[Musica] siamo in presenza della maestra tiziana falorni natal 8 giugno del 1964 entrata di ruolo il primo settembre del 1987 attualmente in servizio nella scuola primaria istituto comprensivo critelli di montescudaio buonasera grazie innanzitutto ti ringrazio per la vita e centri partiamo subito con quelle domande come hai vissuto la scuola da un lilla che cosa ti ricordi bene bene nel senso che la scuola primaria e allora si chiama la scuola elementare vabbè stata la cosa più giocosa meno formativa la scuola media invece è stato sono stati tre anni molto particolari molto belli e forse lì è nato è stato il momento in cui ho cominciato a pensare che potevo fare l'insegnante perché ho avuto dei professori che erano professori di vita maestri di vita e non soltanto di conoscenza di apprendimento con i quali c'è ancora un buon rapporto e si una bella esperienza e a proposito di questo quello è stato il tuo percorso di studi per diventare insegnante dunque ho fatto l'istituto magistrale che allora praticamente formava agli insegnati dal punto di vista anche pedagogico c'era dalla classe 3a praticamente c'era anche il tirocinio nelle scuole elementari e si studiavano tra pedagogia dopo la scuola l'istituto magistrale ho fatto un corso tecnico la stella maris che devo dire mi ha formato tantissimo e ancora oggi drago veramente tanto da quell'esperienza perché comunque è stato un corso che mi ha permesso di entrare di ruolo abbastanza velocemente e mi ha formato per anche oggi che ci sono tanti bambini problematici nella scuola di ciò anche con quello che ho imparato in quegli anni in quella in quegli anni di studio riesco ad avere la capacità di affrontare altre situazioni difficili e bambini difficili com'è stato il tuo primo periodo di insegnamento avevo io sono entrata di ruolo nel 1987 concorso 1986 sono entrata di ruolo a milano quindi abbastanza lontano da casa e nella scuola materna è stata un'esperienza positiva in lombardia c'era la possibilità di fare dei corsi di aggiornamento allora non si parlava di curricolo verticale si cominciava a parlare il curricolo verticale da noi era ancora diciamo una situazione piuttosto acerba in lombardia invece già si facevano corsi di aggiornamento corsi di aggiornamento che andavano dalla scuola materna scuola elementare scuola secondaria molto aperti anche a realtà importanti come poteva essere l'archivio di san marino e quindi avere la possibilità di avere di esperti come cioè pedagogisti come fraboni come guerra quindi di un certo spessore e quindi è stato la serietà del tema ritornata in toscana ho fatto altri anni e gli altri anni della scuola materna diventata successivamente scuola dell'infanzia e poi ha fatto il passaggio della scuola primaria dove attualmente insegna e comunque se diciamo che dove sono stata ho sempre avuto comunque un'esperienza positiva e infatti il rapporto con i colleghi con il dirigente scolastico sempre stato non ho avuto mai dei grossi problemi tant'è che comunque ho ricoperto sempre dei luoghi anche essa l'insegnamento come funzione strumentale piuttosto che nelle commissioni di lavoro per cui comunque sia un po ho lavorato sempre a stretto contatto coordinando insegnanti anche per esempio come dipartimento del lavoro nel dipartimento è a stretto contatto con il dirigente quindi comunque non ho avuto mai de rossi problema è il rapporto con i genitori sempre molto positivo cioè io ricordo loro con piacere e riscontro che anche loro ricordano comunque insegnante dei loro figli con piacere non ho avuto tranne in un caso delle difficoltà nel dialogare o nell instaurare un rapporto importante e significativo per genitori e quel caso dove sono inserisci mentre in contatto quale quali erano un po le motivazioni le motivazioni erano di un genitore che comunque cambiava ha cambiato ha fatto cambiare alla figlia in tre anni sette scuole diverse quindi probabilmente non ero io con la collega il problema ma era un problema del genitore adattarsi anche alla realtà scolastica proprio anche dal punto di vista delle regole del rispetto degli orari piuttosto che delle attività che si svolgevano che si faceva che si proponevano perché comunque non andavamo a livelli è invece per quanto riguarda il rapporto con i bambini cioè cambiato il suo rapporto il suo modo di rapportarsi con aver cambiato sicuramente dall'insegnamento della scuola materna all'insegnamento della scuola primaria dove ovviamente l'approccio è diverso però non è diverso nel nel nucleo che poi è la base dell'insegnamento che è quello di entrare in classe comunque con con la voglia di prima di tutto di accogliere tutti perché io penso che ogni bambino abbia una chiave è che la differenza sia un valore aggiunto che comunque di spessore alla giornata praticamente e aria l'attività scolastica e cioè coi vb.ly l'importante è avere comunque la capacità di accogliere tutti avere anche delle regole cioè essere autorevoli perché comunque i bimbi hanno bisogno di regole nello stesso tempo però cercare anche di stimolare alla curiosità di creare un ambiente che comunque si sa dove loro hanno la voglia di conoscere di studiare di apprendere ed imparare anche a volte giocando comunque facendo attività che non sono prettamente scolastiche o tantomeno nozionistiche ma che due loro sono anche artefici del loro percorso e per quanto riguarda invece diciamo il concetto di disciplina scolastica l'idea di punizione cosa ne pensi si no allora la punizione non è mai positiva come ti dicevo importante essere autorevoli e comunque avere delle regole da rispettare regole che comunque possono essere condivise con loro stessi invece di dire non si può fare questo non si può fare questo non si può fare quest'altro cercare con loro di trovare di mettere in positivo e non in negativo quello che si può che è bello fare a scuola cioè quello di essere amici e invece di litigare di prestare invece di prendere con una certa influenza e quindi per dire eventualmente importante condividere le regole scolastiche con loro anche su un pannello su una su un cartellone scritto e disegnato da loro dove se c'è da richiamarli magari si richiamo dicendo ma che possa abbiamo scritto nel cartellone che cosa dice il nostro cartellone delle regole non pulire poi ovvio che se qualcuno magari fa qualcosa di particolarmente grave l'importante è avere un dialogo positivo e costruttivo con la famiglia perché è ovvio che invece la saliva essere tutti uniti per per affrontare quella problematica e invece per quanto riguarda i cambiamenti nell'ambiente scolastico come hai visto cambiare classe ad esempio diciamo come sono come è cambiata la disposizione degli oggetti nella classe l'allenamento la disposizione dell'aula organizzazione dell'aula sta cambiando per fortuna tantissimo negli ultimi anni perché comunque si rende necessario per l'ambiente sia accogliente sia ben curato e soprattutto non sia tipico di una trasmissione di nozioni quindi dove c'è la cattedra e ivan chino e monoposto ma si sta andando verso una disposizione molto più comunicativa molto più aperta e dinamica della dell'aula nella scuola dove insegno ormai da tre anni che ha una scuola senza zaino laura è strutturata per isole non esiste la cattedra tutto il materiale condiviso è molto curato tutto l'ambiente molto curato esiste uno spazio della comunicazione che lavora dove la mattina ci riuniamo e decidiamo anche quella facciamo il punto anche su quello che è la l'organizzazione della giornata e se per esempio magari cambia anche l'orario abbiamo il nostro planning dove comunque facciamo i cambiamenti e che i bambini sanno dalla mattina cosa verrà fatto questo in genere spacca all'inizio della settimana e poi anche giornalmente se magari abbia facciamo delle variazioni dei cambiamenti abbiamo dei mini laboratorio dei miei lavoratori che sono per esempio quello linguistico dove comunque lì c'è il materiale per esempio gli strumenti di apprendimento di italiano ed inglese abbiamo laboratorio logico matematico dove c'è tutto il materiale che loro possono trovare tutto il materiale gli strumenti di apprendimento della della logica matematica abbiamo laboratorio di scienze e abbiamo un lavoratore artistico quindi l'attività almeno per due o tre giorni alla settimana è differenziata per isole e quindi loro sanno il materiale che possono prendere da soli si autogestiscono si registrano le schede che loro fanno negli schedari trovano anche l'autocorrezione lo sia 8 correggono e sì anche se auto valutano perché la cosa bella che sto sperimentando e anche una valutazione non di tipo numerico o formativo ma formativo l'altra cosa importante è utilizzare gli strumenti multimediali che non sono sostitutivi ma che sono di approfondimento servono per approfondire determinati argomenti noi abbiamo la lim ma c'è anche dio gavetta a disposizione loro che per esempio molti bambini extracomunitari che ovviamente non conoscono il significato di alcune parole o alcuni oggetti sanno che possono utilizzare o la lingua il computer o il mio tablet e per andare a cercare cos'è quella parola e quindi approfondire la conoscenza quindi è molto importante anche utilizzare la tecnologia questo senso è invece per quanto riguarda la modalità di studio dei bambini come visto diciamo come è cambiata nel tempo dunque nel terzo è cambiata che i bambini di oggi fanno un pochino più fatica a ad avere un'attenzione prolungata e quindi una memoria a lungo termine quindi spesso ci abbiamo da ripetere questo anche perché a casa effettivamente rispetto a qualche anno fa stringere un pochino meno cioè meno questa attenzione nello studio nel consolidamento a casa che comunque secondo me è necessario io sono una fautrice comunque di un tempo molto più lungo molto più lento di tempi corti e veloci nonostante questo a caso comunque c'è bisogno di consolidare e proprio per per acquisire per poi poter trasferire quella conoscenza magari in un'altra in un altra attività oggi come oggi sono molto importanti delle attività dove loro sono diciamo attivi e partecipi sono loro che comunque trovano le strategie per arrivare a svolgere il compito per cui a me piacciono per esempio i compiti di realtà dove sono loro organizzati in piccoli gruppi che trovano le strategie per svolgere il compito come come ha vissuto gli anni dell'autonomia scolastica agli anni 90 gli anni novanta è stato il clou del momento più della della mia formazione e quindi l'autonomia l'ho vissuta appieno all'inizio ne avevamo un po ha timore perché comunque c'era il pericolo della della scuola come che diventasse un azienda e la scuola non può essere un'azienda assolutamente perché il materiale che abbiamo romano e quindi è diversificato e la cosa importante della scuola è la pedagogia e la didattica e quindi che può essere amministrato come un'azienda nello stesso tempo ad oggi posso dire che la cosa positiva dell'autonomia è quella di poter calibrare l'attività didattica sul territorio il prendere dal territorio quello che di positivo ad andare alla scuola per cui comunque tutto ieri dalla formazione degli insegnanti piuttosto che l'attività didattica piuttosto che l'ampliamento dell'offerta formativa viene calibrato su quello che è l'analisi del contesto ho detto quindi del territorio per dare possibilità ai ragazzini gli alunni di ampliare le loro conoscenze e di usufruire di quello che comunque il territorio offre e l'ultima domanda che cosa consiglieresti diciamo a chi si affaccia la scuola come insegnante in questi anni consiglio una formazione continua un aggiornamento continuo perché l'aggiornamento comunque formazione una cosa che non va mai fatta e poi accantonata sì mi sono formato ok no va avanti e quindi la formazione deve essere sempre costante il consiglio di entrare in classe con entusiasmo consiglio di non ricercare sempre di non insegnare qualcosa perché noi sappiamo il loro no ma di fare in modo di insegnare la curiosità di fare in modo che loro sviluppino la voglia di conoscere questa è il ruolo fondamentale dell'insegnante e di essere un esempio perché solo con l'esempio si può non ci murer hanno sempre e quindi con l'esempio possiamo creare qualcosa di positivo ok ti ringrazio ancora per la disponibilità ora grazie per l'attenzione grazie a te [Musica]
La testimonianza (durata 19:23 minuti, https://www.youtube.com/watch?v=_cb9GoZ7jhE) ha per oggetto la storia professionale della maestra Falorni, attualmente impiegata nella scuola primaria ed entrata di ruolo nel 1987. La maestra Falorni racconta di aver svolto un percorso formativo particolare frequentando la scuola Stella Maris:
"Dopo il Magistrale ho fatto un corso tecnico, la Stella Maris, che devo dire mi ha formato tantissimo e ancora oggi traggo veramente tanto da quell'esperienza perché comunque è stato un corso che mi ha permesso di entrare di ruolo abbastanza velocemente e mi ha formato anche per oggi che ci sono tanti bambini problematici nella scuola, con quello che ho imparato in quegli anni di studio riesco ad avere la capacità di affrontare altre situazioni difficili e bambini difficili".
Quella della Stella Maris è un’istituzione con una lunga storia. Nei primi anni Cinquanta l'ODA (Opera Diocesana di Assistenza della Diocesi) di San Miniato (Pisa) costruì una prima struttura adibita a colonia marina. Nel 1956, d'intesa con Università degli studi di Pisa, iniziarono le prime attività assistenziali a favore di bambini con problemi neuropsichici. La Fondazione Stella Maris si costituì formalmente nel 1958, con la sottoscrizione di una convenzione tra l'ODA e le cliniche universitarie pisane, che assunsero la direzione di quello che allora fu denominato Istituto medico pedagogico Stella Maris. La sua attività si caratterizzò fin da subito come assistenziale, riabilitativa, formativa e di ricerca e nella struttura fu aperta anche una Scuola magistrale ortofrenica. La struttura oggi è divenuta Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e si pone ancora come punto di riferimento nel settore.
La maestra continua la sua storia parlando del suo trasferimento in Lombardia dopo aver vinto il concorso nel 1986, un ricordo che testimonia quanto la mobilità abbia accompagnato il ruolo di insegnante tanto da essere un tratto distintivo della professione (Colucci & Gallo, 2017):
"Sono entrata di ruolo a Milano quindi abbastanza lontano da casa e nella scuola materna, è stata un'esperienza positiva in Lombardia c'era la possibilità di fare dei corsi di aggiornamento, (…), con esperti e pedagogisti come Fabbroni e come Guerra quindi di un certo spessore. Ritornata in Toscana ho fatto altri anni nella scuola materna diventata successivamente scuola dell'infanzia e poi ha fatto il passaggio della scuola primaria".
La docente ricorda anche gli anni della scuola per moduli e dell’autonomia scolastica:
"L’autonomia l'ho vissuta appieno, all'inizio ne avevamo un po’ timore perché comunque c'era il pericolo della scuola che diventasse un’azienda e la scuola non può essere un'azienda assolutamente perché il materiale che abbiamo è umano e quindi è diversificato e la cosa importante della scuola è la pedagogia e la didattica e quindi che può essere amministrata come un'azienda. Nello stesso tempo ad oggi posso dire che la cosa positiva dell'autonomia è quella di poter calibrare l'attività didattica sul territorio, il prendere dal territorio quello che c’è di positivo, tutto viene calibrato su quello che è l'analisi del contesto per dare la possibilità ai ragazzini, agli alunni di ampliare le loro conoscenze e di usufruire di quello che comunque il territorio offre".
Un iter quello raccontato dalla maestra che ebbe inizio con la cosiddetta Legge Bassanini del 1997 e il Regolamento del 1999 (Dpr. N. 275) introduttivo del Pof, il piano annuale di offerta formativa (dopo la legge 107 del 2015 diviene Ptof con durata triennale), lo strumento con cui le scuole possono affermare ed esprimere la propria capacità di autogoverno. Dal 2000 le istituzioni scolastiche, pur facendo parte del sistema scolastico nazionale, hanno pertanto una propria autonomia amministrativa, didattica e organizzativa; sono dirette da un dirigente scolastico e si avvalgono di un Piano Triennale di offerta formativa, che rappresenta il piano di azione educativa e di istruzione della scuola.
La video testimonianza termina con alcuni consigli che la maestra si sente di dare alle future generazioni di insegnanti:
"Consiglio una formazione continua un aggiornamento, continuo perché la formazione è una cosa che non va mai accantonata, la formazione deve essere sempre costante. Consiglio di entrare in classe con entusiasmo, consiglio di insegnare la curiosità di fare in modo che loro sviluppino la voglia di conoscere: questo è il ruolo fondamentale dell'insegnante".
Fonti
G. Bandini, S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.
P. Causarano, Riforme senza storia. Insegnanti di storia e reclutamento professionale nella scuola italiana all’inizio del millennio, «Italia contemporanea», vol. 286, 2018, pp. 239-256.
M. Colucci, Gallo S., In cattedra con la valigia: Gli insegnanti tra stabilizzazione e mobilità. Roma, Donzelli Editore, 2017.
M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.
M.C Morandini, Dall'esclusione all'integrazione: i disabili nel sistema formativo italiano tra Otto e Novecento, in Inclusione e promozione sociale nel sistema formativo italiano dall’Unità ad oggi a cura di A. Ascenzi e R. Sani, Milano, FrancoAngeli, 2020
Riferimenti normativi
Legge 15 marzo 1997, n. 59,"Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa"
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 8 marzo 1999, n. 275 Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59.