunità in cui la figura della coca al di là del discorso del pasto eccetera una figura importante perché poi insomma bambini la conoscevano eccetera però era un lavoro molto più duro e come orario come orario c'era se mi ricordo ma è il verdetto ma sono passati degli anni ti dalle sette e mezzo mi sembra le sette di sera quindi immaginava fine insomma era una bella una bella diciamo un bel peso anche dal punto di vista lavorativo anche per l'educatrice che non è vero matrice e non so se si chiamava assistente non me lo dico morto poi nei cieli panini sarà l'infanzia eccetera paio di turni erano sette e trenta 19 3 no no no no c'era una compresenza mi sembra mi sembra è a una cert'ora della mattina ma poi forse anche come personale eravamo dei fiumi papa niente praticamente negli anni 80 invece proprio iniziato il discorso educativo importantissimo della della figura appunto dell'educatrice asilo nido i toni era diversi c'era ecco la divisione dei vari reparti alla si parla asilo nido tre mesi 36 mesi tre mesi tre anni quindi c'era appunto la divisione dei vari reparti che siamo così come lattanti semidivezzi e divezzi è una terminologia antica ma parlando proprio rapportandoci allo svezzamento del bambino c'era un bellissimo rapporto con questi piccoli allora da tre mesi a un anno era la prima fascia immaginatevi la colonia era praticamente inesistente però c'erano le grandi conquiste cominciare a parlare e cominciare a camminare quindi il bambino veramente lì c'è la cosa più bella che veramente c'è lo sviluppo molto grande e molto importante il cambiamento del bambino poi c'erano i semi divezzi che andavano invece da un anno o più a due anni e poi li vecchi da due anni a tre e poi invece dopo gli anni 80 parliamo un po metà anni ottanta si parla invece di piccoli ma oltre gli anni ottanta forse verso gli anni novanta piccoli medi e grandi ecco come oggi è niente e tutti i nidi c'erano queste strutture importanti interne perché il bambino era molto diciamo legato all'ambiente interno soprattutto nei periodi invernali però dal punto di vista esterno c'erano tante possibilità come gli spazi esterni erano importantissimi questo c'erano tutti i punti ottenuti con le strutture piccole strutture semplici elementari perché il bambino già cammina con difficoltà e sta esplorando per la prima volta l'ambiente esterno quindi mi hanno aiutato con strutture semplici tipo un'altalena che conosci molino strutture così allora il per quanto riguarda diciamo le attività le attività dei bambini dei diciamo dei lattanti o dei piccoli sono sono piccole sono poche più che altro c'è un'interazione parla adulto e bambino il rapporto numerico è sempre minore perché il bambino a quel punto lì l'adulta una figura che ponderante perché va cambiato la dormita off e niente e la cosa dell'iva diciamo che mi ricordo con tanto affetto nell'ambito dell'asilo nido come reparto natanti o piccoli e la marcia quasi sempre c'era in una parete angolare si metteva questa marca interna con sotto diciamo un tappeto nei tanti cuscinoni e tante volte il bambino si addormentava lì perché come come tempi bambino l'astante non tutti hanno soliti tempino per cui non ho sonno altra fame un altro gol e volesse è cambiato quindi c'è un discorso di possibilità di aiuto anche di queste strutture no come come può essere appunto la marca eccetera niente almeno io mi ricordo c'erano vari seggio lotti perché si doveva dar da mangiare poi quasi sempre 4 5 mesi venivano i tre mesi avuti pochi i bambini però c'erano diversi genitori mamme che purtroppo lavoravano nelle aziende private e non avevano la fortuna di prendere diciamo dopo la maternità obbligatoria o facoltativa perché se non potevano essere licenziate purtroppo questo mi è capitato anche vicino agli anni 90 nonostante che successe proprio quando ero incaricata al bottegone a sant'angelo una mamma veniva in sembra dalla montagna pistoiese e la bambina ebbe per un mese la provochi te e venne da noi piangendo è una mamma perché l'avevano vicenza adducendo che che insomma ma c'era tanto lavoro ma con molta con molta amarezza e con molta sofferenza perché perché la bambina stava bene la bambina è per lei era importante anche perché al di là del nostro volo di roma trici è veramente un aiuto grossissimo l'asilo nido per le mamme lavoratrici e non perché ecco questo posso dire allora per la mia esperienza sarà il bambino ho sempre consigliato ai genitori quando mi domandavano qual era il momento migliore per poterlo inserire al nido vivo cevo sempre verso i sette otto mesi perché perché sette otto mesi il bambino comincia gattona ricomincia a esplorare il mondo comincia la prima socializzazione verso gli altri e non ha tanta abitudine bella di carattere mentre il bambino dopo un anno un anno e mezzo le abitudini radicate cioè quello che che che afa a casa con i nonni o con i genitori quindi è molto forte quindi la presenza esterna pur sempre provocare un piccolo trauma ci vorrebbe un po di tempo però e questo è stato importante dimmi un pochino se va bene così oppure delle domande in quei poveretti malaccio qualche domanda più specifica intanto abbiamo parlato un pochino che della nella relazione con le mani ma è così eccoli qui è tanto che veniva fatto un ambientamento dei bambini con la presenza degli editori allora io dico sempre l'inserimento importantissimo non solo per i bambini ma anche per i genitori il genitore ti porta al bambino al il parà jakes perché vorrei sapere a chi dà il proprio cuore perché il bambino per i genitori e il cuore quindi l'inserimento deve essere veramente è la secondo me è sempre stata la parte più importante per cui bisogna avere molta cura molta attenzione dedicarci molto tempo i genitori i genitori si faceva in un primo momento da soli proprio una specie di colloquio non personale prima generale tutte le giocatrici d'emilio poi singolarmente quando si sapeva il bambino che bisognava seguire eccetera si faceva in col genitore con con i genitori solamente poi c'è il discorso che poi si faceva invece piano il primo colloquio diciamo a loro ci dicevano un pochino da un vino come era come si presentava la problematica un pochino il carattere eccetera e poi si iniziava il vero e proprio inserimento di cene sempre genitori è sempre la cosa meravigliosa e che non era mai possibile preventivare il tempo perché è a sé antonio genitore assegni bambine a sé come di un pezzetto sempre io quindi i genitori in un primo momento veniva col bambino ci stava pochissimo ci stava a siena un ora e un primo momento ho sempre un bambino in braccio il bambino si lasciava esplorare un pochino tempo e aveva 68 nove mesi poteva farlo tre o quattro cinque mesi certamente bambino veniva adagiato vicino al babbo la mamma eccetera poi gradualmente il genitore si spostava in un'altra stanza e doveva sentire un pochino il bambino se aveva dei problemi seri usciva un pochino ma attraverso sempre la cura e l'attenzione e la vicinanza delle donatrici problemi il bambino dovete capire che non ha né la mozione di spazio e di tempo quindi quando andava via i genitori più delle volte bambino piangeva perché il bambino che il genitore per una cera sabato via l'aveva abbandonato poi allora gradualmente se si vedeva se cominciamo a piangere i genitori ritornava ci stava e via via e quindi l'inserimento avveniva con molta più c'erano bambini invece che proprio erano tranquilli eccetera noi di sicuro magari le parti dei colloqui individuali anche un esempio di sé che l'hanno delle milioni di gruppo allora colloquio era una guardia nonno di solito quegli anni lì non c'erano rappresentanti di genitori per quanto riguarda l'asilo nido poi nella scuola materna non lo so negli asili nido no però c'erano delle problematiche venivano diciamo alla luce il genitore ne parlava e di essere poteva un pochino riaffrontare allora tante volte io ho sempre con sempre sempre stata contenta degli scogli iniziali come tutte le cose perché il bambino voleva dire che cominciava a capire no al subito all'inizio questa differenza quindi può piano piano c'era la possibilità dell'adattamento a volte invece la veniva proprio che il bambino stava bene all'inizio poi l'aveva daily crolli più che altro veniva un regresso o per la nascita del fratellino di una sorellina o per una malattia per cui bambino stava a casa quindi c'era di nuovo un piccolo inserimento da fare però era era abbastanza ma tranquilla la situazione soprattutto i genitori allora i bambini erano rata bambini hanno le antenne quindi se il genitore agitato i bambini ha citato quindi perché secondo me era importante l'inserimento per i genitori perché l'inserimento dei genitori devono andare di pari passo l'inserimento del bambino è un tutt'uno poi si pensa che più che mai il bambino il primo anno di vita in simbiosi con la mamma quindi c'è questo discorso che è un filo che non si rompe quindi va curato in tantissimo e devo dire la verità ho avuto tantissima soddisfazione ho avuto sempre tanta soddisfazione sia con genitori circo bambini nelle venti anni che ha passato con loro perché in sostanza veramente importanti bellissimi e fare volentieri tornava a casa da raccatta col cucchiaino vedere alla stanchezza perché non potevo più però mi davano tantissimo perché bambini ti levano tiravano tutto e la documentazione delle esperienze impegno per i genitori allora sì fin dall'inizio si faceva almeno un pochino dopo or dopo negli anni 83 84 già si cominciava da allora a fare la documentazione fotografica dell'inserimento del bambino fino al 3 anni è praticamente si seguiva si seguiva anche attraverso elaborati attraverso queste foto proprio l'inserimento e lo sviluppo del bambino quindi erano bellissimi libroni che alla fine dei tre anni a volte si davano anche alla fine dell'anno per cui si faceva vedere un po a genitori l'ingresso del bambino della bambina al nido e poi via via con tutte le attività che si mi che si facevano con loro nel primo anno diciamo proprio il nome più importanti nella giornata del vano pitino e povia via con la manipolazione con discorso del grafico perché dei vari dell'approccio con i vari elementi perché non si facevano tanti lavorini con i colori con la terra nei tre anni addirittura si piantavano simini per far vedere se venivano fuori se germogliavano i fagioli somma tanto così ne è così sexy e avevamo quasi sempre per esempio nel quadri al quadrifoglio che era l'asilo che è sempre l'asilo nido sotto le stelle una vecchia davanti alla chiesa dei cappuccini ci sapeva la serra quell'anno serva è un asilo nido fantastico con un bel giardino ma soprattutto con la possibilità attraverso appunto il lavoro diciamo con bambini questa sera di poter fare tantissime attività che durante l'inverno non si potranno fare anche se sera ma erano cose si potevano fare all'esterno ma si faceva la lettera e richiamo un po nella giornata in prenda come la rispondeva che può raccontare qualcosa sulle reti nell'accoglienza di cura per pranzo se si esce se allora la cosa bellissima per quegli anni lierac e allora dopo l'esame dopo diciamo sto sviluppo da diciamo da ruolo di asilo nido solo come cura e assistenza c'è un discorso proprio per ha duramente appunto appostamenti decorata volta che la figura dell'educatore viene fuori proprio importante perché morte penso a un surrogato di mamma ma non è così perché proprio qualcosa di più qualcosa che doveva aiutare il bambino nel suo cammino nel suo sviluppo ti dico una una frase una cosa che a me piace molto dirla perché lo dicevo anche a genitori dopo un po che ci si conoscerà a volte anche durante l'inserimento loro praticamente il bambino che usciva fuori dall'asilo nido che poi lava la scuola materna nera nei confronti di un bambino che invece era curata nell'ambito familiare fino ai tre anni poi andava alla scuola materna era che il bambino era molto più vivace perché ricevono tutto mio non esiste quindi quando giocavano in qualche foto o interagire con gli altri perché non avevano un isola felice dovevano essere proprio insieme agli altri questo per me è importante della crescita però erano anche più autonomi perché non c'erano nino che imboccarla c'era la mammina aveva se quindi il bambino già che mangiava e cercava di mangiare da solo quella è una conquista importantissima l'apprensione no c'è discorso del tatto che viene sviluppato poi il bambino che addirittura dopo un anno un anno e mezzo no che che fa la pipì a lago con il controllo degli sfinteri fa che fa la vide la buona e parco lo pone quando veniva all'asilo nido e vedeva magari gli amichetti gli altri che andavano sul vasino anche se non ce la faceva più a cosina però si provavano quindi lo sviluppa veniva veramente con più velocità e più capito e poi diventava sempre più sicuri questo è importante allora se volevi sapere un po la la giornata quasi mi racconta un po allora in un genitore portava al bambino quindi un pochino insieme niente chiacchiere o genitori se il bambino era tranquillo lo lasciava eccetera allora io ti parlo però ci sono vari aspetti che l'asilo nido dei lattanti o piccoli cento era un altro discorso era un discorso invece di diciamo non avevano l'autonomia iniziale quindi si adagiavano su tappetoni e si mettevano accanto di giochini ceca dalle piccole cose perché all'inizio il bambino cerca attraverso appunto la manipolazione attraverso il fatto di conoscere il mondo esterno poi piano piano c'erano tutte strutture tipo mobili né alla sua altezza dimensione di bambino perché il bambino già dalle tasse oppure hai fatto dall'adulto poteva cominciare a camminare avanzarsi e vede il mondo dall altra prospettiva o magari non eccede la poi c'è un alimento ma amerina poi c'è il discorso di silvio loni quindi a una certa ora della mattina si dava magari si cela lo svezzamento la frutta eccetera poi arrivava al pasto e poi c'era la camerina dove dormivano che la meravigliosa perché c'erano questi venti mi sembravano settennali della fantastica bellissimo se si erano piccoli ne potevo detto la marca alcune volte si addormentavano braccio perché i lattanti e veramente un mondo diverso e un mondo di accoglienza ancora più forte ma tutti i tre anni per oggi ma in appalti veramente c'è un contatto corporeo molto più forte e quindi niente noi arrivavano al pomeriggio a prendere l'acqua hanno bastonato cile sempre sempre questo importante è importante e poi non so se c'è più ma credo di no però la è infatti non gli ultimi anni c'era venivano dall esterno invece meravigliosa perché sia ecco questo è importante da bere asilo nido non era formato sono dagli educatori e da bambini con laboratori e d'alema e dalle poche che erano sempre insieme a noi addirittura la collaboratrice era un aiuto validissimo importantissimo perché era presente i bambini a questa interazione interazione anche con la poca perché facevano parte del questa piccola comunità che era il mito era veramente accogliente era veramente molto calorosa e ricca dei carnet persone sono veramente una fonte di ricchezza perché non c'è la distinzione c'era un discorso diciamo di rapporto più stretto con i bambini dal punto di vista delle educatrici però tutti interagivano e questo era importante ecco il gruppo di lavoro quindi c'è anche un coordinatore allora per quanto riguarda gli asili nido di pistoia ora l'italiana non me lo ricordo chi devo dire la verità anche perché ci sono stata pochi anni ma mi sembra di no né pistoia c'era una validissima coordinate cella dirigente dalla lega tardini si è stata una grande perché è stata quella che veramente negli anni 80 ha formato questa grande ricchezza di pistoia dal punto di vista educativo nella prima infanzia perché in una città piccola come pistoia 10 lidi veramente un grande una grande spesa per il comune perché c'era una spesa in mezza però una grande ricchezza e le veramente riuscire a farcela è stata veramente importante come figura e ha continuato a s poi però la coordinatrice è diventata la donatella giovannini che veniva abbastanza spesso non tiri voti liana mite ma gila gli veniva a domandare un po le problematiche veniva a vedere un pochino anche nei vari colleghe se c'era bisogno di qualche cosa in più perché il mare è un continuo divenire trasformarsi arricchirsi no niente e la cosa bella è che per tanti anni non so una per carità non sono un po al di fuori dei giochi ma veniva da tutto il mondo a venire a vedere ea vedere proprio le attività benini e la struttura linee di lippi storia perché veramente sono stati veramente delle innovazioni degli esempi formato dai luca trici bravissime che hanno dato la vita ho notato la vita della media italia si è finito quindi va bene niente e c'era la coordinatrice che riuscirà poi anche i mezzi in mente veniva fatto diciamo unico loro riunioni a volte anche con una sera a linee oppure c'erano anche tante volte c'erano anche le serate con i genitori per preparare tante e tanti lavori anche nei momenti delle feste delle feste di carnevale di natale poi la festa fine anno c'era un coinvolgimento molto bello unicom tra genitori luca teorie educatrici pubblica istruzione perché insomma è la base era quella in una comunità bellissima bellissima io ti dico anche questo perché a questo punto te lo dico quando venne fuori il discorso del cip e ciop purtroppo devo dire questa è una nota dolente perché lo sanno tutti che non è che i scoperchi nulla né che vale a dire cose però il cip e ciop e che è stato purtroppo un'esperienza negativa questo però non fa assolutamente non è da paragonare a quello che ha dato asilo nido comunale a pistoia per tutti gli anni 70 80 90 perché perché veramente è stato veramente una bella ricchezza bell esempio di lavoro fatto bene di importanza per la prima infanzia che veramente ha portato come esempio per sempre e io ti devo dire la verità con i vari educatori anche insegnanti di scuola materna e conosco insomma questa cosa ha fatto tanto male al comune di pistoia ma non è da assolutamente paragonare a quello che ha dato invece la prima infanzia pistoia farlo purtroppo un episodio metodio che non deve essere doloroso perché ha isolato ha infangato un po il nome di pistoia ma secondo me non ha nulla a che fare con pistoia né con gli asili nido la prima infanzia pistoletto parlavi delle vostre riunioni di quanto le faceva ma senti più che altro per un discorso se c'erano problematiche all'interno dei rapporti anche con i bambini quindi tante volte ci si consultava ma venivano anche abbastanza quotidianamente anche tra di noi nel momento diciamo da minimondo dormivano se non si parlava diciamo un pochino e poi tante volte quando si vedeva la cosa bella importante che il materiale umano non ha la possibilità di poter essere stravolto nel senso tante volte succedeva che un bambino che pensavo io aveva più empatia verso un'altra erogatrice o viceversa quindi tante volte dato che soprattutto all'inizio poi c'era interagire fra di noi no dopo anche nonostante i fatti fossero divisi non c'era sì c'erano momenti diciamo del reparto solo ma c'era anche l'interazione a volte nei momenti ludici no quest'aereo interni quindi tante volte succedeva bambino magari preferiva un'altra educatrice quindi ne parlavamo insieme e si diceva che si fa certo non ci sono problemi magari un'altra era più attaccata a me quindi si continuava ora nel solito ambito dell'anno è che certamente uno dei prezzi per cui di peso con un lattante però nel solito ambito diciamo dell'anno del reparto cosiddetto poteva venire questo perché si era sempre assolutamente sempre importante il paperino il bambino era al centro il bambino l'allerta era importante perché l'adulto deve accompagnare il bambino ma c'era il bambino è questo che voglio dire che questa l'importanza della se la meglio che ho visto che secondo me come esperienza ventennale occorso lì e che il bambino agisce quindi va accompagnato non va il discorso insegnare e non è giusto perché il bambino va accompagnato da una relazione perché bambino ha già le sue capacità vanno solo aiutate a farle vedere fuori e l'asilo nido secondo me è importantissimo per lo sviluppo del bambino e la scuola materna importante però l'asilo nido secondo me è ancora più importante perchè le vere con queste soli nei più importanti come dicevo purtroppo devo dire anche la mia esperienza di mamma e la mia esperienza e mamma nonostante sia stata la rai anni 80 sia stata una grande no una grande norma sia stata un educatrice e ho messo l'anima come mamma purtroppo l'asilo nido io non lo sfrutta perché l'ho sfruttato all'inizio però ha infatto la martina molto giovane ho avuto la mamma molto presente era insegnante insegnante alla scuola elementare a bonelli ma poi venne in pensione proprio quando nacque la macchina perché io avevo poco più che ventenni e allora per aiutarmi che starmi vicino perché pensavo che fosse troppo piccola per fare la mamma in pensione e accudiva molto alla martin ha fatto sta che verso un anno si cominciò a inserire la martina da se non ero tra pianti e avanti poi l'andava riprende tante volte la mia mamma perché facevo le sorprese per carità per carità ma bambino soffre so roma ma lascia fare è l'inizio poi vedrai subito era insomma fatto sta che c'è stato poco più un mese due con una donatrice bravissima dalla silvana stroppa grande amica ma è andata così la sconfitta frequenta la scuola materna è stata proprio sì sì sì sì poi si però ecco mi sarebbe piaciuto perché secondo me sarebbe stata molto più avvantaggiata per le bambine vengono fuori da mila sono i più grandi nel senso insomma ce la fanno prima e con tante cose fava e abbiamo alle conclusioni io se non hai altro da aggiungere killing gr di cocaina mente è stata l'esperienza più importante della mia vita e ho dovuto lasciare nei 2000 l'asilo nido che ero sempre al quadrifoglio e mi ricordo che durante il giugno quando si mette libroni fece la festa io dissi ai miei genitori tutti e quattro i vicini e michele e compagni di viaggio e si mi dispiace che devo lasciare devo lasciare il lavoro della mia vita perché non l al disco non operabile purtroppo i ogni tre mesi me bloccato quindi dovevo stare a casa i miei bambini li prendevano in altre con molto molta molta fatica perché le supplenti non mi mandava lo stesso quindi era veramente una grande fatica una sofferenza per queste educatrici colleghe e dovetti lasciare il lavoro della mia vita e dissi mi dispiace e devo dire la verità devo dire la verità sarà il mio lavoro era quello perché chi veramente ama fa l'educatrice non l'ama per arrivare alla fine del mese perché ai giochini è così perché al di là del suo l'amore con proprio con bambini i bambini che sono le cose la cosa è la bambina nella cosa più importante per la vita del mondo il futuro è un de ve ne è uno scambio importante continuo non è a senso unico nel rapporto né il colloquio è sempre un arricchimento totale da ambedue le parti e questo lo puoi trovare solo nel lavoro con i bimbi con i bimbi piccoli forma di raimi grandi avuto esperienza anche la scuola materna ho fatto il doposcuola perché vengo dalle magistrali però scelse proprio l'asilo nido perché al di là del contatto corporeo e sono molto propensa ora voi sono tagliata fuori però è la cosa secondo me veramente che aiuta a vivere meglio quindi se a una grazie davvero nella sua testimonianza o preziosissima va bene [Musica]
L’intervista, della durata di 32:50 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=H65TrApm-9c), affronta il percorso professionale di Paola Cei, educatrice negli asili nido di Pistoia e Agliana tra il 1979 e il 2000. Diplomatasi all’istituto magistrale, dal 1979 ha cominciato a lavorare come supplente (con un incarico trimestrale) negli asili nido e nelle scuole materne del comune di Pistoia, dove è nata e dove tuttora risiede; entrata di ruolo ad Agliana, ha successivamente ottenuto il trasferimento nel capoluogo toscano. L’ultima scuola dove ha lavorato è stato il “Quadrifoglio”; nel 2000, a causa di un’ernia al disco non operabile che le rendeva estremamente difficoltoso svolgere i compiti di educazione e cura dei piccoli a lei affidati, cambia mansione, venendo assunta come impiegata presso la sede INPS di Pistoia. Nella storia degli asili nido un ruolo fondamentale è ricoperto, secondo l’intervistata, dalla Legge 1044/1971, che riforma profondamente il servizio educativo (Oliviero e Macinai 2019, 164). Secondo la sua opinione, infatti, è evidente il passaggio da una prospettiva incentrata sulla cura e sull’assistenza, ereditata dall’esperienza delle strutture gestite dall’ONMI (Opera Nazionale della Madre e del Bambino), a una centrata sull’educazione e lo sviluppo (Catarsi 1997). A questo mutamento deve essere ricondotta, negli anni Ottanta, la ristrutturazione delle figure lavoratrici negli asili nido: le tradizionali “assistenti”, infatti, diventano “educatrici”, e cominciano a essere scisse dalla figura delle “operatrici”, mansione assimilabile a quella svolta dai collaboratori scolastici. Oltre al profilo unico, l’intervistata rammenta anche gli orari di lavoro, che ricorda come più lunghi negli anni Ottanta, quando le educatrici erano in servizio dalle 7.30 alle 19.00. Altro mutamento è quello che riguarda la terminologia utilizzata per denominare i “reparti”, ovvero le classi dei bambini frequentanti il nido: mentre negli anni Ottanta si usava ancora la distinzione tra “lattanti”, “semidivezzi” e “divezzi”, tra fine anni Ottanta e inizio anni Novanta si è diffusa una nuova terminologia che distingue (come tutt’ora) tra “piccoli”, “medi” e “grandi” (Catarsi 1997). Un tratto comune dei decenni in cui ha lavorato al nido sembra invece essere la documentazione, a cui l’intervistata afferma di aver dedicato grande attenzione già dai primi anni Ottanta. La documentazione era soprattutto fotografica; importanti erano tuttavia anche gli elaborati, che venivano collezionati insieme alle foto per formare dei “libri” da donare ai genitori alla fine di ogni anno o alla fine del percorso al nido.
L’intervistata ricorda e rivendica l’alta qualità dei nidi del comune di Pistoia, dovuta, secondo lei, anche alla competenza di Annalia Galardini, la allora coordinatrice del servizio. La qualità, a suo dire, traeva forza anche dalla diffusione del servizio, che negli anni Ottanta contava dieci strutture – un numero relativamente alto per una città di ottantamila abitanti (Galardini 2003). L’importanza dell’esperienza pistoiese era confermata, secondo l’intervistata, dall’alto numero di visitatori stranieri che arrivavano a Pistoia con l’esplicito intento di studiare le attività dei nidi locali. Particolarmente importanti e grandi erano, secondo l’intervistata, gli spazi esterni dei nidi di Pistoia: un ricordo particolare è destinato allo spazio esterno del nido “Quadrifoglio”, provvisto di una serra dove i bambini potevano assistere alla semina e alla crescita delle piante. Profondo sconcerto e dolore hanno provocato in lei, così come nelle sue ex-colleghe, il caso dell’asilo privato pistoiese Cip e Ciop, salito agli onori della cronaca nel 2004 a causa dei maltrattamenti che le due educatrici infliggevano ai bambini. La vicenda, che secondo lei ha infangato il buon nome di Pistoia e dei suoi asili nido, è tuttavia considerata totalmente estranea da tutta la messe di buone pratiche costruite lungo i decenni dal servizio pubblico cittadino.
Per quanto riguarda l’inserimento dei bambini, secondo Paola Cei l’età migliore si attesta sui sei-sette mesi, quando il bambino comincia a rivolgersi all’esterno e alla socializzazione, senza tuttavia, come accade verso un anno-un anno e mezzo, aver acquisito delle abitudini radicate che la frequenza del nido può intaccare e, nel breve periodo, destabilizzare. Ha sempre consigliato, quando possibile, di non iscrivere al nido bambini più piccoli; ha avuto comunque molti bambini di quattro e cinque mesi, a causa della situazione lavoratrice delle madri che, dipendenti di aziende private, erano costrette a non usufruire della maternità facoltative in quanto sarebbero altrimenti incorse nel licenziamento. A questo proposito, è con tristezza che racconta di quando, mentre lavorava con un incarico annuale al nido di Bonelli, una madre fu costretta a ritirare la figlia del nido perché licenziata dall’azienda, che non aveva tollerato il mese di malattia che la donna era stata costretta a chiedere quando la figlia si era ammalata di broncopolmonite.
In conclusione, l’intervistata afferma l’importanza dell’esperienza dell’asilo nido per il bambino, che grazie al contatto e alla condivisione con i coetanei diventa più autonomo, cooperativo e raggiunge più velocemente, per imitazione, le tappe dello sviluppo. Aver dovuto lasciare quello che non esita a definire “il lavoro della sua vita” (m. 31.10) è ancora oggi fonte, per lei, di grande rammarico.
Fonti
G. Bandini e S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.
E. Catarsi, Nascita e sviluppo degli asili nido in Toscana, in E. Catarsi E., G. Faenzi (a cura di), Asili nido e nuovi servizi per l’infanzia in Toscana, Junior, Bergamo, 1997.
E. Catarsi, L’educatrice della prima infanzia in Italia. Professionalità e formazione, in A. Fortunati (a cura di), Il sistema integrato dei servizi educativi per la prima infanzia, Junior, Bergamo, 2009.
A. Galardini, La comunità e i bambini: l'esperienza di Pistoia, in L. Gandini, S. Mantovani, C. Pope Edwards (a cura di), Il nido per una cultura dell'infanzia, Junior, Bergamo 2003.
M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.
Fonti legislative
Legge 6 dicembre 1971, n. 1044 Piano quinquennale per l'istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato (GU Serie Generale n. 316 del 15-12-1971), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1971/12/15/071U1044/sg