Il film si apre con la cerimonia di intitolazione di una scuola elementare milanese degli anni Cinquanta alla maestra Luna Di Capua. Il direttore scopre il busto della giovane insegnante, immolatasi appena trentenne, dopo dieci anni di integerrimo servizio, per salvare gli scolari. I bambini, esclusivamente maschi, sono ben allineati e si muovono a ritmo di marcia al segnale del maestro (Marescotti), vestono grembiuli neri e fiocco azzurro.
Un flash-back porta il racconto a qualche mese prima, soffermandosi sulla maestra (Forte) in servizio, sempre ordinata nei modi e severa nella gestione degli alunni, ai quali chiede di muoversi al passo di marcia e di ripetere parti studiate perlopiù a memoria. Vengono presentati anche il direttore (Burrano), che parla di avventure amorose con il maestro Caimi, col quale frequenta una casa di tolleranza, e il bidello (Nichetti), innamorato di Luna.
Un giorno, nella classe della maestra vengono inseriti due nuovi alunni che provengono dal circo Panforti, da poco insediatosi in città. I due bambini sono sporchi, vanno a scuola a dorso di un cammello e non sono abituati alla disciplina scolastica, tanto che uno di loro scappa dalla finestra per camminare lungo il tetto della scuola, fino ad aggrapparsi al cornicione e cadere rovinosamente addosso alla maestra che così gli evita un urto maggiore. Arrabbiata, l’insegnante accompagna il ragazzo dal direttore per farlo sospendere una settimana dalle lezioni.
Il bidello viene sospeso perché, al di fuori della scuola, è solito suonare L’internazionale e Bandiera rossa. Il direttore, però, non ammette apertamente le ragioni del suo allontanamento, dicendogli che si tratta di un’idea della maestra Di Capua per dargli modo di occuparsi con più agio della festa degli alberi di cui lei è responsabile.
Nel frattempo, ai due bambini provenienti dal circo, l’insegnante ha sequestrato una lanterna magica, che è in grado di far prendere vita alle ombre. Così, durante una notte di temporale, avviene uno sdoppiamento tra la maestra Luna e la sua ombra.
L’ombra, identica all’originale, va a vivere nella casa chiusa e frequenta il circo, dove, insieme al bidello, propone un numero di illusioni visive.
La maestra Luna si ritrova alla riunione per l’annuale festa degli alberi, con direttore e maestri, proprio nel momento in cui la sua copia sta avendo un amplesso con il timido bidello Angelo. In qualche modo vive le emozioni della sua ombra e va in deliquio di fronte ai colleghi.
Alla festa degli alberi la vera maestra è sostituita con un inganno dalla sua ombra, che fa cantare ai bambini canzoni napoletane e li conduce al luogo della piantumazione in un gruppo scomposto, con modi ben lontani dalle file ordinate cui erano abituati. Oltre alle solite classi maschili, alla festa sono presenti anche le alunne, che indossano grembiuli bianchi. Improvvisamente dal terreno emerge una bomba, residuato bellico inesploso. Tutti i presenti si allontanano per mettersi al riparo, tranne la maestra Luna che eroicamente prende l’ordigno e lo fa esplodere lontano dai bambini. Tutti credono che la maestra Luna sia morta, ma è in realtà la sua ombra ad essere saltata in aria. Luna è finalmente libera dalle sovrastrutture di una vita troppo castigata e può seguire Angelo e il circo verso una vita davvero appagante.
Le scene scolastiche sono state ambientate presso la scuola “Rinnovata Pizzigoni” di Milano. Gli alunni delle classi quarte di quell’anno sono stati coinvolti come comparse per la scena finale, quando viene ritrovata la bomba nel giardino.
Fonti
G.P. Brunetta, Guida alla storia del cinema italiano. 1905-2003, Einaudi, Torino, 2003, pp. 371-372.
M. Causo, C. Chatrian (a cura di), Maurizio Nichetti, i film, il cinema e…, Effatà Editrice, Cantalupa (TO), 2005.
L., L., M. Morandini, Il Morandini. Dizionario dei film e delle serie televisive, Zanichelli, Bologna, 2021, p. 860.