In Diario di un maestro il docente elementare di origine napoletana Bruno D’Angelo (Cirino) racconta la sua esperienza con una quinta elementare di una scuola del Tiburtino III, un quartiere della periferia di Roma. Egli è chiamato a confrontarsi con una classe difficile, composta degli “scarti” delle altre quinte. Molti studenti lavorano per contribuire alla complessa sussistenza familiare, mentre altri sono girovaghi per le strade del quartiere. I pochi che frequentano la scuola sono abituati a studiare mnemonicamente, con il solo fine di ottenere la sufficienza in pagella. Il maestro cerca di conoscere meglio i suoi allievi, anche rivolgendosi alle loro famiglie, e riesce nell’intento di riavvicinarli alla scuola. Resosi poi conto che i metodi didattici tradizionali sono fallimentari, egli avvia una sperimentazione che pone al centro di tutto l’esperienza diretta degli studenti e la proposta di contenuti vicini sia ai loro interessi, come gli animali e la natura, sia alle condizioni di vita nel quartiere, con tutte le sue problematiche, tra cui il lavoro minorile e l’illegalità. Tale esperimento non viene accolto favorevolmente dai colleghi, soprattutto dalla maestra Olivieri (Fabbri), e tantomeno dal direttore didattico (Altamura), preoccupato esclusivamente della fedele applicazione dei programmi ministeriali. D’Angelo continua però a persistere nelle sue intenzioni, nonostante non manchino momenti di scoraggiamento. In generale, sono diverse le innovazioni da lui introdotte, perlopiù relative all’ambiente classe, divenuto spazio di collaborazione (lavoro in gruppi, divisione dei compiti, promozione dell’autodisciplina e dell’autogoverno, ecc.), e al ruolo del docente, non più autoritario ma promotore del dialogo e del dibattito (non a caso la sua cattedra viene trasformata in una libreria).
La particolarità di questo sceneggiato televisivo è il suo presentarsi quale reale esperienza pedagogica. Difatti, se i maestri e il direttore erano attori professionisti, i ragazzi interpretavano invece se stessi. Essi sapevano di essere ripresi, ma la loro esperienza sul set si sviluppava come un’esperienza educativa reale. Diario di un maestro mostrava dunque l’effettiva possibilità di rinnovare la scuola di stampo tradizionale, ponendo al centro dell’attenzione lo studente. Nello sceneggiato risaltano chiaramente i principi ispiratori di questa originale realtà educativa. Le scelte operate dal maestro D’Angelo erano difatti debitrici del modello pedagogico a cui si rifaceva Francesco Tonucci, consulente pedagogico dello sceneggiato, ovvero quello del Movimento di Cooperazione Educativa (MCE). Al Movimento aveva non a caso aderito Albino Bernardini, che con il suo romanzo autobiografico Un anno a Pietralata (La Nuova Italia, 1968) aveva ispirato De Seta. Tonucci, tuttavia, operò uno spostamento, in accordo con il regista, dalla figura di Bernardini a quella di Mario Lodi, docente elementare legato anch’egli al movimento cooperativo.
Fonti
A. Bernardini, Un anno a Pietralata, Firenze, La Nuova Italia, 1968.
V. De Seta, Film per la TV: diario di un maestro. Appunti per del servizio stampa n. 52, Roma, RAI-Radiotelevisione italiana, 1972.
A. Rais (a cura di), Il cinema di Vittorio De Seta, Catania, Maimone, 1995.
Il mondo perduto: i cortometraggi di Vittorio De Seta, 1954-1959, Milano, Feltrinelli, 2008.
S. Toffetti (a cura di), Il maestro impaziente, Milano, Feltrinelli, 2012.
Il Morandini 2015: dizionario dei film e delle serie televisive, di Laura, Luisa e Morando Morandini, Bologna Zanichelli, 2014, p. 414.
D. Felini, Una proposta pedagogica sullo schermo. La scuola in due produzioni televisive di Vittorio De Seta (1970-1979), «Orientamenti Pedagogici», v. 62, n. 2, aprile-maggio-giugno 2015, pp. 273-291.
P. Nappi, L’avventura del reale: il cinema di Vittorio De Seta, con un ricordo di Raffaele La Capria, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2015.
A. Debè, Costruire la memoria: la scuola italiana degli anni Settanta nello sceneggiato televisivo Diario di un maestro, in Paolo Alfieri (a cura di), Immagini dei nostri maestri. Memorie di scuola nel cinema e nella televisione dell’Italia repubblicana, Roma, Armando editore, 2019, pp. 77-97.
F. Fiumara, A Light in the Classroom: Vittorio De Seta’s Diario di un maestro and the Bringing of Experiential Education into Italian Living Rooms, «MLN», V. 134 Supplement, September 2019, pp. S-303-S-317.