© Elisabetta Patrizi
È QUI SEPOLTO
LUIGI PIANESI AVVOCATO COMM.
CHIARO PER ALTEZZA D’INGEGNO E DOTTRINA
LARGO DI CUORE CON TUTTI
DETTATORE LODATISSIMO DI EPIGRAFI ITALIANE E LATINE
AMANTE DELLA LIBERTÀ D’ITALIA
PER LEI SI PERIGLIÒ SUI CAMPI DI CORNUDA E VICENZA
PER LEI SOFFERSE ESIGLIO UNDICENNE
NEL QUALE
A SOVVENIRE I COMPAGNI RINUNZIAVA AGLI AGI DELLA VITA
E APPRESSO IL TRIONFO DEL NAZIONALE RISCATTO
NON INTESE CON RARO ESEMPIO A RICOMPENSE
FU MAGISTRATO INTEGERRIMO
RETTORE VIGILANTISSIMO DEL PATRIO STUDIO PER AN.14
AMICO DEL POPOLO GLI PROCACCIÒ LAVORO ONORATO
E PERPETUÒ CON LASCITO IN TESTAMENTO
L’OPIFICIO CHE AVEVA ERETTO
PER VANTAGGIARE MASSIMAMENTE LA CONDIZIONE
DEI SUOI CARI BORGHIGIANI
MORÌ CONFORTATO DALLA RELIGIONE
IL 17 AGOSTO 1878 D’ANNI 69
LO ACCOMPAGNARONO AL SEPOLCRO
I CITTADINI E
AL COSPETTO DI DIO
LE BENEDIZIONI DEI POVERI DEGLI OPERAI DEGLI OPPRESSI
(Epigrafe in basso a sinistra a Benedetto Pianesi)
QUI RIPOSA
IL CAV. BENEDETTO PIANESI
DOTTORE IN LEGGI
OTTIMO CITTADINO MARITO AMANTISSIMO
LIBERALE IN VITA E IN MORTE AI BISOGNOSI
CARO E BENEFICO AGLI OPERAI DEL SUO BORGO
A PROMUOVERE UNA PIA ISTITUZIONE
DELL’ETÀ NOSTRA
LARGHISSIMAMENTE SOVVENNE
IL NOVELLO OSPIZIO DI S. GIUSEPPE
CHIUSE A OTTANTUN’ANNO I SUOI GIORNI
TRA IL COMPIANTO UNIVERSALE
A DÌ XXVI MARZO MDCCCXCII
NELLA FEDE DI RISORGERE A BEATITUDINE ETERNA
(Epigrafe in basso a destra a Rosa Topa)
LA VEDOVA ROSA TOPA
E I NEPOTI PIETRO E GIUSEPPE PIANESI
CON PERPETUO DOLORE
ROSA TOPA
VEDOVA DI BENEDETTO PIANESI
N. IN APPIGNANO IL 25 MAGGIO 1843
M. A MACERATA IL 28 GIUGNO 1926
CUOR D’ORO ANIMA PIA
IN DIFETTO DI FIGLI PROPRI
SI FEDE MADRE AGLI ORFANI NIPOTI
AI FIGLI DI D. BOSCO
A TUTTI I POVERI
CHE MAI NON RICORSERO A LEI INVANO
RICEVENDO INCITAMENTO AL BENE
COL RISTORO DEL CORPO
MEDIANTE L’ESEMPIO DELLE SUE VIRTÙ
PER CUI SI RESE DEGNA DEL SUO CONSORTE
MERITÒ LA STIMA E LA VENERAZIONE DI TUTTI
Siamo davanti ad un monumento funebre che celebra le virtù, la carità cristiana e l’«apertura umanitaria» della famiglia Pianesi. Il disegno del monumento fu sottoposto all’approvazione della Commissione di Belle Arti tra il 1880 e il 1881. Si occupò dell’esecuzione dei lavori l’ingegnere Pietro Collina, mentre il nome dello scultore autore delle effigi marmoree dei tre commemorati appare apposto in corsivo sotto il profilo di Benetto Pianesi e corrisponde a P. Buratti.
Il monumento è organizzato su due livelli, la parte alta è dedicata a Luigi Pianesi, avvocato, magistrato, benefattore del popolo, che fu rettore dell’Università di Macerata per 14 anni. Il livello più basso è dedicato invece al fratello Benedetto Pianesi, dottore in legge e principale artefice della fondazione della Casa salesiana di Macerata, e alla di lui moglie, Rosa Topa, che seppe sostenere il marito nel progetto di erezione dell’Istituto salesiano.
La parte alta del monumento è coronata dall’effige in marmo di Luigi Pianesi ed è posta in dialogo con l’epigrafe sottostante. Il registro sottostante è impreziosito da una fascia decorata con i ritratti di Benedetto Pianesi e Rosa Topa, posti ai lati dello stemma della famiglia Pianesi. A dividere le lastre commemorative dei due coniugi il simbolo della fiaccola della carità, come a voler sottolineare ulteriormente la cifra comune dei profili biografici di questi tre membri della famiglia Pianesi, uniti da uno spirito filantropico non comune, speso in particolar modo nei riguardi dei «borghigiani», ovvero degli abitanti del quartiere le Casette, sorto lungo corso Cairoli, nel quale i fratelli Pianesi esercitarono la loro azione imprenditoriale, per mezzo dell’impresa di filati di famiglia, e l’attività benefica. In particolare, la Casa Salesiana di Macerata, sostenuta da Benedetto Pianesi e dalla moglie Rosa, divenne un punto di riferimento importante per gli abitanti del borgo.
Commemorato
Dottore in legge e industriale, Benedetto Pianesi fu esponente illustre di una delle famiglie più importanti e facoltose di Macerata. Figlio di Domenico e Ciccarelli Maria Rosa, nacque a Macerata il 25 febbraio 1811. È ricordato soprattutto per il suo impegno nella fondazione dell’Istituto salesiano di Macerata, per edificare il quale si tenne in costante contatto con il successore di don Bosco, don Michele Rua. Fu Presidente del Comitato istituito per raccogliere i fondi necessari alla costruzione della Casa salesiana e fu anche membro del Consiglio dell’Asilo infantile Ricci di Macerata, di cui fu anche Presidente. Il suo nome è ricordato tra i «benefattori insigni» dell'Istituto salesiano, che ha dedicato alla sua memoria un busto con lapide marmorea, e figura tra i benefattori dell'Asilo Ricci commemorati nella lapide marmorea, situata al piano terra dell'edificio ed inaugurata nel 1925.
L’«inclinazione al beneficiare», come ricordava il vescovo di Macerata e Tolentino Raniero Sarnari nell’Elogio funebre tenuto in occasione del trigesimo della deposizione del cavaliere Pianesi (p. 11), fu una virtù propria a tutta la famiglia Pianesi. Il fratello Lugi aveva eretto un’industria tessile per dare lustro e sostegno alla sua terra e Benedetto la continuò ed accrebbe, aggiungendo anche una fabbrica di filatura «per la quale acquistò macchine di perfetto modello e chiamò da Prato persone atte a farle funzionare» (ibid.).
La generosità del cavaliere Pianesi emerge dal suo testamento, nel quale condonò «a ciascuno dei molti suoi inquilini, arretrati nel pagamento del fitto, L. 50, ai coloni il debito fino a L. 100; [lasciò] in perpetuo L. 100 annue al Ricovero di mendicità, altrettante per medicinali agli infermi poveri della sua parrocchia; L. 50 all’Asilo infantile; [stabilì] da ultimo che il terzo delle rendite del suo patrimonio, quando la consorte usufruttuaria mancherà ai vivi, [venisse] erogato fino al 25° anno dalla sua morte, in opere di beneficenza» (ibid., p. 15).
- Comune di Macerata, Archivio dell'Ufficio anagrafe
- S. Tamburri, I cento anni dell’Opera Salesiana di Macerata (1890-1990), Pollenza, Tipografia San Giuseppe, 1990, pp. 20-21;
- R. Sarnari, Elogio del Cav. Dott. Benedetto Pianesi letto nei funerali solenni celebrati nella cappella dell’Istituto Salesiano di Macerata il dì 28 aprile 1892, trigesimo dopo la sua deposizione; pubblicato per desiderio degli amici del caro estinto, Torino, Tipografia Salesiana, 1892;
- L’Asilo Infantile Ricci nel LXXXV anno di vita (1841-1925), Tributo di riconoscenza ai benefattori nel giubileo del Regno di Vittorio Emanuele III, domenica VII giugno MCMXXV, solennità dello statuto, Macerata, Unione Tipografica Operaia, 1925;
- Cooperatori defunti nel marzo aprile 1882, «Bollettino salesiano», a. XVI, n. 4, maggio 1882, p. 103.
Moglie dell’industriale e filantropo Benedetto Pianesi, Rosa Topa era nativa di Appignano, ma visse gran parte della sua vita a Macerata. Sostenne il marito nelle vicende fondative della Casa Salesiana di Macerata, tanto che il successore di don Bosco, don Rua, non mancava nella corrispondenza con il marito di inviare saluti all’«ottima Signora Rosa sua degna consorte». Morì a Macerata il 28 giugno 1926 e nel «Bollettino salesiano» si ricorda come «fu per molti anni la buona benefattrice dei Salesiani di Macerata verso i quali usava particolari e frequenti tratti di materna e delicata bontà». Questo rapporto di elezione tra «l’insigne benefattrice» e il collegio salesiano di Macerata fu celebrato ai funerali della vedova Pianesi ai quali «partecipò al completo il collegio salesiano».
- Archivio dell’Istituto salesiano di Macerata, Corrispondenza, Lettera di don Rua a Benedetto Pianesi, Torino, 6 ottobre 1890.
- S. Tamburri, I cento anni dell’Opera Salesiana di Macerata (1890-1990), Pollenza, Tipografia San Giuseppe, 1990, p. 21;
- Cooperatori defunti, «Bollettino salesiano», a. LI, n. 2, febbraio 1927, p. 64.
Iniziati i primi studi in famiglia, Luigi Pianesi continuò il proprio percorso formativo presso il seminario di Fermo, dove rimase per sette anni. Nel 1828 avviò lo studio del diritto presso l’Università di Macerata. Negli anni universitari coltivò la passione per gli studi classici e l’epigrafia. Nel 1832 conseguì la laurea in giurisprudenza e subito si dedicò alla professione giuridica, prima come avvocato, poi divenne procuratore del tribunale d’appello di Macerata e successivamente procuratore fiscale. Nel 1848 fu nominato giudice del tribunale civile e criminale di Ravenna e nello stesso anno passò al tribunale di prima istanza di Bologna. Eletto in rappresentanza della provincia di Bologna nell’Assemblea costituente degli Stati romani, partecipò con passione all’esperienza repubblicana, documentata attraverso un fitto carteggio con il fratello Benedetto.
Conclusa l’esperienza repubblicana, dopo un breve soggiorno a Macerata, prese la via dell’esilio. A Firenze attese l’annessione delle Marche al Regno di Sardegna. Il 15 febbraio 1861 fece ritorno a Macerata e, respinte le sue domande di reintegrazione nei ruoli delle magistrature, optò per l’insegnamento presso l’Ateneo cittadino. Il 10 aprile di quell’anno fu nominato rettore dell’Università di Macerata e mantenne questa carica fino al 1876. Sempre a partire da quell’anno entrò nel Consiglio provinciale e fu più volte membro della deputazione.
Nel 1867 fu nominato presidente del consiglio direttivo del Convitto nazionale Giacomo Leopardi di Macerata. Nel 1870 ricevette il titolo di cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, per i «servigi prestati nell’insegnamento e nel reggere codesta Università». Questo titolo onorifico si andava ad aggiungere al cavalierato dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro di cui era stato insignito nel 1863.
Il 1868 fu un anno chiave nella sua vita. Dimessosi dal consiglio direttivo del Convitto nazionale Leopardi e dal Consiglio e dalla deputazione provinciali, si dedicò alle attività industriali, dando avvio ad una filanda e a una fabbrica di tessuti di cotone e lana. Inoltre, si spese anche sul versante sociale, promuovendo, secondo l’insegnamento mazziano al quale era legato, reti associative di stampo mutualistico e assistenziale.
Nel 1873 fu eletto consigliere comunale e l’anno seguente tornò a sedere nel Consiglio provinciale.
Negli ultimi anni si riavvicinò alla fede religiosa. Morì a Macerata il 17 agosto 1878.
R. Piccioni, Pianesi Luigi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 83, 2015 https://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-pianesi_%28Dizionario-Biografico%29/
Fonti
Archivio comunale, servizi tecnici, servizi demografici.
S. Tamburri, I cento anni dell’Opera Salesiana di Macerata (1890-1990), Pollenza, Tipografia San Giuseppe, 1990, pp. 20-22.