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Lapidi ai benefattori dell'Istituto salesiano a Macerata [1900]

Editore:
EUM – Edizioni Università di Macerata
Luogo di pubblicazione:
Corso della Repubblica, n. 51, 62100, Macerata (Italia)
Codice ISSN:
2785-3098
Autore della scheda:
DOI:
10.53218/1659
Scheda compilata da:
Lucia Paciaroni
Pubblicato il:
30/08/2022
Committenza:
Istituto Salesiano di Macerata
Materiale:
marmo
Stato di conservazione:
ottimo

Ubicazione

Indirizzo:

viale don Bosco, 55
62100 Macerata MC
Italia

Marche
Dettagli sull'ubicazione spaziale:
Atrio principale dell'Istituto Salesiano.
  • Image:
    1 - Foto della lapide ai benefattori insigni dell'Istituto salesiano a Macerata
  • Image:
    2 - Foto della lapide ai benefattori dell'Istituto salesiano a Macerata
Credits:

© Elisabetta Patrizi

Testo dell'iscrizione:
(Prima lapide)

BENEFATTORI INSIGNI DELL’ISTITUTO

HI VIRI MISERICORDIAE SUNT QUORUM PIETATES NON DEFUERUNT
ECCLI. XLIV. 10
QUESTI FURONO UOMINI DI MISERICORDIA E LE OPERE DI LORO PIETÀ NON SONO ANDATE IN OBLIO

DOTTOR CAV. BENEDETTO PIANESI
BARBARA NATALI
MARCHESA ELISABETTA BRUTI LIBERATI
SENATORE CONTE TOMMASO LAURI
S.E. MONSIGNOR RANIERO SARNARI
RAG. RINALDO SINIBALDI
AVV. COMM. ANGELO VASSALLO PRESIDENTE
MARCHESA IRENE COSTA CICCOLINI

(Seconda lapide)

BENEFATTORI DELL’ISTITUTO
QUAMDIU FECISTIS UNI EX HIS FRATRIBUS MEIS MINIMIS MIHI FECISTIS
MATTH. XXV. 40
QUELLO CHE AVETE FATTO PER UNO DEI PIÙ PICCOLI DI QUESTI MIEI FRATELLI AVETE FATTO A ME

ANNIBALE CARBONARI
CONTE TELESFORO CARRADORI
TERESA VECCHIETTI
EUGENIA FAUCHIER
DOTT. ELPINO RINGRESSI
DOTT. VITTORIO DI STEFANO

 

Le due lapidi marmoree qui descritte furono parte di un unico progetto commemorativo, finalizzato a tramandare ai posteri i nomi dei primi benefattori dell’Istituto salesiano. Questi ricordi marmorei si fronteggiano in posizione speculare nell’atrio dell’ingresso principale della Casa salesiana di Macerata. Sono parte di un disegno unitario, che si riflette sia nelle scelte estetiche comuni (lastra di marmo bianco, profilata da marmo nero, epigrafe incisa a caratteri capitali) che nella struttura del testo dell’epigrafe. La lapide che si incontra sulla parete sinistra dell’atrio principale dell’Istituto salesiano è intitolata ai «Benefattori insigni dell’istituto» mentre quella posta a destra ai «Benefattori dell’istituto». In entrambe il testo epigrafico è introdotto da un versetto biblico, proposto prima in latino e poi in lingua italiana. Significativo il fatto che l’elenco dei benefattori insigni sia introdotto da un versetto tratto dal Vecchio Testamento, mentre l’altro da un versetto preso dal Vangelo di Matteo. La scelta non fu certamente casuale, ma nata da un progetto commemorativo accuratamente meditato.
I nomi elencati in entrambe le lapidi ricordano quanti si spesero nelle vicende fondative e nel consolidamento dell’Istituto Salesiano di Macerata. L’elenco dei «Benefattori insigni» è inaugurato con il nome del cavalier Benedetto Pianesi, riconosciuto come fondatore dell’Opera salesiana di Macerata, vi troviamo poi personalità illustri della nobiltà maceratese, che patrocinarono l’avvio dell’Istituto con cospicui lasciti testamentari, come le marchese Elisabetta Bruti Liberati e Irene Costa Ciccolini e il conte Tommaso Lauri, già sindaco di Macerata e senatore del Regno. Figurano nell’elenco anche liberi professionisti membri del Comitato promotore dell’Opera, costituitosi dopo la posa della prima pietra, come il ragionier Rinaldo Sinibaldi. Tra tutti spicca il nome di monsignor Raniero Sarnari, vescovo di Ripatransone e poi di Macerata e Tolentino, che in accordo con Benedetto Pianesi, sostenne vigorosamente la venuta dei Salesiani a Macerata. Nella lapide dei «Benefattori dell’istituto» sono scolpiti i nomi di quanti contribuirono a fornire i fondi necessari per il completamento della fabbrica dell’Istituto, come il dottor Elpino Ringressi, la signora Eugenia Fauchier e il conte Telesforo Carradori che cedette il terreno sul quale venne eretta la Casa salesiana di Macerata.

Commemorato

Benedetto Pianesi

Dottore in legge e industriale, Benedetto Pianesi fu esponente illustre di una delle famiglie più importanti e facoltose di Macerata. Figlio di Domenico e Ciccarelli Maria Rosa, nacque a Macerata il 25 febbraio 1811. È ricordato soprattutto per il suo impegno nella fondazione dell’Istituto salesiano di Macerata, per edificare il quale  si tenne in costante contatto con il successore di don Bosco, don Michele Rua. Fu Presidente del Comitato istituito per raccogliere i fondi necessari alla costruzione della Casa salesiana e fu anche membro del Consiglio dell’Asilo infantile Ricci di Macerata, di cui fu anche Presidente. Il suo nome è ricordato tra i «benefattori insigni» dell'Istituto salesiano, che ha dedicato alla sua memoria un busto con lapide marmorea, e figura tra i benefattori dell'Asilo Ricci commemorati nella lapide marmorea, situata al piano terra dell'edificio ed inaugurata nel 1925.
L’«inclinazione al beneficiare», come ricordava il vescovo di Macerata e Tolentino Raniero Sarnari nell’Elogio funebre tenuto in occasione del trigesimo della deposizione del cavaliere Pianesi (p. 11), fu una virtù propria a tutta la famiglia Pianesi. Il fratello Lugi aveva eretto un’industria tessile per dare lustro e sostegno alla sua terra e Benedetto la continuò ed accrebbe, aggiungendo anche una fabbrica di filatura «per la quale acquistò macchine di perfetto modello e chiamò da Prato persone atte a farle funzionare» (ibid.).
La generosità del cavaliere Pianesi emerge dal suo testamento, nel quale condonò «a ciascuno dei molti suoi inquilini, arretrati nel pagamento del fitto, L. 50, ai coloni il debito fino a L. 100; [lasciò] in perpetuo L. 100 annue al Ricovero di mendicità, altrettante per medicinali agli infermi poveri della sua parrocchia; L. 50 all’Asilo infantile; [stabilì] da ultimo che il terzo delle rendite del suo patrimonio, quando la consorte usufruttuaria mancherà ai vivi, [venisse] erogato fino al 25° anno dalla sua morte, in opere di beneficenza» (ibid., p. 15).

Fonti archivistiche:
  • Comune di Macerata, Archivio dell'Ufficio anagrafe
Fonti bibliografiche:
  • S. Tamburri, I cento anni dell’Opera Salesiana di Macerata (1890-1990), Pollenza, Tipografia San Giuseppe, 1990, pp. 20-21;
  • R. Sarnari, Elogio del Cav. Dott. Benedetto Pianesi letto nei funerali solenni celebrati nella cappella dell’Istituto Salesiano di Macerata il dì 28 aprile 1892, trigesimo dopo la sua deposizione; pubblicato per desiderio degli amici del caro estinto, Torino, Tipografia Salesiana, 1892;
  • L’Asilo Infantile Ricci nel LXXXV anno di vita (1841-1925), Tributo di riconoscenza ai benefattori nel giubileo del Regno di Vittorio Emanuele III, domenica VII giugno MCMXXV, solennità dello statuto, Macerata, Unione Tipografica Operaia, 1925;
  • Cooperatori defunti nel marzo aprile 1882, «Bollettino salesiano», a. XVI, n. 4, maggio 1882, p. 103.
Raniero Sarnari

Raniero Sarnari nacque a Macerata il 4 giugno 1845. A 19 anni entrò in seminario e concluse il suo percorso formativo addottorandosi nel 1868. L’anno precedente ricevette la consacrazione sacerdotale. Fu per lungo tempo canonico penitenziere della Cattedrale, carica che mantenne dal 1874 al 1900. Prestò i suoi servigi anche come docente presso il seminario diocesano della città. Patrocinò la venuta dei Salesiani a Macerata e seguì con viva partecipazione la fase di avvio dell’Opera salesiana maceratese. Il 20 maggio 1900 fu eletto vescovo di Ripatransone e due anni dopo fu nominato vescovo di Macerata e Tolentino, carica che mantenne fino alla morte, avvenuta il 24 gennaio 1916, in un periodo drammatico per il Paese, segnato dal primo conflitto bellico mondiale, nel corso del quale Sarnari seppe far sentire il suo sentimento di vicinanza alla popolazione con diverse iniziative pastorali.
Nel corso del suo lungo episcopato presso la diocesi di Macerata e Tolentino Sarnari sostenne diverse iniziative caritative, di animazione spirituale e di promozione culturale. Si può ricordare a questo riguardo il sostegno offerto nella prima fase di attività al settimanale maceratese «Il Cittadino», così come l’appoggio convinto all’attività della Banca Cattolica. Fu anche fautore di istituzioni finalizzate alla formazione civile e morale della cittadinanza, all’educazione della gioventù e alla beneficenza pubblica, quali la società sportiva salesiana Robur, l’Unione Donne Cattoliche e il Circolo Giovanile P. Matteo Ricci e la società agricola s. Isidoro. Ebbe particolare cura del Seminario diocesano e dell’Istituto Salesiano di Macerata, alla cui fondazione contribuì con zelo già nelle vesti di canonico penitenziere della Cattedrale e successivamente come benefattore.

Fonti bibliografiche:
  • S. Tamburri, I cento anni dell’Opera Salesiana di Macerata (1890-1990), Pollenza, Tipografia San Giuseppe, 1990, pp. 22-23;
  • Mons. Raniero Sarnari, vescovo di Macerata e Tolentino. Atti di Congresso, Roma, Tipografia poliglotta vaticana, 1918.
Tommaso Lauri

Il conte Tommaso Lauri nacque a Firenze il 3 marzo 1818. Fu molto legato a Macerata, città d’origine della sua famiglia e principale teatro del suo impegno civile e politico. «Quando le Marche furono liberate – si sottolinea con enfasi nel ricordo offerto del conte in senato subito dopo la sua morte –, fu subito consigliere e sindaco del suo Comune, e per tre volte consecutive presidente del Consiglio provinciale» (Atti Parlamentari, p. 24). In particolare ricoprì la carica di sindaco della città dal 1860 al 1865 e fu anche Presidente della Cassa di Risparmio di Macerata negli anni 1876-1877. Il 24 maggio 1863 fu nominato senatore del Regno.
«Alla fiorita carità, che in vita aveva largamente dispensato – si evidenzia sempre nella memoria offerta del conte Lauri in senato –, mise il colmo morendo: istituì suo erede il Ricovero di mendicità di Macerata, donando quasi tutte le sue cospicue ricchezze ai poveri». Tra i beneficati nelle sue disposizioni testamentarie figurava anche l’Istituto Salesiano, al quale destinava un lascito cospicuo di lire 10.000.

Fonti bibliografiche:
  • S. Tamburri, I cento anni dell’Opera Salesiana di Macerata (1890-1990), Pollenza, Tipografia San Giuseppe, 1990, p. 23;
  • Atti parlamentari della camera dei senatori. Discussioni, Roma, Forzani e C. tipografi del Senato, 1894, p. 24.
Elisabetta Bruti Liberati

Elisabetta fu la moglie del marchese Giambattista Bruti Liberati, valente professore di matematica presso l’Ateneo maceratese, molto attivo anche nella scena pubblica (consigliere comunale, curatore della Biblioteca Mozzi-Borgetti, membro della commissione provinciale di revisione dei catasti e del censimento dello Stato Pontificio).
Le sue origini sono avvolte nel mistero. Nella sua biografia del marito del 1868 è indicata come Elisabetta Rossi, «romana, di estrazione probabilmente non nobile» (Fioretti, p. 120), mentre nel catalogo della libreria del marito del 1869 figura come «marchesa Elisabetta Ricci vedova Bruti Liberati», facendo supporre che appartenesse alla famiglia dei marchesi Ricci di Macerata. Visto che dall’archivio della famiglia Ricci non emerge alcuna Elisabetta, sembrerebbe più probabile l’ipotesi dell’origine romana.
Certo è che Elisabetta apparteneva ad una fascia sociale alta e ricevette una buona formazione. Ebbe cognizioni di matematica, economia e statistica, oltre che conoscenze letterarie. Fu autrice di un corposo Diario redatto durante un viaggio a Londra, compiuto nel 1851 insieme al marito e al fratello di questi Liberato. Donò all’Istituto salesiano 17.000 lire. Questa donazione fu contestata dall’istituto delle Figlie della Provvidenza in Macerata e alla fine si stabilì di dividere la somma tra i due contendenti.

Fonti bibliografiche:
  • S. Tamburri, I cento anni dell’Opera Salesiana di Macerata (1890-1990), Pollenza, Tipografia San Giuseppe, 1990, pp. 23-24;
  • D. Fioretti, Una donna in viaggio a Londra. Il Diario di Elisabetta Bruti-Liberati (1851), «Proposte e ricerche», n. 50, 2003, pp. 117-135;
  • Ead., Dalle Marche all’Europa: il diario di Elisabetta Bruti Liberati in viaggio per Londra (1851), Macerata, eum, 2017.
Rinaldo Sinibaldi

Membro del Comitato promotore dell’Opera salesiana, Rinaldo Sinibaldi nacque ad Arcevia e trascorse la maggior parte della sua vita a Macerata, dove era domiciliato e dove esercitò la professione di ragioniere. Fece parte del personale amministrativo dell’Università di Macerata sin dal 1861 e mise a disposizione della Casa salesiana le sue competenze, seguendo da vicino le fasi iniziali dell’Istituto.
Fece parte della Congregazione degli Artisti, della Congregazione dell’Oratorio notturno, della Confraternita della SS. Trinità in Arcevia e della Confraternita del Santo Sepolcro di Macerata. Redasse il suo testamento il 25 gennaio 1894, destinando tutti i suoi beni in beneficenza. È ricordato come benefattore insigne dell’Opera salesiana maceratese nella Cronaca dell’Istituto, laddove si dà notizia della morte della moglie Maria Teresa Belli, avvenuta il 17 febbraio 1908, quando fu commemorata con tutti gli onori del caso presso la chiesa dei Salesiani. Rinaldo Sinibaldi morì il 4 febbraio 1902.

Fonti bibliografiche:
  • S. Tamburri, I cento anni dell’Opera Salesiana di Macerata (1890-1990), Pollenza, Tipografia San Giuseppe, 1990, p. 24;
  • L. Pomante, L’Università di Macerata nell’Italia unita (1861- 1966). Un secolo di storia dell’ateneo maceratese attraverso le relazioni inaugurali dei rettori e altre fonti archivistiche e a stampa, Macerata, eum, 2012, p. 84;
  • «Bollettino Salesiano», a. XXVI, luglio 1902, p. 3.
Telesforo Carradori

Appartenente ad una nobile famiglia maceratese, Telesforo Carradori fu il terzo figlio del conte Filippo Carradori e di Emma dei marchesi Ranier Lanciani. Nacque a Filottrano il 4 settembre 1865 e morì a Macerata il 3 aprile 1899. Nella lapide tombale è ricordato come «Patrizio maceratese, che alla nobiltà di casato aggiunse nella breve età il culto delle virtù avite». Il conte Telesforo Carradori fu tra i benefattori della Casa Salesiana di Macerata e cedette il terreno sul quale fu edificata con un atto notarile datato 14 dicembre 1887. I fondi per l’acquisto del terreno e per i successivi lavori di edificazione furono raccolti da un Comitato promotore presieduto da Benedetto Pianesi.

Fonti archivistiche:
  • Archivio Storico dell’Istituto Salesiano di Macerata, Strumento di vendita effettuata dal conte Telesforo Carradori in favore di don Giovanni Rinaldi ed altri, 14 dicembre 1887.
Fonti bibliografiche:
  • S. Tamburri, I cento anni dell’Opera Salesiana di Macerata (1890-1990), Pollenza, Tipografia San Giuseppe, 1990, pp. 25-26;
  • «Bollettino Salesiano», a. XIV, gennaio 1890, p. 16.
Eugenia Fauchier

Nell’archivio dell’Istituto salesiano di Macerata si conserva il contratto stipulato dalla signora Eugenia Fauchier con il direttore della Casa salesiana Eugenio Armelonghi nel 1891. Nel contratto si stabiliva il versamento da parte della signora Fauchier in favore dell’Opera salesiana di lire 17.000, con la clausola di corrispondere alla medesima signora la somma annua di Lire 675. Dalle ricevute degli anni 1892-1895 risulta che tale fu mantenuto. 

Fonti bibliografiche:
  • S. Tamburri, I cento anni dell’Opera Salesiana di Macerata (1890-1990), Pollenza, Tipografia San Giuseppe, 1990, p. 26;
  • «Bollettino Salesiano», a. XXVI, aprile 1912, p. 127.
Elpino Ringressi

Figlio dell’avvocato e cavaliere Marco Ringressi, Elpidio Ringressi fu comproprietario, insieme a Benedetto Pianesi, di uno stabilimento bacologico e membro del comitato costituitosi dopo la posa della prima pietra della fondazione salesiana.

Fonti bibliografiche:
  • S. Tamburri, I cento anni dell’Opera Salesiana di Macerata (1890-1990), Pollenza, Tipografia San Giuseppe, 1990, p. 26.

Fonti

Fonti bibliografiche:

S. Tamburri, I cento anni dell’Opera Salesiana di Macerata (1890-1990), Pollenza, Tipografia San Giuseppe, 1990, pp. 11-16.

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